venerdì 1 luglio 2011

La pubblicita' dei superalcolici e' ingannevole?

I veri professionisti del bere lo sostengono da sempre: drink e cocktail rappresentano una vera e propria cultura, uno stile di vita che va seguito con coscienza e moderazione, alla ricerca soprattutto della qualità. Eppure non sempre le cose vanno in questo modo. E forse è anche colpa della pubblicità ingannevole. Almeno questo è quello che fa pensare una recente ricerca dell'americano Marin Institute: un'istituzione preposta proprio al controllo dell'industria degli alcolici. «Gli operatori del vino», ha spiegato il research and policy director del Marin Institute, Michele Simon, coautore dell'indagine, «sono andati avanti anni sovrastimando i benefici dei loro prodotti. Ora le maggiori compagnie di superalcolici stanno portando questi messaggi a livelli senza precedenti». Il riferimento è alle campagne pubblicitarie in cui tali prodotti sono associati a messaggi che sfidano qualsiasi evidenza scientifica in materia. «Utilizzando termini come “addizionato di vitamina B”, “nutriente antiossidante” o “tutto naturale”, combinati con immagini di frutta o di giovani atleti che corrono o vanno in bicicletta, le compagnie dell'industria degli alcolici vogliono accostare i propri prodotti a uno stile di vita attivo, senza neppure smorzare il messaggio con un pizzico di ironia». L'idea è quella di cavalcare la moda dei prodotti salutari, che tanto efficace si è dimostrata nel mercato dell'industria del cibo. Ma, conclude sempre lo studio, in questo caso il messaggio risulta «legalmente labile, moralmente stonato e potenzialmente pericoloso».

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