domenica 31 agosto 2014

Procura Torino indaga su 123 casi di Sla tra agricoltori Diagnosticati nel 2011. Ipotesi il contatto con i pesticidi



TORINO - Gli agricoltori si ammalano di sclerosi laterale amiotrofica come e più dei calciatori a causa del contatto continuo con i pesticidi. Al momento è un'ipotesi sulla quale sta lavorando la Procura di Torino, la stessa che ha in esame i casi di Sla tra i calciatori. Un'ipotesi che spiegherebbe il meccanismo per cui l'incidenza della terribile malattia, che annulla tutti i movimenti muscolari compresi quelli della parola e della respirazione fino a portare inesorabilmente alla morte, sia così alta tra coloro che sono a contatto l'erba dei campi di calcio.

Per il momento ci sono due certezze. La prima, che risale all'inizio dello scorso decennio, è che la Sla colpisce i calciatori 24 volte di più rispetto alle altre persone. I casi mortali accertati tra ex professionisti o dilettanti di lungo corso sono circa 50. La seconda, che invece è emersa negli ultimi giorni, è che nel solo Piemonte, nel 2011, sono stati censiti 123 agricoltori che sono stati dimessi dagli ospedali con la diagnosi della terribile patologia. Se confermata dal prossimo ampliamento - temporale e spaziale - dello studio, l'incidenza sarebbe quindi addirittura superiore a quella riscontrata tra i calciatori.

Secondo il pubblico ministero torinese Raffaele Guariniello, che oggi come allora coordina le indagini in un fascicolo di atti relativi (quindi al momento senza ipotesi di reato né indagati), la correlazione tra le due professioni sarebbero i pesticidi usati nei campi agricoli e in quelli sportivi per salvaguardare le colture e i tappeti verdi. Secondo i consulenti del magistrato, si tratta di andare più a fondo nello studio, per esempio cercando di capire in quale settore dell'agricoltura abbiano operato coloro che si sono ammalati e, tra le altre categorie di persone che hanno contratto la patologia, se vi siano persone che abbiano fatto i contadini in passato. Poi si tratterà di capire quali siano i prodotti che vengono utilizzati nei settori agricoli dove si registrerà la maggiore incidenza, sempre che ne emergano.

Tra gli ex calciatori rimasti vittime della Sla vi sono l'ex capitano del Genoa, Gianluca Signorini, scomparso nel 2002 all'età di 42 anni, l'ex capitano dell'Avellino, Adriano Lombardi, morto nel 2007 a 62 anni, e l'ex commissario tecnico della nazionale Fulvio Bernardini, morto nel 1984 a 79 anni. Tra coloro che stanno combattendo contro il morbo c'é Stefano Borgonovo, ex attaccante di Como, Milan e Fiorentina, che ha 46 anni.
© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati

L’olio di canapa e i suoi incredibili benefici

olio di canapa
Quando pensiamo alla canapa, pensiamo all’industria tessile, che dalla canapa ricava vestiti e borse oltre alla celebre cannabis. Quest’ultima deriva da specie di canapa con alto contenuto di THC (tetraidrocannabinolo), la sostanza psicoattiva che è il principio attivo della cannabis.
Tuttavia esistono molte altre specie di canapa con un contenuto di THC molto ridotto, che permettono di usufruire dei superpoteri di questa pianta anche a livello alimentare.
Sì, perchè i semi di canapa sono un superfood! Contengono:
  • grandi quantità di proteine nobili (ossia raccolgono tutti gli amminoacidi essenziali al corretto funzionamento del corpo umano)
  • numerose vitamine, tra cui A, E, B1, B2, PP, C..
  • sali minerali come ferro, calcio, magnesio, potassio, fosforo
La maggior parte dei grassi è costituito da omega3 ed omega6 e sono presenti anche la lecitina, che aiuta il metabolismo dei grassi e numerosi fito nutrienti.
Le indicazioni sono tante, esiste una fitta documentazione, ed è incredibile constatare quanto poco se ne parli: psoriasi, eczema, artrite reumatoide, osteoporosi, menopausa, sindrome premestruale, diabete, depressione, deficit della memoria e dell’apprendimento, patologie dell’apparato respiratorio, malattie degenerative del sistema immunitario.
L’olio di semi di Canapa è un alimento dalle straordinarie proprietà nutrizionali, nonché un eccellente olio a tavola.
I semi di canapa hanno un gradevole sapore di nocciola. Sono protetti da un guscio esterno naturale, tra l’altro ben digeribile, che conserva efficacemente gli oli e le vitamine.
Come per tutti i semi oleosi svariate sono le possibilità di utilizzo in cucina.
Sono ottimi tostati, da soli o insieme ad altri semi, è da utilizzare per insaporire insalate, verdure, primi piatti, interi o schiacciati come si fa col pepe in grani.
Germogliati possono insaporire insalate o trovare impiego nella preparazione di hamburger e polpette vegetali: in commercio è possibile trovare l’Hempeh, un hamburger vegetariano preparato come si fa con il tempeh.
Coi semi di canapa si può anche produrre un ottimo latte vegetale.
Oppure si possono frullare, sempre da soli o con altri semi, in modo da ottenere un composto pastoso dal sapore delicato, che ricorda il burro, da spalmare o da utilizzare come condimento su bruschette o per insaporire i vostri piatti.

venerdì 29 agosto 2014

Olive nere denocciolate Alisa ritirate dagli scaffali dei supermercati. L’avviso pubblicato sul sito dell’azienda e della catena Auchan

olive nere alisa auchan
Le olive nere denocciolate Alisa ritirate sono il lotto 160417
Ritirate dal mercato le olive nere denocciolate a marca Alisa dell’aziendaIcat Food Spa di Genova. L’avviso è stato pubblicato lo scorso 6 agosto sul sito del supermercato Auchan e riguarda il lotto 160417, in lattina da 350 grammi (peso sgocciolato 150 grammi), con scadenza il 16/04/2017 (vedi tabella sotto).

Il ritiro cautelativo è stato effettuato per una non conformità del prodotto che non è ancora stata identificata.
La catena di supermercati invita chi ne fosse in possesso del lotto indicato a riconsegnare le confezioni al punto vendita che provvederà alla sostituzione o al rimborso.
olive nere alisa ritiro
Per qualsiasi ulteriore informazione contattare Icat Food Spa – tel. 01084091 – icatfood@icatfood.it

Mars ritira dal mercato italiano bevande al cioccolato contaminate da Bacillus subtilis

mars snickersRitirati dal mercato alcuni tipi di bevande al cioccolato della Mars perché contaminate. Si tratta delle bibite pronte da bere nei quattro gusti:
Mars Milk
Bounty Drink
Snickers Shake
Milky Way Milk
tutte sono vendute nel formato in bottiglia con tappo per sport, da 350 ml (vedi foto). La causa é la presenza di elevate quantità di un batterio, il Bacillus subtilis.

La società Mars Chocolate UK ha sospeso la produzione e la consegna di questo prodotto che risulta distribuito oltre che in Italia anche in altri 9 paesi: Inghilterra, Paesi Bassi, Lussemburgo, Francia, Irlanda, Grecia, Germania, Belgio e Austria.

mars bounty snickers
Anche sul sito del Ministero della salute c’é l’avviso di non consumare, a scopo precauzionale la bevanda, ma viene nominato solo il gusto Snickers Shake.
Prodotto oggetto di richiamo: Snickers Shake 350ml
Termine minimo di conservazione: dal 19/12/2014 al 11/4/2015
Rischio: Bacillus subtilis
Produttore: prodotto per Mars Chocolate UK Ltd da Milchwerke Mittelelbe GmbH (Germania)

Sul sito dell’azienda si legge:
Gli altri formati di confezione e le bottiglie di diversa capacità di questi prodotti del marchio a base di latte non sono interessati.
Consigliamo a chiunque abbia acquistato uno dei prodotti da bere del marchio con data di scadenza compresa tra il 19/12/2014 e il 11/4/2015 di non consumarli, e di contattare il nostro gruppo di assistenza del consumatore per maggiori informazioni:
Telefono: +39 (0)2 57514220
Online: Modulo di contatto http://www.contact.mars.com/contact_form/marschocolatedrinksandtreats-contact.asp
Mars Chocolate Drinks ha già comunicato con la UK Food Standards Agency (FSA) e contatterà altri organismi per assicurare il rispetto di tutti i requisiti applicabili. Mars ed i nostri fornitori prendono molto seriamente la qualità e la sicurezza alimentare e ci scusiamo per eventuali disagi.

© Riproduzione riservata

domenica 24 agosto 2014

Nas sequestrano 20 tonnellate alimenti avariati

Nas sequestrano 20 tonnellate alimenti avariatiNas sequestrano 20 tonnellate alimenti avariati
 - Da Nord a Sud continuano i controlli dei Nas sulla sicurezza alimentare. In particolare i carabinieri del Nucleo per la tutela della salute di Parma e Potenza hanno evitato che venti tonnellate di alimenti "vegetali e carne" avariati, per un valore di 130 mila euro, finissero sulle tavole degli italiani.

I Nas di Parma nel reggiano hanno sequestrato in una ditta di conservazioni di carni 5 tonnellate di carni di varie specie conservate in sacchetti di plastica e involucri anonimi senza etichetta, di cui 4 tonnellate scadute da oltre 6 mesi. La carne, inoltre era priva della documentazione di rintracciabilità.

I Nas di Potenza, hanno invece sequestrato 13 tonnellate di alimenti semilavorati di origine vegetale (olive, carciofi, funghi e melanzane in salamoia) "in evidente alterazione organolettica" in uno stabilimento di trasformazione, lavorazione e confezionamento del Lagonegrese. Gli alimenti, stoccati in oltre cento fusti da 120 chilogrammi, erano stati lasciati da alcuni giorni all'aperto, in un piazzale esposti ad alte temperature estive e ai parassiti che ne hanno accelerato il processo putrefattivo. 
© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati

venerdì 22 agosto 2014

Spagna:grande chef conquista francobolli Valori postali con colla aromatizzata



L'inarrestabile corsa alla popolarità dei grandi chef coinvolge ora anche i francobolli: in Spagna il famoso chef Ferran Adrià compare da oggi su un foglietto di francobolli. Una delle emissioni delle poste spagnole è dedicata alla gastronomia iberica e riguarda 4 francobolli dedicati a vari piatti: il "ajoblanco", il tradizionale "jamon iberico" (prosciutto locale) e il fiore di mandarino. Non solo: la colla dei francobolli -assicurano le poste- sprigiona aromi e gusto legati ai piatti presentati.

McDonald’s carne scaduta importata dalla Cina utilizzata per gli hamburger anche da altre catene di fast food

McDonald's Hamburger  fast food
A Shangai si scopre società cinese che vende a McDonald’s carne scaduta
Nuovo scandalo alimentare in Cina, questa volta protagonista è la sussidiaria cinese di un’azienda statunitense, la OSI Group, che fornisce carne di manzo e di pollo a varie catene di fast food, tra cui McDonald’s, KFC e Pizza Hut. Un’inchiesta della Dragon Tv di Shangai ha documentato come carne scaduta sia stata lavorata una seconda volta  negli impianti cinesi della Shanghai Husi Food Company, mischiata a carne fresca, e inviata ai fast food per essere cucinata. La carne della Shangai Husi è arrivata, attraverso un intermediario, anche a Starbucks e alla catena cinese di fast food Dicos. Ikea ha detto di essersi rifornita di carne di pollo dalla Shangai Husi dal settembre 2012 all’agosto 2013.

Una parte dell’inchiesta televisiva, sottotitolata in inglese,è stata pubblicata dal South China Morning Post. Il video propone anche stralci dell’interrogatorio condotto dalla polizia cinese al responsabile qualità della fabbrica, che nel frattempo le autorità sanitarie hanno provveduto a chiudere. L’uomo, arrestato insieme ad altri quattro funzionari della Shangai Husi Food, dichiara che l’utilizzo della carne ben oltre la data di scadenza era autorizzato dai dirigenti e andava avanti da diversi anni. Ispezioni sono in corso in altre fabbriche della Husi Food in Cina. In un comunicato la OSI Group statunitense ritiene che si tratti di un caso isolato, anche se si assume la piena responsabilità della situazione e assicura che adotterà le azioni appropriate.

McDonald's Retains Rank As Largest Single Restaurant Brand In The World According To 2012 Sales Report
La carne scaduta mischiata a quella fresca veniva venduta ai fast food tra cui McDonalds
In gennaio, come riferisce l’agenziaReuters, un ex-dipendente della Shangai Husi Food, che aveva lavorato nel reparto controllo qualità per sei anni, fino al 2013, aveva visto archiviare la propria denuncia, in cui chiedeva un risarcimento per i danni alla salute subiti a causa dell’uso del cloro, utilizzato come detergente. Nella denuncia il lavoratore affermava di esser stato costretto a cambiare le date di produzione della carne. L’uomo aveva ripetutamente chiesto alla compagnia di modificare questi comportamenti, ma le richieste erano state ignorate. Il tribunale aveva ritenuto insufficienti le prove portate dal lavoratore e aveva archiviato il caso.

Beniamino Bonardi
© Riproduzione riservata

mercoledì 20 agosto 2014

Latte con aflatossine: il vero scandalo è che è stato commercializzato per 5 mesi e le autorità lo sapevano

Bottles of milk
L’illecito registrato nel Consorzio Latterie Friulane consisteva nel miscelare partite di latte con aflatossine con latte destinato all’alimentazione
Poche settimane fa tra Veneto e Friuli è scoppiato il caso del latte con aflatossine messo in vendita dal Consorzio Latterie Friulane. La storia ha avuto una certa risonanza sulla stampa locale e nazionale, come spesso succede quando la frode riguarda alimenti di largo consumo.

La vicenda inizia il 12 dicembre 2013 quando la Latteria Soligo di Treviso (l’unica tra i dieci acquirenti del medesimo lotto) restituisce alleLatterie Friulane, una partita di 3.504 confezioni di latte perché “non conforme”. Il sistema di autocontrollo dell’azienda trevigiana ha rilevato la presenza di aflatossine M1 in quantità cinque volte superiori ai limiti di legge. A questo punto la procura di Udine apre un’indagine che affida al Nucleo anti sofisticazioni dei carabinieri (Nas). Il lavoro di investigazione dura cinque mesi e porta alla luce almeno sei illeciti. Nelle frodi erano coinvolti allevatori e personale del Consorzio Latterie Friulane. Il reato consisteva nel miscelare partite di latte contaminato da aflatossine con latte destinato all’alimentazione umana, in questo modo si diluiva la presenza delle tossine ottenendo un prodotto con valori entro i limiti di legge.

Gli episodi si ripetono per mesi, fino a quando il Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Udine emette un’ordinanza il 27 maggio, in cui dispone misure cautelari per Rino Della Bianca, responsabile dell’approvvigionamento per il Consorzio delle Latterie Friulane, mentre altre 13 persone tra colleghi e allevatori sono indagate.

Latte con aflatossine campi mucche iStock_000000293660_Small
Le aflatossine sono prodotte dal fungo Aspergillus Flavus che spesso attacca granaglie, mais, cotone e semi oleosi
La soglia di attenzione per l’aflatossina M1  nel latte scatta a 0,040 μg/kg (microgrammo per chilo) (*), e già in questo caso le aziende che riscontrano questi valori devono avvisare il Servizio veterinario delle Ausl. Se invece si supera il limite di legge di 0,050 μg/kg, oltre alla segnalazione all’autorità competente, l’azienda non può per diversi giorni conferire il latte, e quello contaminato va smaltito, fino a che non si è trovata ed eliminata la partita di mangime infestato, e i valori non tornano entro i termini consentiti.

L’aspetto interessante è che in questi sei mesi l’autorità sanitaria di Udine non ha mai ricevuto segnalazioni da parte delle Latterie Friulane. Cosa succedeva? Durante i sei illeciti documentati dai Nas nel corso delle indagini, gli allevatori conferivano al consorzio partite con un livello elevato di aflatossine, che invece di essere bloccate e distrutte, venivano diluite con latte sano e distribuite. Dopo queste miscelazioni illegali, secondo i resoconti dell’inchiesta, nessuno del consorzio si preoccupava di effettuare analisi per verificare se effettivamente le sostanze pericolose risultavano al di sotto dei limiti.

Milk shelf
Come mai le autorità non abbiano immediatamente disposto il ritiro del latte?
Fino a qui è la cronaca di un malaffare purtroppo abbastanza diffuso nel settore alimentare. Dopo aver approfondito questa ennesima scomoda vicenda sorgono alcune perplessità.
Sull’ordinanza cautelare del 27 maggio, si legge che le autorità erano a conoscenza dell’immissione sul mercato di latte contaminato, da almeno cinque mesi. In particolare a pagina 29 si legge: “La miscelazione almeno in un caso accertato aveva determinato l’immissione in commercio di una partita di latte contenente aflatossine in misura notevolmente superiore al limite di legge e quindi sicuramente pericoloso per la salute umana”.
È lecito chiedersi come mai le autorità, a conoscenza della situazione dal mese di dicembre del 2013, non abbiano immediatamente disposto il ritiro del latte. La scelta di lasciare sul mercato dei lotti contaminati era forse legata a necessità investigative? In questo caso sono state effettuate delle analisi per valutare l’effettiva innocuità (o meno) dei prodotti che i consumatori acquistavano al supermercato?
L’azienda Soligo, grazie alle rigorose auto-analisi che impone sui prodotti forniti da terzi, ha respinto 3mila litri di latte perché “non conforme”. Avrebbe potuto segnalare l’eccesso della micotossina alle autorità sanitarie del territorio anche se si trattava solo del distributore?
L’obbligo di segnalare questo genere di irregolarità non dovrebbe ricadere su ciascun attore della filiera?
Fino a che punto si può procrastinare la sicurezza dei consumatori al fine di raccogliere più materiale per le indagini o per salvaguardare interessi aziendali?

Give me milk
Chi stabilisce quando le indagini dei Nas devono essere interrotte perché circolano alimenti pericolosi?
Il paradosso è che l’allerta aflatossine scatta dopo sei mesi, in concomitanza alla conferenza stampa dei Nas. A questo punto però diventa urgente e le Asl devono verificare la tracciabilità del latte e intervenire in tutti i punti vendita e gli esercizi che hanno acquistato anche piccole partite di latte dalle Latterie Friulane, da utilizzare magari come ingrediente secondario di altre preparazioni alimentari.
Che senso ha intervenire adesso con la massima allerta quando per mesi è stato distribuito ai cittadini latte con aflatossine, riconosciuto pericoloso per la salute? Chi stabilisce quando le indagini dei Nas devono essere interrotte perché circolano alimenti pericolosi e quando invece bisogna andare avanti per acquisire più elementi per le indagini?

Le aflatossine sono prodotte dal fungo Aspergillus Flavus che spesso attacca granaglie, mais, cotone e semi oleosi. Le vacche da latte, alimentate con mangimi contaminati, contenenti fungo e l’aflatossina B1, la metabolizzano e la trasformano in aflatossina M1. La prima è classificata dallo IARC (International Agency for Research on Cancer), la massima autorità scientifica internazionale in materia, come “sicuramente cancerogena” (provocano cancro al fegato). La forma M1 (derivato metabolico dalla B1) si può trovare nel latte ed è classificato come “possibile cancerogeno”. L’Italia è particolarmente soggetta al problema perché questi miceti si sviluppano in condizioni di stress della pianta durante la coltivazione, come l’aridità dei terreni o un clima troppo caldo, e poi proliferano nelle fasi successive di raccolta e di stoccaggio.

Valeria Nardi

Polli contaminati da Campylobacter: un’inchiesta del Guardian denuncia situazioni di grave negligenza igienica e sanitaria

polli
Nell’immagine pubblicata dal Guardian si vedono sul pavimento di un impianto resti di pollo dopo la a lavorazione
Un’inchiesta del quotidiano britannico Guardian sta mettendo in discussione tutto il sistema di controlli alimentari riguardante gli allevamenti di polli. L’idea di verificare le condizioni dei grandi allevamenti industriali e gli impianti di macellazione è nata come conseguenza di una serie di focolai di tossinfezioni da Campylobacter, registrata negli ultimi mesi. I casi segnalati sono circa 280.000 ogni anno, le vittime 100, ma l’aspetto preoccupante è il costante trend di incremento registrato negli ultimi anni. Secondo i dati forniti dal Guardian, l’80% delle infezioni da Campylobacter in Inghilterra nasce polli contaminati. Nel 2008 risultava che due terzi della carne di pollo venduta nel Regno Unito era contaminata da questo agente patogeno, che può essere neutralizzato solo con un’adeguata cottura, e ora la FSA teme che la situazione sia peggiorata.

Chicken Transport
I polli prima della macellazione vengono trasportati in gabbie molto piccole dove lo spazio a disposizione è minimo
I giornalisti Felicity Lawrence, Andrew Wasley e Radu Ciorniciuc hanno raccolto campioni e fotografie, e hanno intervistato alcuni lavoratori dei più grandi centri del paese, 2 Sisters Food e Faccenda in un lavoro durato cinque mesi. Il risultato è stata una lunga inchiesta che ha fatto scattare controlli a raffica in tre delle principali catene di supermercati (Tesco, Sainbury’s e Marks and Spencer), e una revisione delle norme stabilite da parte dell’agenzia per la sicurezza alimentare inglese, la Food Standard Agency (FSA). A scatenare il pandemonio sono stati gli esiti dell’indagine, e gli incidenti riscontrati nel corso dei sopralluoghi. Nel sito di 2 Sisters Food, azienda specializzata nell’allevamento di polli, i giornalisti hanno osservato che, quando una carcassa di pollo cade sul pavimento, anziché essere eliminata in quanto potenzialmente contaminata, viene raccolta e rimessa in linea (come si vede nel video qui sotto). Lo stesso accade quando si rompe un macchinario: gli animali non sono tolti dalla linea, ma restano sui nastri a volte per ore, entrando in contatto con le proprie e le altrui interiora, considerate deposito ideali di Campylobacter, che si sviluppano appunto nell’intestino degli animali.

polli guardian
Frattaglie accumulate durante un guasto alla linea di confezionamento dei polli dopo la macellazione. Fonte: Guardian

Altre criticità sono state riscontrate nei passaggi che prevedono l’impiego di acqua calda: in un caso, 250.000 polli sono passati nella stessa acqua di lavaggio che via via diventavano una sorta di brodaglia ricca di budella e batteri. Situazioni analoghe sono state riscontrate nella seconda realtà industriale Faccenda, una delle più grandi aziende di macellazione del paese. Nella zona di eviscerazione ci sono strumenti adatti a polli di una taglia molto specifica: quando gli animali non rispondono a quella taglia, può accadere che essi vengano tagliati malamente, e che le interiora si diffondano sui nastri, contaminando migliaia di polli. Lo stesso accade durante il trasporto degli animali vivi, messi in gabbie molto piccole che corrispondono a un foglio di carta da fotocopia A4. Spesso gli animali restano fermi per ore, in attesa della macellazione, e in queste condizioni di stress che facilitano la produzione e l’espulsione continua di feci non rimosse , si avviano alla macellazione.

Ogni passaggio è dunque a rischio. A seguito della pubblicazione dell’articolo, la Food Standard Agency ha ordinato molte ispezioni a sorpresa nei supermercati e, dopo aver annunciato che avrebbe reso pubblici i risultati, ha cambiato idea, affermando di non avere dati a sufficienza per fornire numeri affidabili e di non voler suscitare panico nella popolazione. L’agenzia sta discutendo nuove norme, anche se quelle vigenti teoricamente dovrebbero essere sufficienti ad assicurare livelli accettabili di sicurezza igienica. Viso che le infezioni da Campylobacter costano ogni anno alla comunità 900 milioni di sterline, vuol dire che le regole non sono così tanto rispettate. Nel  2003, la FSA attribuiva ai polli venduti il 53% dei casi, ma nel 2008 tale numero era salito al 65%. È evidente, secondo i giornalisti, che bisogna prendere provvedimenti urgenti, anche  le aziende devono di investire del denaro in alcuni casi oppure accettare l’idea di rallentare il lavoro sulle linee quando bisogna procedere alla pulizia o alla raccolta dei polli che cadono per terra. Per capire il senso di questa nota basta dire che ogni ora, su una linea di macellazione dell’azienda inglese Faccenda, passano 12.000 animali (190 al  minuto).
Agnese Codignola