domenica 23 giugno 2013

Dateci un pomodoro e vi faremo le scarpe

La bioplastica si trova al punto in cui era la plastica cinquant'anni fa. Ne sappiamo abbastanza per essere verdi. Cardi, funghi, granturco, castagne o alghe per produrre bottiglie, giocattoli, spazzolini da denti e, un giorno, perfino un'auto (naturalmente elettrica). La chimica verde sostituirà sempre di più il petrolio per realizzare materie artificiali, ma anche sostanze usate in cosmetica e farmacologia. E l'Italia è all'avanguardia 

Dai pomodori che non sanno più di plastica alla plastica che sa di pomodoro. La strada che porta a un futuro sostenibile non passa solo attraverso una profonda trasformazione dell'agricoltura, ma anche dalla rivoluzione della chimica. E dunque addio alle vecchie sostanze plastiche derivate dal petrolio e largo alle materie prime di origine vegetale, possibilmente non utilizzate per scopi alimentari, come le bucce dei San Marzano usate dai ricercatori dell'Ictp-Cnr di Pozzuoli per ottenere un film biodegradabile, biocompatibile e non tossico da utilizzare per le pacciamature, cioè il processo di protezione e aiuto alla crescita delle piante attuato nella fase più delicata dello sviluppo con alcuni strati di plastica stesi al suolo.

Può sembrare un dettaglio da addetti ai lavori, ma al mondo vengono usate ogni anno circa 700 mila tonnellate di plastiche pacciamanti. Il loro destino è quello di un difficile riciclo, in quanto contaminate da terra sostanze organiche, o di finire nel terreno, compromettendo la fertilità del suolo. Il brevetto messo a punto dai ricercatori guidati da Mario Malinconico non ha però solo il vantaggio di essere composto da sostanze organiche. Può essere utilizzato anche sotto forma di spray e non ha bisogno di essere rimosso, funzionando anzi da ammendante del suolo.

"Le bioplastiche sono un affascinante orizzonte dell'innovazione orientata alla sostenibilità - spiega Ezio Riggi, il ricercatore del Cnr - La sinergia fra un caleidoscopio di competenze scientifiche, 
le imprese orientate alla responsabilità ambientale e la lungimiranza della politica possono rispondere alla crescente domanda di prodotti di qualità ad impatto sempre più prossimo allo zero". Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, insignita nel 2007 del premio di "inventore europeo dell'anno", rilancia: "Con la chimica verde dobbiamo sconfiggere il vecchio modello di sviluppo dissipativo: dissipazione di energia, materie prime e risorse umane". L'azienda italiana risorta come un'araba fenice dalle ceneri della vecchia Montedison è oggi uno dei leader mondiali nella produzione di plastiche di origine vegetale grazie in particolare al brevetto del Mater-bi, materiale biodegradabile e compostabile contenente amido di mais e oli vegetali che sta conquistando i mercati. A fari spenti e senza grandi clamori, la chimica è tra i settori che hanno fatto forse i maggiori passi avanti verso una riconversione in chiave ambientale. In un futuro non troppo lontano sarà in grado di mettere a disposizione della nostra vita quotidiana un campionario sempre più vasto di oggetti realizzati con plastica derivata da materie prime rinnovabili. Non solo sacchetti, ma anche scarpe, giocattoli, spazzolini da denti, parti di automobile, contenitori e molto altro ancora. Un successo che parla spesso italiano grazie ai semi gettati dalle intuizioni di quel controverso personaggio che era Raul Gardini, "il contadino" prestato alla chimica. Novamont è infatti la punta di movimento vasto e diffuso. Secondo i dati Unioncamere, il 41 per cento delle imprese della chimica e della chimica-farmaceutica in Italia, vale a dire ben 2500 aziende, sono in qualche misura "eco".

L'esperienza forse più interessante è quella inaugurata in Sardegna. Racconta una leggenda tedesca che in un luogo dove era stato commesso un omicidio cresceva ogni giorno un cardo dalla forma che ricordava una persona. Qualcosa di simile sta accadendo a Porto Torres: lì dove la crisi ha ucciso uno dei poli chimici più importanti del Paese, di cardi ne stanno nascendo interi campi. Sono le piante che serviranno ad alimentare il nuovo impianto di Matrica, una joint venture tra Eni-Versalis e Novamont per la produzione di bioplastiche. Questa pianta rustica, che cresce anche su terreni marginali o da bonificare, ha pretese modeste. Si accontenta dell'acqua piovana e non ha bisogno di fertilizzanti o fitofarmaci. Non inquina, dunque, e non sottrae né risorse idriche né zone fertili all'agricoltura. Questo è un punto chiave, dato che al momento il mais è probabilmente la materia prima vegetale più collaudata della chimica verde. Anche l'Apinat, per esempio, un altro brevetto di bioplastica italiana dalle molteplici applicazioni (dagli spazzolini da denti alle suole delle scarpe), è basato sul granturco. Allo stesso modo un'altra pianta dal grande valore nutritivo, la canna da zucchero, è al centro degli sforzi per rendere bio il Pet, il polietilene tereftalato con cui vengono fabbricate le bottiglie.

Dopo il primo incoraggiante successo delle bioplastiche da pacciamatura con i pomodori, la sfida del futuro è quindi quella di attingere a ciò che resta della lavorazione di viti, alghe, agrumi, castagne e prodotti della pesca. Tutti materiali che al momento rappresentano un costo di smaltimento e che invece possono diventare ingredienti base di varie sostanze chimiche usate anche nella cosmetica e nella farmacologia. "Se dovessi fare il nome di una pianta di cui sentiremo parlare in futuro è la brassica carinata, il cavolo abissino: possiede un pannello proteico dalle qualità fumiganti e si sta lavorando per ricavarne un potente bio-erbicida", spiega Catia Bastioli.

Ma la novità forse più suggestiva arriva dagli Stati Uniti. L'azienda Ecovativedesign ha brevettato un sistema che permette di realizzare sostanze simili al polistirolo e alle schiume plastiche attraverso la coltura di funghi. Le spore vengono fatte crescere direttamente su scarti vegetali in stampi della forma desiderata. Nel giro di una settimana, senza bisogno di acqua, luce o sostanze chimiche, l'intreccio dei miceli produce una speciale plastica sostenibile. Per il momento sono in vendita i primi contenitori (per esempio dei gusci salva bottiglie), ma alla Ecovativedesign promettono l'imminente lancio di materiali per l'edilizia e le carrozzerie auto. Chissà, forse saranno pronti per lo sbarco in grande stile della macchina elettrica. 

sabato 22 giugno 2013

Falso farmaco per bambini: Nas, non usate Ozopulmin

(ANSA) - ROMA, 19 GIU - Controllate e non usate Ozopulmin, un farmaco in supposte per la tosse usato soprattutto per i bambini ma anche per gli adulti. E' l'appello che arriva dal vicecomandante dei Nas, Antonio Diomeda, durante la conferenza stampa sull'operazione che ha portato all'arresto di tre dirigenti della casa farmaceutica Geymonat per avere messo in commercio tre lotti, pari a 35 mila confezioni, di questo prodotto con un principio attivo falso ed inefficace. (ANSA).

Da agrumi protezione naturale per il cuore Anche ottimi antiossidanti

Da agrumi protezione naturale per il cuoreDa agrumi protezione naturale per il cuore
PISA - Gli agrumi offrono una protezione naturale per il cuore. E' quanto dimostrato da uno studio condotto da un gruppo di ricerca del dipartimento di farmacia dell'Università di Pisa, pubblicato sulla rivista scientifica 'Biochemical Pharmacology'.

Gli studiosi pisani, spiega lo stesso Ateneo in una nota, hanno evidenziato che la naringenina - un flavonoide di cui sono particolarmente ricchi i frutti del genere Citrus, quali arancia, limone e pompelmo - oltre alla tipica azione antiossidante, ha significative proprietà cardioprotettive nei confronti del danno ischemico, con un meccanismo d'azione specifico che risiede nell'interazione con una proteina (in particolare un canale ionico) localizzata a livello dei mitocondri cardiaci.

Molti studi epidemiologici, si precisa, avevano già mostrato che il consumo abituale di frutta e verdura, alimenti ricchi di flavonoidi, riduce l'insorgenza di patologie cardiovascolari. La maggior parte delle ricerche sperimentali - si osserva ancora - si limitavano, tuttavia, a sottolineare le ben note proprietà antiossidanti dei flavonoidi, che da sole non sono sufficienti a giustificare gli effetti di questa importante classe di composti naturali.

''Anche se finora gli studi sono stati condotti solo su modelli sperimentali - hanno precisato Vincenzo Calderone e Lara Testai, i due ricercatori autori della ricerca - questa scoperta potrebbe avere un concreto impatto nutraceutico e farmaceutico, visto che tutt'oggi le patologie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nei Paesi industrializzati e comportano inoltre una spesa imponente per il sistema sanitario nazionale. Appare dunque molto promettente la possibilità di sviluppare appropriate formulazioni nutraceutiche a base di naringenina, che assunte costantemente come integratori dell'alimentazione possano contribuire alla riduzione del rischio cardiovascolare''.
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Salute: Italia seconda in Ue sulle intossicazioni alimentari

MILANO, 13 GIU - In Europa 40000 persone ogni anno contraggono intossicazioni alimentari, un problema che si acuisce nella stagione estiva, quando con l'arrivo del caldo i rischi aumentano. Lo segnala l'Osservatorio Nutrizionale Grana Padano, secondo cui nel 2011 ci sono stati 5648 focolai di tossinfezione alimentare, rispetto ai 5276 del 2010.

L'Italia e' al secondo posto, fra gli stati europei, per numero di focolai (908) segnalati (dati EFSA, European Food Safety Authority). Si tratta di sindromi causate dall'ingestione di cibi contaminati da sostanze tossiche o microorganismi patogeni, che si manifestano con diversi sintomi (nausea, vomito, diarrea, febbre, reazioni cutanee, calo di peso, disidratazioni) e sono causate soprattutto da batteri, virus e parassiti.

Vista l'incidenza del fenomeno, gli esperti hanno analizzato cio' che mangiano piu' spesso d'estate gli italiani: formaggi freschi e gelati; in genere piatti freddi, veloci da preparare e che non richiedono cottura, come carpacci di carne e pesce crudo.

''Ma i cibi cotti sono piu' sicuri - spiega Michela Barichella, Direttore della Dietetica e Nutrizione clinica presso gli Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano - perche' la maggior parte dei microrganismi e delle tossine non resiste a temperature superiori ai 60-70 gradi; grande importanza rivestono le condizioni in cui i cibi sono mantenuti durante le varie fasi di conservazione: la catena del freddo, ad esempio, previene lo sviluppo e la moltiplicazione di alcuni microrganismi''.

Secondo l'European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC), le principali fonti di epidemie sono causate da uova, pesci e derivati. Se negli ultimi anni sono diminuiti i casi di Salmonella, sono aumentati quelli di Escherichia Coli, legati al consumo di carne poco cotta, latte crudo e formaggi.

In bovini, pecore e capre queste tossine possono essere presenti a livello intestinale e durante mungitura e macellazione si possono contaminare sia le carni, sia il latte.

Per questo motivo l'assunzione di latte crudo, di carni crude o poco cotte, specie se macinate (ad esempio hamburger poco cotti o tartare di carne cruda) puo' provocare infezioni.

''Un' altra via di trasmissione – spiega ancora Barichella – e' rappresentata dal contatto diretto con le feci degli animali portatori; ad esempio consumando vegetali non accuratamente lavati o che siano stati contaminati da mosche''. (ANSA).

venerdì 21 giugno 2013

"Latte tossico venduto in tutta Italia": è allarme Il latte sarebbe stato contaminato con aflatossine, un fungo cancerogeno con effetti negativi sulla crescita dei bambini, e messo consapevolmente in commercio “



UDINE - Associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio, adulterazione di sostanze alimentari e commercio di sostanze alimentari pericolose per la salute. Con queste accuse, è stato arrestato il leader del Cospalat del Friuli Venezia Giulia, Renato Zampa, altre quattro persone sono state condotte agli arresti domiciliari ed uno fermato con obbligo di dimora. Infine, un'altra persone è ricercata. 
Tutti facevano parte di un'associazione che, secondo gli accertamenti dei Nas di Udine, metteva consapevolmente in commercio latte "tossico". Il prodotto, infatti, al momento della vendita, che avveniva in tutta Italia, era contaminato da aflatossine, micotossine prodotte da specie fungine considerate fra le più cancerogene esistenti e con effetti negativi sulla crescita dei bambini. In alcuni casi, inoltre, è stata certificata anche la presenza di antibiotici. 

IL CONSORZIO COSPALAT E I PRODOTTI

Il sistema era ormai "perfetto". Le analisi sul latte, infatti, sarebbero state falsificate con il ricorso ad un laboratorio compiacente, "allungando" il latte con altro latte non contaminato. Sarebbe stato inoltre utilizzato latte proveniente da allevamenti non autorizzati per produrre abusivamente formaggio Montasio Dop. 
In tutto gli indagati sono 24, di cui 17 allevatori accusati di essere consapevoli di immettere in commercio latte contaminato, su un centinaio circa di aderenti ai Cospalat. (da UdineToday)

lunedì 3 giugno 2013

Epatite A: raddoppiano i casi anche in Italia. Causa probabile: frutti di bosco congelati contaminati importati dall’Est


frutti di bosco
Il sistema di sorveglianza Seieva ha rilevato 417 casi di epatite acuta A, contro i 167 casi notificati nello stesso periodo l’anno precedente
L’epatite A, un tempo malattia endemica in Italia, da anni è in calo. L’incidenza è diminuita grazie al miglioramento delle condizioni igieniche, sanitarie e sociali e alla crescente consapevolezza del rischio connesso ad alcune abitudini come quella di consumare i frutti di mare crudi. Tuttavia, da circa vent’anni periodicamente si registrano picchi di incidenza legati a specifici fattori, come appunto il consumo di frutti di mare crudi.

Uno di questi episodi è iniziato a settembre del 2012 e ha fatto registrare un picco massimo nel trimestre febbraio-marzo-aprile di quest’anno. Il sistema di sorveglianza Seieva (Sistema epidemiologico integrato dell’epatite virale acuta) ha rilevato in questo periodo 417 casi di epatite A acuta, contro i 167 casi notificati nel corrispondente intervallo di tempo dell’anno precedente. Nello stesso periodo anche i sistemi di allerta europei Epidemic Intelligence di informazione per le malattie trasmesse da alimenti e acqua (Epis-Fwd) e il Centro europeo per il controllo delle malattie istituto dalla Commissione europea (Ewrs) hanno focalizzato l’attenzione su due focolai. Il primo riguarda alcuni paesi nord-europei (presumibilmente legato al consumo di frutti di bosco congelati di importazione extra-Eu); il secondo un gruppo di turisti che hanno trascorso una vacanza in Egitto. Ai primi di maggio sono stati segnalati anche alcuni casi di Epatite A tra dei turisti stranieri che avevano soggiornato in Nord Italia.

frutti bosco misti
I frutti di bosco congelati potrebbero essere all’origine dell’infezione, ma sono necessarie ulteriori indagini
Tutto ciò ha spinto nel mese di maggio le autorità sanitarie a cercare di individuare le possibili cause e circoscrivere le epidemie. «Il Ministero si è mosso tempestivamente – spiega Anna Rita Ciccaglione, direttore del reparto epatiti virali dell’Istituto Superiore di Sanità e membro del gruppo che partecipa alle indagini – convocando un gruppo multidisciplinare cui sono affidati diversi compiti: dall’individuazione della fonte dell’infezione al controllo della diffusione della malattia. I frutti di bosco congelati potrebbero essere all’origine dell’infezione, ma sono necessarie ulteriori indagini. Per quanto riguarda la parte affidata all’Istituto, il sistema di vigilanza sta funzionando bene e riceviamo aggiornamenti quotidiani che ci permettono di seguire la situazione molto da vicino. È prematuro esprimersi sul numero dei casi, anche perché l’elaborazione dei dati forniti dalle Regioni è ancora in corso».

Sotto la lente dei ricercatori c’è anche un caso particolare registrato in Trentino, con 27 contagiati nei primi 5 mesi del 2013, con un aumento significativo rispetto alle poche infezioni che si registrano normalmente nella regione. Anche qui, i primi indiziati sono i frutti di bosco congelati provenienti da altri paesi e utilizzati spesso per guarnire i dolci, ma le indagini sono ancora in corso e al momento non vi sono certezze. Sarebbe stato escluso il coinvolgimento dei frutti di bosco locali, mentre sono in corso test su prodotti provenienti da Bulgaria, Polonia, Serbia e Canada.

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Per contenere i rischi è indispensabile consumare alimenti cotti e lavare accuratamente tutto ciò che si consuma crudo
Sembrerebbe trattarsi, ancora una volta, di un frutto contaminato che è sfuggito ai controlli delle filiere internazionali, come avvenuto poche settimane fa per la carne di manzo contraffatta con carne di cavallo. Tra le diverse forme patologiche questa epatite A è meno pericolosa, anche se si manifesta in forma acuta (stanchezza, febbre, disturbi gastrointestinali e ittero), ed è caratterizzata da un esito per lo più benigno e sovente asintomatico, soprattutto nei bambini. La malattia è letale nello 0,3% dei casi, valore che, se la persona colpita ha più di 50 anni, sale all’1,8%. La trasmissione è prevalentemente oro-fecale e il virus, a singolo filamento, viene ucciso dalla cottura ma non dal congelamento: da qui i sospetti anche su alimenti congelati come i frutti di bosco. Per contenere i rischi è indispensabile consumare alimenti cotti e lavare accuratamente tutto ciò che si consuma crudo.

Agnese Codignola

domenica 2 giugno 2013

Obesi cambiano spesso medico per timore di essere giudicati Ma rischio di finire in Pronto Soccorso aumenta dell'85%

(ANSA) - ROMA, 1 GIU - Le persone obese cambiano piu' spesso medico rispetto a quelle di peso normale. Il motivo che le porta a questa scelta e' il timore di venire giudicate. E' quanto emerge dai risultati di una ricerca americana, della John Hopkins University di Baltimora, pubblicata sulla rivista Obesity. In sostanza, spiegano gli studiosi, consigli sulla perdita di peso considerati inappropriati e strumenti medici non adatti a chi ha dei chili in piu' porterebbero le persone obese a fare quello che viene definito ''doctor shopping'', shopping di medici, con delle conseguenze a dir poco negative per la salute. Vi e' infatti per questi pazienti l'85 per cento in piu' di possibilita' di finire in Pronto Soccorso. Per arrivare a questa conclusione sono stati esaminate le abitudini di 20mila pazienti: e' stato riscontrato che i sovrappeso cambiavano medico il 19% in piu' rispetto a quelli di peso normale e la percentuale saliva addirittura al 37% in piu' negli obesi. Questa problematica non riguardava solo gli specialisti ma anche i medici di base: i pazienti in sovrappeso o obesi mostravano infatti la tendenza a cambiarne in media circa cinque nell'arco di due anni. ''C'e' qualcosa che non va in queste relazioni tra medico e paziente - spiega la professoressa Kimberly A. Gudzune, autrice dello studio - il vero problema e' che tutto questo compromette gravemente la salute, per questo occorre creare un ambiente in cui non si senta giudicato e venga curato al meglio''.(ANSA).
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Nuova Sars, due i nuovi casi a Firenze Nipotina di un anno e mezzo e collega del primo paziente

Un kit per il CoronavirusUn kit per il Coronavirus
ROMA -Sono due i nuovi casi di Sars confermati a Firenze: si tratta della nipotina di circa un anno e mezzo del primo paziente e di un suo collega di lavoro. Lo ha reso noto il ministero della Salute. ''Entrambi i pazienti sono ricoverati in isolamento presso strutture sanitarie di Firenze, al momento si presenta per entrambi un quadro non grave'', si legge nel comunicato del ministero che ''segue con attenzione la situazione, in contatto stretto con le autorita' sanitarie toscane''.

"E' fuori pericolo, sta bene, ha avuto un'evoluzione positiva molto rapida": queste invece le condizioni del 45enne giordano che vive a Firenze colpito per primi dalla Nuova Sars. Lo dice il professor Alessandro Bartoloni, infettivologo responsabile del reparto malattie infettive dell'azienda ospedaliera universitaria fiorentina, che lo ha in cura. L'uomo è rientrato dalla Giordania sabato su un volo Amman-Vienna-Bologna e già nel viaggio di ritorno accusava i primi sintomi. "E' rimasto a casa un giorno, poi è andato a lavorare per un giorno solo - ha spiegato l'infettivologo - e martedì si è rivolto all'ospedale". L'assessore toscano alla Salute Luigi Marroni ha sottolineato che il "sistema di sorveglianza è scattato in tempi rapidissimi" e ha aggiunto che "non c'é alcun allarme".

MINISTERO SALUTE, CONTAGIO DA STRETTO CONTATTO
Il nuovo Cononavirus si trasmette con 'stretto contatto' e per la prevenzione bastano le normali misure di igiene usate anche contro l'influenza: è il ministero della Salute a spiegarlo nella nota dove è stato confermato il primo caso in Italia. Il riconoscimento del caso è avvenuto seguendo le procedure indicate dalla Circolare che il Ministero della Salute ha diramato agli Assessorati alla Sanità delle Regioni e Province Autonome il 16 maggio scorso per aumentare il grado di attenzione nei confronti dei soggetti con febbre e sintomi respiratori importanti provenienti da aree geografiche in cui si sono verificati casi simili o che abbiano assistito un malato affetto dalla malattia, per sottoporli al test specifico.

"Si tratta di un virus - si legge nella nota - la cui trasmissione interumana sembra essere possibile quasi esclusivamente laddove si sono verificati contatti stretti e prolungati come per esempio nell'ambito di un nucleo familiare o in una corsia ospedaliera. Per quanto riguarda i viaggi internazionali e le rotte commerciali, l'Organizzazione Mondiale della Sanità non raccomanda test né altre restrizioni ai viaggiatori all'ingresso nei Paesi membri della Regione Europea". Il Ministero ha anche reso noto di monitorare attentamente la situazione in stretto raccordo con le autorità sanitarie della Regione Toscana. "Per la prevenzione delle infezioni respiratorie valgono le normali misure igieniche raccomandate per l'influenza (frequente lavaggio delle mani, coprirsi la bocca con un fazzoletto quando si starnutisce, etc.) e che informazioni in proposito sono reperibili sul sito del Ministero della Salute".
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sabato 1 giugno 2013

Arrivano gli insetti nel piatto degli europei! La valutazione del rischio dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie


Bruchi del bamboo (Crambidi) fritti - snack tipico thailandese
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ha affrontato gli aspetti collegati alla sicurezza alimentare degli insetti nella dieta occidentale
Quando vedrete i partecipanti di Masterchefsfidarsi in una gara culinaria a base di insetti o sentirete uno degli innumerevoli cuochi televisivi, proporre ricette per aspiranti entomofagi, vuol dire che gli insetti sono arrivati sul piatto degli  europei. Anche se tutto ciò deve ancora succedere una cosa tuttavia deve essere chiara, non si tratta di una rivoluzione o di una nuova moda culinaria, ma di un’abitudine alimentare diffusa in molte parti del mondo dove gli insetti rappresentano da sempre un importante fonte di nutrienti, specialmente proteine. La letteratura scientifica annovera numerosi articoli che si preoccupano di definire le qualità nutrizionali e gli aspetti ecologici legati al consumo e all’allevamento delle varie specie, mentre sono pochi gli articoli relativi alla sicurezza dal punto di vista igienico-sanitario. Questo perché la “sicurezza alimentare” in molti Paesi dove il consumo di insetti è diffuso è un concetto più legato alla certezza del pasto quotidiano e meno alla presenza di rischi sanitari.

Un recente lavoro pubblicato dal laboratorio di Analisi del Rischio dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (1), diretto da Antonia Ricci ha tentato di affrontare la questione in un modo diverso, valutando i pericoli e i benefici per un potenziale consumatore europeo. Si è partiti dalla definizione di alimento, che dal punto di vista legislativo non prevede la necessità di contenere nutrienti, ma solo la possibilità di ingestione senza rischi. Poi si è fatta la valutazione dei benefici nutrizionali legati al consumo di insetti confrontando l’apporto proteico con altre fonti abitualmente usate in occidente, come la carne. Gli insetti in generale si presentano come valide alternative, ma è necessario analizzare le proprietà nutrizionali prendendo in considerazione le varie specie oltre a fattori ambientali e gestionali collegati alla loro dieta.

Spiedini esotici: baco da seta allo stadio di pupa
Dal punto di vista igienico-sanitario gli insetti possono essere contaminati da microrganismi e parassiti come accade agli altri alimenti di origine animale
Dal punto di vista dei pericoli igienico sanitari gli insetti non risultano dissimili dagli altri alimenti di origine animale, in quanto possono essere contaminati da microrganismi e parassiti in grado di causare problemi per l’uomo. La corretta conservazione e il trattamento di cottura prima  del consumo sono però elementi in grado di tutelare il consumatore. Anche la presenza di residui chimici va considerata, se si pensa alla cattura, mentre la presenza di contaminanti si controlla facilmente nel caso di allevamenti realizzati in ambienti e con razioni alimentari predefinite. C’è infine il problema delle eventuali reazioni allergiche, come alcuni episodi di ingestione, anche involontaria, dimostrano. In particolare si sottolinea la possibile cross reazione con allergeni simili a quelli presenti nei crostacei.

Le evidenze disponibili non dimostrano la sicurezza soluta degli insetti come categoria alimentare, anche se esiste la concreta possibilità di consumare alcune specie, come la pupa del baco da seta e le tarme della farina senza problemi. L’unica accortezza è cucinarli in modo adeguato, come avviene per decine di alimenti di origine animale abitualmente presenti nella dieta “occidentale”. La ricerca condotta dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie si presenta come uno dei primi tentativi di raccogliere le informazioni disponibili nella letteratura scientifica, sugli aspetti igienico sanitari legati agli insetti come possibile alimento da  introdurre nella dieta europea. La strada è comune aperta, occorre porre al primo posto  il principio di precauzione (dominus indiscusso della legislazione alimentare) abbinare un’analisi epidemiologica o sperimentale sulle specie di interesse alimentare e dimostrare la salubrità degli insetti.

Carmen Losasso e Simone Belluco

Ogm: Greenpeace, a rischio grano da Usa, Italia aumenti test

(ANSA) - ROMA, 31 MAG - Le autorita' italiane dovrebbero fare test su tutto il grano importato dagli Usa, dopo la scoperta in Oregon di tracce di frumento Ogm non autorizzato nelle produzioni. Lo chiede Greenpeace, dopo che anche la Commissione Europea ha invitato i paesi membri ad alzare la guardia.

La vicenda riguarda un singolo agricoltore che ha trovato nei suoi campi grano che poi e' risultato essere di una varieta' sviluppata all'inizio degli anni 2000 da Monsanto ma il cui progetto e' stato abbandonato. Nessun indizio e' ancora stato trovato su come queste sementi siano potute arrivare nei campi, anche se uno degli Stati dove vennero testate e' proprio l'Oregon. La Commissione ha esortato ieri ad aumentare i controlli sul grano tenero bianco, che costituisce l'80% delle importazioni dagli Usa. Il Giappone, da parte sua, ha invece sospeso l'importazione di una partita da 25mila tonnellate in attesa che venga chiarita la vicenda.

''L'import di frumento USA in Italia, nella campagna approvvigionamenti 2011/2012, ammontava a oltre 360 mila tonnellate - sottlinea Greenpeace -. Vista la grave situazione e il rischio di una contaminazione diffusa e incontrollata e' necessario testare ogni nuovo import dagli Stati Uniti per scongiurare la possibilita' che ai cittadini italiani si somministrino prodotti (farine e derivati) con Ogm non autorizzati''. (ANSA).
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giovedì 30 maggio 2013

Tonno avariato, i consigli dell'esperto „ Tonni in deposito abusivo a Ballarò L'esperto: "Difficile riconoscere quelli avariati” Duecento chili di pesce sono stati scoperti in una casa diroccata dai Nas: erano pronti ad essere messi in commercio. I consigli di Paolo Giambrone: "Non presenta differenze all'odore o al gusto, meglio consumare il tonno il giorno stesso e acquistarlo dal pescivendolo di fiducia"

Il tonno sequestrato a Ballarò
Il tonno sequestrato a Ballarò
Ennesimo e ingente sequestro di tonno stamattina al mercato di Ballarò. I controlli a tappeto, che i Nas hanno effettuato con il supporto del Dipartimento di prevenzione dell'Asp, hanno portato al sequestro di 12 tonni rossi, per un peso totale di oltre 2 tonnellate. Sono stati scoperti in una cella frigorifera collocata all'interno di una casa diroccata, in pieno centro, e pare fossero pronti per essere messi in commercio. Più i circa 200 chili sequestrati dalle pescherie dello storico mercato. (GUARDA IL VIDEO)
In questi giorni almeno un centinaio di persone si sono dovute presentare nei pronto soccorso cittadini e, sebbene il numero dei casi potrebbe non sembrare allarmante, le grosse quantità di tonno rosso sequestrate determinano un'altra realtà. A chiarire molti punti della questione ai lettori di PalermoToday è Paolo Giambrone, presidente del Dipartimento di prevenzione veterinaria che ha partecipato in prima persona ai controlli di stamattina.
Dottore, come fa un "non esperto" a riconoscere quali pesci è bene non acquistare?
"Purtroppo solo le analisi di laboratorio possono dare dei risultati. La principale difficoltà che stiamo riscontrando è proprio questa, i tonni avariati non presentano differenze all'odore o al gusto".
Allora quali sono gli accorgimenti che devono adottare i cittadini?
"Consumare il tonno il giorno stesso dell'acquisto, da effettuare solo dal proprio pescivendolo di fiducia. Evitare assolutamente le tipiche bancarelle improvvisate dove i pesci si presentano in pessime condizioni igieniche. Anche queste possono determinare la formazione di istamina nel pescato".
Ma cos'è l'istamina, e perché è così pericolosa?
"L'istamina è uno dei mediatori chimici dell'infiammazione allergica, e viene prodotta durante il processo di decomposizione del pesce conservato male. Gli effetti derivanti dall'assunzione di istamina hanno proprio i caratteri di una reazione allergica improvvisa e violenta, i cui primi sintomi sono appunto prurito al volto, nausea e abbassamento di pressione. Le cure sono  a base di cortisone e antistaminici. Nel caso non si intervenga prontamente si può avere uno shock anafilattico, e la morte non è esclusa. Finora comunque è andata bene e negli ospedali è stato fatto un ottimo lavoro".
Perchè la città è invasa dal tonno avariato?
"I pescatori per legge non possono superare una certa quota di pescato settimanale. Per questo motivo alcuni vanno più al largo e lasciano in acqua il pesce che sfora la quota per quattro-cinque giorni, in alcuni casi tornano a prenderlo anche dopo una settimana. I pescivendoli lo sanno quando il pesce non è fresco, per questo è importante rivolgersi a uno onesto. E non sempre i prezzi alti sono una garanzia".
http://www.palermotoday.it/cronaca/sequestro-tonno-ballaro-29-maggio-2013.html

mercoledì 29 maggio 2013

Francia, morto uno dei pazienti affetti da nuova Sars Era stato ricoverato il 23 aprile scorso


E' morto uno dei due pazienti francesi affetti da Coronavirus, la nuova 'Sars'. Lo si e' appreso dal ministero della Salute francese.

''Il primo paziente e' morto'', ha annunciato la Direzione generale della Sanita'. Il primo malato di 'nuova Sars' era stato ricoverato il 23 aprile scorso a Valenciennes, nel nord, dopo essere rientrato da un soggiorno a Dubai. La sua contaminazione da Coronavirus era stata confermata il 7 maggio scorso.

''Il dispositivo di sorveglianza del governo resta attivo.

Non c'e' alcun motivo di rafforzarlo. Restiamo in allerta'', ha affermato il ministro francese della Salute, Marisol Touraine.

Oltre a questi due casi, ha aggiunto Touraine, ''non c'e' alcun nuovo caso identificato nel Paese''.
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Tonno in scatola ha i numeri per dieta equilibrata e leggera E' la proteina di origine animale più conveniente sul mercato, insieme a latte e uova


Sott’olio o al naturale, il tonno in conserva ha un ruolo fondamentale nell’ambito di un’alimentazione sana ed equilibrata. “Il valore energetico del tonno in scatola - afferma Pietro Antonio Migliaccio, nutrizionista e presidente della Sisa (Società Italiana di Scienza dell'Alimentazione) - dipende dalla quantità di olio che rimane dopo averlo sgocciolato, ed è pari a circa 190 calorie per 100 grammi. Quello in salamoia apporta invece 100 calorie per 100 grammi. Questo alimento fornisce proteine nobili, circa 25 grammi per 100 grammi, e pertanto assicura all’organismo tutti gli amminoacidi indispensabili per il ricambio dei tessuti e per la sintesi di sostanze proteiche come ormoni ed enzimi. Il suo apporto proteico è molto utile anche nell’età evolutiva per garantire il corretto accrescimento.”

“Il contenuto di lipidi (di grassi) proprio del tonno in scatola– prosegue Migliaccio - è importante per l’apporto di acidi grassi polinsaturi della serie omega 3 che hanno effetti benefici sull’organismo: determinano infatti una riduzione del Colesterolo totale ed un aumento del Colesterolo buono (HDL-Colesterolo). Regolano inoltre il processo di aggregazione piastrinica riducendo il rischio di trombi e di formazione di placche ateromasiche nelle arterie. Il tonno inoltre, come tutti i prodotti della pesca, è un alimento ricco di iodio: fornisce in media 50-100 µg di iodio per 100 grammi. Questo è un elemento importante per la sintesi degli ormoni tiroidei e pertanto per il corretto funzionamento della ghiandola tiroidea. E’ anche ricco di potassio e fosforo. Il potassio è un costituente delle membrane cellulari ed è fondamentale per la contrazione muscolare e per la trasmissione degli impulsi nervosi. Anche il fosforo fa parte delle membrane cellulari ed è un componente del tessuto osseo e del materiale genetico. Il tonno, infine, apporta vitamine del gruppo B importanti per innumerevoli funzioni biologiche e ferro elemento necessario per la sintesi dei globuli rossi. In una dieta equilibrata è auspicabile che il pesce venga consumano almeno tre o quattro volte alla settimana”
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domenica 26 maggio 2013

LA CINA IMPONE PESANTI DAZI AL VINO ITALIANO, L'ITALIA IMPORTA QUALSIASI SCHIFEZZA DALLA CINA SENZA BATTERE CIGLIO.


Milano - La spada di damocle dei dazi si abbatte sull'aumento record del 42 per cento nel primo bimestre delle esportazioni di vino italiano in Cina dove si e' registrato il piu' elevato tasso aumento del pianeta nei consumi che hanno raggiunto i 18 milioni di ettolitri, con il gigante asiatico che si classifica al quinto posto tra i maggiori paesi bevitori. E' l'allarme lanciato dalla Coldiretti in occasione della conclusione di Cantine Aperte nel sottolineare che il boom del vino e' il frutto dell'aumento delle importazioni dell'8 per cento per un valore di 3,4 milioni di ettolitri nel 2012 ma soprattutto della produzione interna che la Cina ora intende tutelare con l'avvio di una indagine antidumping nei confronti del vino di provenienza europea che rappresenta il 58,7% del totale delle importazioni nei primi due mesi del 2013, secondo il China Security Journal.
La decisione - continua la Coldiretti - nascerebbe da una pressante richiesta dei produttori di vino cinesi che, attraverso la Chinese Alcoholic Drinks Association, lamentano che i vini europei arrivano in Cina a prezzi molto bassi tramite sussidi continentali, andando ad inficiare il mercato del prodotto interno. La mossa cinese - spiega la Coldiretti - e' considerata da molti una sorta di ritorsione nei confronti della decisione dell'Unione europea di indagare per misure antidumping, i produttori cinesi dei pannelli solari importati in Europa. Si tratta in ogni caso - afferma la Coldiretti - di un duro colpo per la produzione vitivinicola europea che e' costretta a fare i conti con consumi che sono cresciuti leggermente solo in Francia, sono stabili in Germania, Portogallo e Grecia mentre calano, oltre che in Italia, anche in Spagna di ben 60 milioni di litri in un anno. 
Gli italiani - rileva la Coldiretti - dicono addio ad un bicchiere di vino su quattro con il crollo record del 22 per cento in dieci anni dei consumi nazionali che sono scesi a minimo storico dall'Unita' d'Italia ad appena 22,6 milioni di ettolitri, rispetto ai 29 milioni di ettolitri bevuti negli Stati Uniti e ai 30,3 milioni di ettolitri della Francia che detiene il primato mondiale. E la situazione - continua la Coldiretti - del primo luglio, quando, se non interverranno modifiche, l'Imposta di valore aggiunto passera' dal 21 al 22 per cento su alcuni prodotti tra cui, appunto, il "nettare di bacco". A salvare il bilancio del settore - conclude la Coldiretti - sono le esportazioni con l'Italia che detiene il primato a livello mondiale e ha fatto segnare un aumento del 15 per cento nel primo bimestre del 2013 dopo aver fato segnare il record di 4,7 miliardi nel 2012.
Redazione Milano

giovedì 23 maggio 2013

Operazione dell’Antitrust contro decine di dimagranti “miracolosi”. Nella rete Gastrobioring, Bromelina, Aceto di sidro, Noce amazzonica…tra sette mesi la sentenza


cento sitoL’Antitrust ha dichiarato guerra alla vendita di prodotti e metodi dimagranti miracolosi, di antidolorifici improbabili e altre diavolerie vendute on line o attraverso call center e direct mailing. L’operazione è scaturita dalle  segnalazioni provenienti da cittadini, associazioni di consumatori, Nas e carabinieri, che hanno chiesto all’Autorità di intervenire.

La lista dei prodotti per i quali è stata avviata la procedura è molto lunga e comprende oltre 30 articoli (ArtroFlexill, Slim Aspargus, Wakame, Gastrobioring, Aceto di sidro, Bromelina, LhipiHeal, Goemon, Luna Slim, Ciblaction A37, CherrySlim, Accuslim, Af6 Super Slim, Aha Force 7, Braziol5, Caloslim Xs, Easy To Slim 5, Equibioslim, KillKilo, Kilo-Hunter, L.A. Looks Body Wrap, Slim Bool, Slim Effect 24h, Slim Patch, Slimadvance, Xtralight, Zactival, Slim Plus, Soludrena,  Xantoslim, Argan, Bleuet, Gel Organicsilicium 24h, Glucimol, Gotulitho, Long Life, Maitake, Mirtillo Blu, Noce Amazzonica). Tutti questi prodotti sono in commercio dal 2008 e potevano essere acquistati sul sitowww.centoshop.eu..( da pochi giorni il sito non è raggiungibile). Le società coinvolte sono otto: Xenalis Ltd, Cento Srl, New Service Media Srl, Puntoslim Srl, Bionature e Phito-Style, Royal  Marketing Management SA, Quadratum SA e Centum Spa,  alcune  con  la residenza in: Scozia, Austria e San Marino.

asparagus lipoRiassumere le promesse riportate nei siti on line e nella publicità sarebbe lungo. Vi proponiamo alcuni esempi illuminanti senza commento perchè basta leggere la descrizione dei prodotti per rendersi conto di quanto siano paradossali certe promesse. Il dimagrante Asparagus’Lipo promette di perdere “1Kg al giorno fino a 7 kg a settimana” e precisa  “Mangi senza contare e dimagrisci a  tutta velocità”. Il sito inoltre elenca21 promesse mantenute che suonano più o meno così: Elimina i chili di troppo in tempi record! Polverizza il grasso cattivo degli ammassi adipos. Elimina la cellulite (anche molto vecchia). Riequilibra le funzioni digestive e intestinali. Distende i tessuti. Ridisegna la forma dei glutei …..

gastrobioringIl sito www.gastrobioring.com promuove un trattamento dimagrante in compresse che si sostanzia in un “anello dimagrante virtuale che fa veramente dimagrire senza sforzo” nonché permette “un calo del colesterolo, tonificazione del fegato e un’attivazione della rigenerazione cellulare”. Il trattamento “funziona secondo lo stesso principio dell’anello gastrico chirurgico. I risultati ottenuti sono gli stessi, ossia perderà peso ed eviterà il trauma ed i pericoli legati ad un’operazione chirurgica… Con GASTROBIORING dimagrirà sin dal primo giorno, sin dal primo pasto. Il risultato medio è di 1 chilo al giorno, ossia 7 chili alla settimana”.

wakameNelle pagine del sito www.distruggigrassi.eu10  viene prospettata la possibilità di perdere numerosi chili “anche se mangi tutto il giorno ”. Nel sito si legge che “La Bromelina può essere efficace solo in compresse. Questo significa che la Bromelina dissolve obbligatoriamente l’eccesso di grasso e quindi fa perdere peso anche se si mangia troppo. Il dimagrante Aceto di Sidro è descritto come  “Questo elisir UNICO AL MONDO, fa dimagrire a volontà e a vista d’occhio, TUTTE le donne e gli uomini che sono in sovrappeso. Anche i più grossi obesi che non riescono a “sciogliere”, PERDONO grasso e cellulite ad una VELOCITA’ folgorante”.

aceto di sidro
Secondo l’Antitrust le campagne pubblicitarie, ponendo grande enfasi sullarapidità e consistenza del dimagrimento promesso nonché sulla facilità di conseguimento dello stesso, ottenibile “senza rinunce ”, promuovono i prodotti dimagranti in modo tale da farli percepire come rimedi in grado di risolvere un problema, quale è quello del sovrappeso, molto diffuso e sentito dai consumatori che ne sono affetti, i quali, proprio in ragione della situazione in cui versano, appaiono particolarmente vulnerabili e più facilmente “agganciabili”. La sentenza dovrebbe arrivare entro 7 mesi al massimo. Vi terremo aggiornati.
Roberto La Pira

Zucchero a base fruttosio usato in junk food da' dipendenza


(ANSA) - ROMA, 22 MAG - Lo zucchero usato per dolcificare e modificare i cibi spazzatura e in generale tutti i prodotti confezionati (dai dolci agli snack, dai prodotti da forno alle bibite) da' dipendenza inducendo modifiche comportamentali, chimiche e neurali in tutto sovrapponibili a quelle degli individui tossicodipendenti.

Lo rivela uno studio su animali condotto da Francesco Leri della University of Guelph, secondo cui questo fenomeno della dipendenza spiega almeno in parte l'epidemia globale di obesita'.

Lo studio e' stato presentato al Meeting 2013 della Canadian Neuroscience Association. Leri ha osservato topolini dotati di una disponibilita' illimitata di cibo spazzatura e visto che alcuni di loro sono particolarmente vulnerabili allo sciroppo di fruttosio contenuto in detti cibi ed assumono le caratteristiche della dipendenza sia da un punto di vista comportamentale, sia chimico e neurologico. Secondo l'esperto non siamo tutti ugualmente vulnerabili a tale forma di dipendenza, cosi' come molti provano la cocainama non diventano dipendenti, anche per il cibo ci sono dei fattori di vulnerabilita' che potrebbero un giorno permettere di predire come ciascuno rispondera' al cibo spazzatura.(ANSA).
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mercoledì 8 maggio 2013

Francia: nuovo scandalo alimentare? Incriminato fegato d'oca


(ANSA) - PARIGI, 3 MAG - Dopo il caso della carne di cavallo nei piatti etichettati carne bovina, un nuovo scandalo alimentare rischia di colpire la Francia e questa volta una specialita' dell'alta gastronomia transalpina: il fegato d'oca.

Alla radio regionale France Bleu Gascogne, alcuni ex dipendenti del gruppo Euralis, il primo produttore al mondo di fegato d'oca, hanno denunciato i metodi irregolari usati dal produttore per ''ingozzare'' le anatre. Sostengono che Euralis faccia uso di farmaci antibiotici per ingrassare i volatili, una pratica vietata dalla normativa in vigore, e denunciano la presenza di animali malati negli allevamenti di Lescar (sud).

Alcune anatre, sostengono, presentano i sintomi dell'influenza, diarrea e raffreddamento degli occhi, altre sono affette da ''atrofia e anomalie anatomiche''. Secondo quanto riporta la radio del servizio pubblico francese, gli ex dipendenti di Euralis hanno sporto denuncia per truffa. Da parte sua, il produttore respinge le accuse e, in un comunicato, assicura che l'uso degli antibiotici ''e' occasionale'' e avviene solo con regolare ricetta medica. (ANSA).

sabato 4 maggio 2013

Sintomi dell’allergia al nichel e alimenti a rischio


Chi di noi non ha mai sentito parlare di allergia al nichel?
Il nome nichel deriva dalla parola svedese Nickel (diminuitivo di Nicolaus, con significato di persona da poco, folletto) e dal derivato tedesco Kupfernickel (“rame del diavolo”) nome dato dai minatori a questo elemento un tempo senza valore.
In effetti negli ultimi anni si riscontra un notevole aumento di casi e sembra che, al di là dell’allergia da contatto che è la situazione più nota, i cibi abbiano una loro importanza nel determinare l’insorgere di questo problema. Il nichel, come solfato, è presente in moltissimi alimenti tra i quali lenticchie, fagioli, cacao, nocciole, liquirizia per citare quelli che ne contengono una buona quantità; poi ci sono molte verdure e frutti come gliasparagi, spinaci, cipolle, funghi, kiwi, pomodoro che comunque ne contengono quantità significative.
L’intolleranza e l’allergia al nichel sono condizioni particolarmente spiacevoli perché, ahimè, questo metallo è presente un po’ dovunque, anche nell’acqua del rubinetto e negli alimenti industriali come merendine e pani di vario genere.
Ma come si fa a capire di essere allergici al nichel?
Prima cosa è il constatare la presenza di particolari sintomi che per l’intolleranza possono essere:
  • dermatiti e pruriti, anche da contatto, che si manifestano sul volto, sulle mani, sulle gambe;
  • afte o infiammazioni boccali e gengivali;
  • gonfiori addominali;
  • malessere generale diffuso;
  • senso di stanchezza e pesantezza;
  • senso di nausea;
  • mal di testa.
I sintomi, che si possono sviluppare nel tempo, sono determinati anche dalla quantità di nichel che l’organismo ingerisce o dalla quantità con cui viene a contatto.
Nel caso di allergia al metallo (sottolineiamo la differenza tra intolleranzaed allergia) invece i sintomi possono essere più o meno gli stessi ma più accentuati, soprattutto per quanto riguarda la dermatite da contatto; si possono avere anche dei casi di crisi respiratoria ed asma.
Se una persona soffre di questi sintomi può valere la pena di accertare con opportuni test la presunta allergia/intolleranza al nichel. E’ disponibile un test cutaneo, il patch test, che consiste nell’applicare al braccio un cerotto a rilascio lento e graduale di nichel, in cui la risposta si considera positiva se la cute sotto al cerotto si arrossa con presenza di vescicole pruriginose.
Nel caso di vera e propria allergia conclamata è necessaria l’astensione completa dal metallo, nel caso invece di intolleranza spesso con una dieta di eliminazione, cioè una dieta che evita tutti gli alimenti a più alto contenuto di nichel, e poi una dieta di rotazione dei cibi si giunge ad un netto miglioramento dei sintomi, soprattutto infiammatori ed intestinali.
Prima di vedere in dettaglio quali sono i cibi da evitare in caso di allergia, è bene precisare che le vivande andrebbero cucinate in pentole di vetro o acciaio inox, anche se su quest’ultimo materiale non tutte le fonti concordano (http://www3.interscience.wiley.com/journal/119617499/abstract?CRETRY=1&SRETRY=0).
Dicevamo gli alimenti da evitare:
  • tutti quelli in scatola;
  • asparagi, funghi, cipolle ,spinaci, pomodori, legumi, lattuga, carote;
  • farina integrale, farina di mais;
  • pere, prugne, uva passa;
  • nocciole, mandorle, arachidi;
  • tè, cacao;
  • margarina;
  • lievito chimico;
  • aringhe, ostriche.
I cibi che possono essere consumati in piccola quantità sono invece:
  • cavoli, cetrioli;
  • farina 00;
  • riso brillato;
  • caffè;
  • olio di oliva;
  • uova;
  • frutta (eccetto quella citata in precedenza).
Infine gli alimenti che possono essere consumati liberamente:
  • tutte le carni;
  • pesce (tranne quello scritto in precedenza);
  • latte e derivati;
  • patate.
E’ sempre opportuno precisare che chi soffre di dermatiti da contatto deve evitare di indossare indumenti o gioielli che contengono nichel ed in particolare attenzione alla bigiotteria, usare quella esente da nichel, ed attenzione ad evitare il contatto della pelle con le parti metalliche degli indumenti come cerniere, bottoni.
http://www.farmacoecura.it/malattie/allergia-nichel-sintomi-alimenti/

L'esercito delle lumache giganti che sta invadendo la Florida


Importate illegalmente negli anni '60 stanno ora tornando a diffondersi: mangiano piante, plastica, stucco e copertoni e sono anche pericolose per la salute. Ecco perché sono così diffuse e come si sta cercando di debellarle.

Le chiocciole giganti africane prediligono i luoghi umidi: i sottovasi delle piante, gli scarichi dei condizionatori, il terriccio. Le piogge che nelle prossime settimane interesseranno la Florida le staneranno dai loro rifugi. Foto Reuters. <a target="_blank" href="http://www.focus.it/ambiente/animali/un-esercito-bavoso-alla-conquista-della-florida_C9.aspx">Le foto delle chiocciole extralarge: guarda</a>
Le chiocciole giganti africane prediligono i luoghi umidi: i sottovasi delle piante, gli scarichi dei condizionatori, il terriccio. Le piogge che nelle prossime settimane interesseranno la Florida le staneranno dai loro rifugi. Foto Reuters. Le foto delle chiocciole extralarge: guarda

Sono grandi come ratti, hanno una fame incontenibile e ovunque vadano lasciano dietro di sé una lunga scia di bava. Scordatevi le chioccioline che vedete uscire allo scoperto nelle giornate di pioggia: le lumache che stanno disseminando il panico nel sud della Florida sembrano uscite direttamente da un B-movie degli anni '60 (guardale, se hai il coraggio, in questa viscidissima gallery)

Le chiocciole giganti africane (Achatina fulica) originarie dell'Africa orientale ma diffuse da tempo anche alle Hawaii, sono considerate una delle specie invasive più distruttive: nel loro menù figurano oltre 500 specie di piante, ma sono ghiotte anche di plastica, stucco (che usano come fonte di calcio per ricostruire il proprio guscio), copertoni e in generale di qualunque cosa verde si pari sul loro cammino.

Da settembre 2011, la data della loro ultima "invasione", ne sono state catturate 117 mila e si calcola se ne eliminino un migliaio alla settimana. Ciò nonostante, complice la fine del periodo dell'ibernazione e l'imminente stagione delle piogge, che in Florida inizierà tra 7 settimane, i residenti potrebbero incontrarne moltissime in strada, in giardino e persino in casa.

[In più: Sai come si forma il guscio delle chiocciole?]
Una lumaca "catturata" dal Dipartimento per l'Agricoltura della Florida. Foto Reuters. <a target="_blank" href="http://www.focus.it/ambiente/animali/un-esercito-bavoso-alla-conquista-della-florida_C9.aspx">Le foto delle chiocciole extralarge: guarda</a>
Una lumaca "catturata" dal Dipartimento per l'Agricoltura della Florida. Foto Reuters. Le foto delle chiocciole extralarge: guarda

Dalle Hawaii con furore

importarle illegalmente per la prima volta dalle Hawaii fu un giovane di Miami nel 1966. Il ragazzo, viste le dimensioni e la propensione dei molluschi all'interazione con l'uomo, voleva tenere i tre esemplari raccolti come animali domestici, ma la nonna li liberò in giardino, dando origine a una piaga per l'agricoltura che richiese 10 anni e un milione di dollari per essere estirpata. Il pericolo sembrava scampato, quando nel 2011 le autorità hanno assistito a una nuova diffusione.

Questi animali, che raggiungono i 21 centimetri di lunghezza (guarda) e sopravvivono anche 9 anni, si accoppiano in continuazione: dotati degli organi riproduttivi sia femminili che maschili, in un anno possono produrre anche 1200 uova. Alle Barbados, dove sono più diffuse, arrivano a forare con i loro gusci gli pneumatici delle auto e si trasformano in veri e propri proiettili quando vengono sparate in aria dalle lame rotanti dei tosaerba.

[In più: Aglio spray contro le lumache: leggi]

Voraci e contagiose

Oltre a costituire una minaccia per l'agricoltura i molluschi sarebberopericolosi anche per la salute: sono infatti portatrici di vermi nematodi parassiti dei ratti che entrando a contatto con l'uomo tramite il muco delle lumache, possono trasmettere gravi forme di meningite tropicale. Per questo le autorità hanno invitato chiunque a non toccare le chiocciole (anche se non tutti rispettano il divieto: guarda) e a disinfettare le superfici contagiate dalla loro bava.

Per debellarle si sta utilizzando un molluschicida a base di metaldeide. Le piogge imminenti dovrebbero stanare più facilmente le chiocciole ancora nascoste. Una strage di animali che si sarebbe potuta evitare se l'uomo non le avesse portate fuori dal loro habitat naturale: l'importazione di lumache negli Stati Uniti è illegale, così come quella di altri animali esotici come il pitone delle rocce birmano (Python bivittatus), che nello stato ha creato molti problemi lo scorso anno.