domenica 28 dicembre 2014

Salmonella in pollo congelato dalla Francia e norovirus in mitili spagnoli… Ritirati dal mercato europeo 79 prodotti

salmonella in pollo congelato surgelato
Allerta per Salmonella in pollo congelato, pronto da cuocere, dalla Francia
Nella settimana n°47 del 2014 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi sono state 79 (14 quelle inviate dal Ministero della salute italiano).

L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende due casi: Salmonella Hadar in pollo congelato, pronto da cuocere, dalla Francia; norovirus (presenza del genoma virale) in mitili precotti e congelati provenienti dalla Spagna.

Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un intervento urgente troviamo: caratteristiche organolettiche non idonee (cattivo odore) di snack in barrette dolci biologiche infestate da muffe dalla Bulgaria (si tratta delle Roo’bar ai gisti Chia & Coconut e Cacao Nibs); migrazione di cromo, manganese e globale troppo elevata, da articoli per il forno antiaderenti dalla Cina; Salmonella spp. in mitili vivi dalla Spagna; Listeria monocytogenes in tre lotti di salmone affumicato dalla Polonia.

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Allerta per norovirus (presenza del genoma virale) in mitili precotti e congelati provenienti dalla Spagna
Tra i lotti respinti alle frontiere l’Italia segnala: migrazione di cromo da grattugie in acciaio cinesi; aflatossine in fichi secchi dalla Turchia; due lotti di datteri dalla Tunisia infestati da insetti; aflatossine in arachidi sgusciate dall’Egitto; solfiti non dichiarati in uvetta dalla Turchia; aflatossine in arachidi in guscio dall’Egitto.

Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal mercato, la Slovenia segnala presenza di DNA di ruminanti in farina di pesce destinata a mangime.

Valeria Nardi

sabato 27 dicembre 2014

Ristoranti senza cuoco che servono piatti pronti. Pizzerie senza forno che usano pizze surgelate. Pesce di allevamento pagato come se fosse pescato in mare, ma il consumatore non lo sa!

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A Venezia e in altre città ci sono ristoranti senza cuoco che servono pasta, lasagne e pietanze di carne e di pesce comprati all’ipermercato.
A Venezia e in altre città ci sono ristoranti senza cuoco che servono ai clienti pasta, lasagne e pietanze di carne e di pesce comprati nel reparto surgelati all’ipermercato. Quando arriva in  cucina il cibo viene riscaldato e poi con un’abile maquillage a base di salse e altri ingredienti  finisce nel piatto dei clienti. Per le minestre e le zuppe si preferiscono i barattoli da 5 kg.  In questi casi si travasa qualche mestolo nella pentola per riscaldare e poi si aggiungono olio e spezie. Ci sono anche finte “pizzerie” senza forno a legna dove si usano solo pizze surgelate riscaldate nel microonde. La stessa cosa avviene in alcuni “bar tavola calda” di Milano durante l’intervallo del pranzo. Il cliente è informato?

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Ci sono anche finte “pizzerie” senza forno a legna dove si usano solo pizze surgelate riscaldate nel microonde
Premesso che tutti questi modi di fare il ristoratore sono lecitie anche la scelta dei prodotti da servire ai clienti è una scelta autonoma, l’unico problema è il modo di fare sapere al cliente in modo chiaro che in cucina si usano piatti pronti precotti e o surgelati o che il pizzaiolo non esiste. In Francia per cercare di risolvere il problema ed eliminare la confusione generata da questi nuovi ristoranti, una proposta di legge vuole differenziare i locali che usano piatti precotti surgelati e/o precucinati, da quelli dove in cucina c’è un vero cuoco.

Un altro elemento di scarsa trasparenza si riscontra in molti locali dove si serve pesce. Se anni fa si discuteva sull’opportunità di indicare sul menù il pesce surgelato, adesso si dovrebbe dire in modo chiaro se il pesce fresco è catturato in mare oppure è di allevamento.  Pochi locali lo evidenziano anche se si tratta di un aspetto molto importante. Il pesce allevato in Grecia dove branzini e orate, grazie a diete supercaloriche crescono molto in fretta a discapito del gusto si paga 6-7 €/kg. I branzini e le orate di filiera allevati in Italia seguono schemi diversi per cui impiegano molto più tempo a raggiungere il peso forma e costano il doppio. La terza possibilità è mangiare un branzino o un’orata al cartoccio pescata in mare, che probabilmente ha un gusto migliore ma costa il triplo o il quadruplo (*) 

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Leggendo il menu il cliente dovrebbe capire subito se in cucina non c’è il cuoco
Leggendo il menu il cliente dovrebbe capire subito se in cucina non c’è il cuoco, se la pizza è surgelata e che tipo di pesce si prepara tra i fornelli.  Purtroppo non è così. Le rare volte che compaiono queste indicazioni sono proposte con  caratteri tipografici microscopici quasi invisibili.  Il vero elemento in comune tra vecchi e nuovi ristoratori è il conto da pagare, visto che i prezzi  sono simili . Forse le associazioni di categoria e il legislatore dovrebbero intervenire per chiarire la situazione.

(*) Branzini e orate di filiera  controllata italiana per arrivare alla pezzatura di  450/550 g impiegano qualche mese in più rispetto agli allevamenti greci e turchi. Questo comporta maggior costi ma  il risultato finale è diverso, perché  il contenuto di grasso e il sapore di questi pesci  allevati risulta più simile al pesce catturato in mare. Il prezzo, però, lievita: se il branzino di allevamento greco di taglia standard costa 7-8 €/ kg, quello di filiera cresciuto in modo controllato oscilla tra 10 e 14 €/ kg, mentre il selvatico, quando lo si trova, si attesta sui 20-25 €/kg.
Roberto La Pira

Rucola con Salmonella e pesto italiano infestato da muffe… Ritirati dal mercato europeo 72 prodotti

Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un intervento urgente troviamo: eccesso di Escherichia coli in vongole (Ruditapes decussatus) dalla Tunisia; Listeria monocytogenes in due lotti di salmone affumicato dalla Polonia; Escherichia coli in mitili refrigerati (Mitilus spp) dalla Spagna; Escherichia coli in vongole refrigerate dall’Italia.

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I Paesi Bassi segnalano pesto italiano infestato da muffe
Tra i lotti respinti alle frontiere l’Italia segnala: residui di pesticida (tiofanato metile) in fragole provenienti dall’Egitto; migrazione di nichel e di manganese da grill a gas provenienti dalla Cina; insetti morti in datteri dalla Tunisia; residui di pesticida (profenofos) in peperoni in salamoia da Egitto; enteropatogeno (Escherichia coli) in carni di manzo disossate congelate dal Brasile; aflatossine in fichi secchi turchi; residui di pesticida (carbendazim) in riso dall’India.

Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal mercato, la Norvegia segnala rucola con Salmonella Kottbus (via Danimarca), e i Paesi Bassi segnalano pesto infestato da muffe.

Valeria Nardi

lunedì 22 dicembre 2014

Antitrust, 500mila euro di multa a TripAdvisor: recensioni poco trasparenti


Secondo l'Autorità viene "enfatizzato il carattere autentico e genuino dei giudizi". I consumatori sono così tratti in inganno: credono che le informazioni siano sempre espressione di reali esperienze turistiche. Tre mesi di tempo per adeguarsi

MILANO - Stangata dell'Antitrust ai danni di TripAdvisor (il titolo al Nasdaq), il celebre portale che raccoglie le recensioni degli utenti su alberghi, ristoranti e attività turistiche. Secondo l'Autorità è reo di pratica commerciale scorretta in relazione alle sue recensioni: dovrà pagare 500mila euro perché, nel pubblicizzare la propria attività, "enfatizza il carattere autentico e genuino delle recensioni, inducendo così i consumatori a ritenere che le informazioni siano sempre attendibili, espressione di reali esperienze turistiche".

L'indagine dell'Antitrust parte da una segnalazione dell'Unione Nazionale Consumatori, di Federalberghi e di alcuni consumatori: l'Autorità guidata da Giovanni Pitruzzella ha accertato la scorrettezza della pratica commerciale realizzata, a partire da settembre 2011 e tuttora in corso, da parte della controllante statunitensei (TripAdvisor LLC) e da TripAdvisor Italy.

"Con questo provvedimento - si legge nella nota - l'Antitrust ha vietato la diffusione e la continuazione di una pratica commerciale consistente nella diffusione di informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni, pubblicate sulla banca dati telematica degli operatori, adottando strumenti e procedure di controllo inadeguati a contrastare il fenomeno delle false recensioni".

A giudizio dell'Autorità, le condotte contestate violano alcuni articoli del Codice del Consumo, "risultando idonee a indurre in errore una vasta platea di consumatori in ordine alla natura e alle caratteristiche principali del prodotto e ad alterarne il comportamento economico".

L'intervento dell'Antitrust punta a evitare che i consumatori facciano le proprie scelte  economiche, in ordine ai servizi resi dalle strutture turistiche ricercate sul sito, basandosi anche su informazioni pubblicitarie non rispondenti al vero. Entro 90 giorni le due società dovranno comunicare le iniziative assunte per ottemperare al divieto di ulteriore diffusione e continuazione della pratica commerciale scorretta. La sanzione amministrativa dovrà essere pagata entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento
http://www.repubblica.it/economia/2014/12/22/news/antitrust_multa_tripadvisor_recensioni-103520222/

mercoledì 10 dicembre 2014

Rifiuti animali infetti trasformati in mangimi Nell'Isola la base dell'organizzazione: 4 arresti


L'indagine che ha portato agli arresti è stata coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Cagliari.
Stoccavano rifiuti di origine animale, anche quelli che andavano distrutti, e li trasformavano in farine e oli che venivano utilizzati come mangimi e potenzialmente potevano diffondere piaghe come la peste suina o il morbo della lingua blu. Gli agenti del Nucleo investigativo del Corpo forestale e vigilanza ambientale della Sardegna hanno assestato un duro colpo al traffico illegale di rifiuti. Quattro persone sono state arrestate e per altre quattro è scattato l'obbligo di dimora nel Comune di residenza. In manette per associazione a delinquere finalizzata al traffico illegale dei rifiuti, diffusione di malattie delle piante o degli animali sono finiti l'amministratore e i soci della ditta Lem, con sedi in Lazio, Campania e Sardegna, specializzata nel trasporto e nella gestione di sottoprodotti di origine animale e alla trasformazione in farine e olii: Antonio Mangia, di 33 anni amministratore unico della società, Mario Mangia, di 38, addetto all'impianto di Frosinone, Pietro Mangia, di 44 anni, addetto all'impianto di Caivano, e Tommaso Gatta, di 42, direttore tecnico dell'impianto di Thiesi. Obbligo di dimora per i quattro autotrasportatori sardi che lavoravano per l'azienda. Nove complessivamente le persone indagate nell'ambito dell'inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari.
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