domenica 6 dicembre 2015

Dopo aver invaso i pesci e i molluschi la plastica si trova anche nel sale! Si tratta di particelle di materiale usato per sacchetti, borse, bottiglie…

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Microplastiche in pesci, molluschi e sale. Rischio di accumulo
La microplastica che contamina pesci e molluschi (secondo un recente studio pubblicato su Scientific Reports in percentuali che si aggirano attorno al 30% dei primi, e al 50-60% dei secondi), si ritrova anche nel sale marino, almeno in Cina. L’hanno rilevata i ricercatori della Donghua University di Shanghai andando a verificarne la presenza nel sale normalmente venduto al supermercato.
Come raccontano su Environmental Science & Technology, i ricercatori hanno preso vari campioni di 15 tra i marchi più diffusi di sale proveniente dal mare, dai laghi e di roccia, per  verificare la concentrazione di particelle di plastica per chilo di prodotto. Hanno così scoperto che se il sale di roccia (che di solito si estrae da grotte e giacimenti sotterranei) ne contiene tra 7 e 204 particelle per chilo, quello di lago tra 43 e 364, quello di mare ne accumula tra le 550 e i 681 per chilo, e di molti tipi diversi.
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Alcune delle microplastiche rinvenute nel sale. Foto: Pubs.acs.org
Inoltre, nel 55% dei casi le particelle sono molto piccole, con diametro inferiore ai 200 micron, fattore che ne aumenta la pericolosità, dal momento che minore è il diametro, e maggiore è il rischio di accumulo. Tra le microplastiche più diffuse troviamo il cellophane, il polietilene e il polietilene tereftalato: tutti materiali utilizzati per produrre sacchetti, shopper, bottiglie di acqua ma anche cosmetici e altre fonti di oggetti di largo consumo oltre che dagli scarichi industriali.
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Le microplastiche nei molluschi possono arrivare a  360 unità per chilo
Secondo l’OMS il quantitativo massimo che un essere umano può tollerare in un anno, prima che la sua salute ne risenta, è 1.000 parti per chilo (particelle  <1 mm), un valore molto inferiore rispetto alle 11.000 che, secondo uno studio di pochi mesi fa pubblicato su Environmental Pollution, ne assume ogni europeo abituato a mangiare abitualmente molluschi marini di allevamento come cozze o vongole (dove la quantità media di microplastica è di circa 360 unità per chilo per i molluschi, 470 per le ostriche).
Secondo gli autori dello studio, però, anche consumando sale di origine marino è facile raggiungere il valore soglia dell’OMS, e superarlo. È vero che lo studio riguarda solo sale cinese (proveniente da diversi siti del paese), ma non ci sono ragioni valide per ritenere che altrove la situazione sia migliore. Piuttosto, è necessario intensificare gli sforzi per diminuire l’impiego delle plastiche derivate dal petrolio, una grande parte delle quali, inesorabilmente, finisce nei mari e, da lì, nei nostri piatti.
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lunedì 26 ottobre 2015

Vino contraffatto, sequestrati 160 mila litri di finto Brunello di Montalcino

Vino contrafatto
Vino contrafatto
Proseguono senza soste le truffe alimentari, oggi è la volta del vino contraffatto, di bassa qualità ma spacciato per Brunello di Montalcino
Non si arrestano i tentativi di truffa a danno dei consumatori. Dopo gli innumerevoli raggiri alimentari si prova anche la strada del vino, spacciando per prodotto di alta qualità ciò che neanche lontanamente vi si avvicina. E’ ingente la quantità di vino contraffatto sequestrata nelle scorse ore in Toscana: ben 220.600 bottiglie per un totale di oltre 160 mila litri di vino di bassa qualità, spacciato per Brunello di Montalcino. Una truffa ai danni di quello che oggi è ormai un vero e proprio brand per il territorio toscano ma anche per quello nazionale ed internazionale, trattandosi di una delle eccellenze enologiche nazionali più diffuse al mondo.
Il sequestro del vino contraffatto è scattato in seguito ad una segnalazione del consorzio del Brunello che ha portato la Procura di Siena ad avviare le indagini nei confronti di un consulente tecnico di diverse aziende agricole. Tra il 2011 e il 2013 l’uomo avrebbe venduto, spacciandolo per Brunello e Rosso di Montalcino, enormi quantità di vino di modesta qualità e dunque di scarso valore; le indagini hanno avuto il loro epilogo con l’intervento della Guardia di Finanza di Siena che ha accertato la frode del vino contraffatto e scoperto centinaia di migliaia di bottiglie, per un valore complessivo stimato in circa un milione di euro, che sono state poste sotto sequestro. Ma non solo: il consulente tecnico, che è stato denunciato, disponeva anche di ben 2350 contrassegni di Stato contraffatti.
http://www.truffeeraggiri.com/vino-contraffatto-sequestrati-160-mila-litri-di-finto-brunello-di-montalcino-582/

Carne avariata ma colorata, sequestrate 23 tonnellate in Sicilia

Carne avariata colorata
Carne avariata colorata, foto fanpage.it
Scoperta choc in Sicilia dove 23 tonnellate di carne avariata sono state sequestrate. Erano state colorate per sembrare fresche
L’apparenza inganna, rcorda il famoso detto, e in alcuni casi può anche risultare pericolosa per la salute. Come accaduto in Sicilia dove carne avariata e in alcuni casi quasi marcita veniva ‘colorata’ ovvero trattata con solfiti e nitrati per conferirgli un aspetto simile a quello della carne fresca. A dispetto del colore rosso vivo però, il prodotto alimentare era già ampiamente ossidato: in tal modo i truffatori ne nascondevano gli effetti, su tutti lo scurimento delle carni. E’ accaduto in Sicilia dove tra Palermo, Agrigento e Trapani, in seguito ad una fitta serie di controlli, i Nas di Palermo hanno individuato e sequestrato ben quattro tonnellate di carni trattate. 23 macellari sono stati denunciati, insieme al direttore commerciale ed al legale di un deposito di carni all’ingrosso di Palermo.
La procedura di occultamento era piuttosto semplice per i truffatori quanto rischiosa per gli acquirenti: le carni, in avanzato stato di decomposizione, venivano presentate come fresche aggiungendo agenti chimici come solfiti che, all’apparenza, le facevano sembrare fresche. Ma gli ignari clienti vedevano solo una colorazione artificiale della carne avariata, al di sotto della quale si nascondevano i guai. Non è la prima volta che accade in Italia, ed in particolare in Sicilia dove alcuni anni fa erano stati messi a segno sequestri di almeno una tonnellata di carni macinate con l’aggiunta di solfiti. In quell’occasione i militari avevano denunciato 13 titolari di macellerie. Ma cosa rischia chi acquista questa carne? le conseguenze possono essere anche piuttosto serie: si va dalle forti emicranie all’ipotensione, dall’orticaria agli attacchi di vomito. E’ soprattutto per questa ragione che l’aggiunta di solfiti, nei limiti previsti per legge, deve essere sempre indicata sull’etichetta, in quanto molte persone risultano intolleranti a questi ed altri agenti chimici.
http://www.truffeeraggiri.com/carne-avariata-ma-colorata-sequestrate-23-tonnellate-sicilia-896/

mercoledì 17 giugno 2015

Allerta per mercurio in pesce spada e Listeria in salmone affumicato… Ritirati dal mercato europeo 78 prodotti

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Allerta per mercurio in pesce spada spagnolo
Nella settimana n°24 del 2015 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 78 (12 quelle inviate dal Ministero della salute italiano).
L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende tre casi: mercurio in pesce spada (Xiphias gladius) spagnolo; Listeria monocytogenes in salmone affumicato refrigerato dalla Danimarca; mercurio in filetti di pesce spada (Xiphias gladius) refrigerato sottovuoto dalla Spagna.
Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un intervento urgente troviamo: mercurio in pesce spada (Xiphias gladius) spagnolo; sostanza non autorizzata (E450 – difosfato) in tonno pinna gialla confezionato sotto vuote e refrigerato dalla Spagna.
Tra i lotti respinti alle frontiere od oggetto di informazione, l’Italia segnala: Salmonella anatum in filetto di petto di tacchino refrigerato dalla Francia; contenuto troppo alto di coloranti (E102 – tartrazina, E122 – azorubina, E129 – rosso allura AC, E133 – blu brillante FCF) in caramelle tipo marshmallows dalla Cina; peperoni rossi dalla Tunisia in cattivo stato igienico; mercurio pesce spada fresco (Xiphias gladius) dalla Spagna; eccesso di solfiti in gamberetti rosa (Parapenaus longirostris) dalla Croazia; aflatossine in nocciole sgusciate dalla Turchia.
Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal mercato, l’Italia segnala presenza di DNA di ruminante in mangime completo per trote distribuito in Bulgaria.
 http://www.ilfattoalimentare.it/mercurio-in-pesce-spada-rasff-24.html

giovedì 5 marzo 2015

Tonno Insuperabile all’olio di girasole ritirato dal mercato per l’eccessiva presenza di cromo. Operazione in corso anche in Francia, Slovacchia e Slovenia


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Un lotto di tonno Insuperabile all’olio di girasole è stato ritirato dal mercato per eccesso di cromo
È in corso il ritiro dagli scaffali dei supermercati del  TONNO INSUPERABILE IN SCATOLA ALL’OLIO GIRASOLE, venduto dalla società De Langlade & Grancelli S.p.a..

Il motivo del ritiro è dovuto alla presenza eccessiva  di Cromo rilevato dalle Asl durante un controllo di routine 0,22 mg/kg. Il tonno oggetto del provvedimento è composto da confezioni di tre scatolette da 80 grammi (vedi foto). Il numero di lotto è 52 A. Il  termine minimo di conservazione riportato sulle confezione è l’anno 2019.

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L’allerta è anche riportato sul sistema di allerta europeo (Rasff). Il lotto è stato ritirato anche in Francia, Slovacchia e Slovenia
L’allerta è anche riportato sul sistema di allerta europeo (Rasff). Il lotto è stato ritirato anche in Francia, Slovacchia e Slovenia. L’avviso di richiamo dovrebbe essere esposto su tutti i punti vendita che hanno avuto questo lotto in esposizione.

Sara Rossi
http://www.ilfattoalimentare.it/tonno-insuperabile.html

giovedì 26 febbraio 2015

Patatine fritte: multa di un milione dell’Antitrust per pubblicità ingannevole. Non sono “fatte a mano”. Sanzione anche per la Rustica promossa da Carlo Cracco

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Le patatine fritte Le contadine non sono “fatte a mano”
Dopo diverse denunce di privati e dell’Unione nazionale consumatori, l’Antitrust ha sanzionato  con oltre un milione di euro  le patatine fritte: San Carlo, Amica chips, Pata e Ica Foods  per pubblicità ingannevole. Come ilfattoalimentare ha più volte segnalato in diversi articoli, queste aziende utilizzano diciture e immagini suggestive per attribuire alle patatine “vanti di artigianalità”, nonostante la loro natura industriale. Sulle confezioni di “Eldorada” era indicata la dicitura  “cotte a mano” come pure sulle patatine  “Alfredo’s” di Amica Chips.  Pata invece dichiarava  “patatina artigianale” le   “Da Vinci chips”  mentre  “Le contadine” di Ica Foods erano presentate come  “fatte a mano”.

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Le aziende sono state condannate a pagare una multa salata che per il gruppo “San Carlo” è di  350.000 euro, di  300.000 per “Amica chips”, di 250.000 a “Pata” e di  150.000 per “Ica Foods”. L’Antitrust tra le motivazioni ricorda che  “quattro le imprese sanzionate dichiaravano un ridotto contenuto di grassi nelle loro confezioni, non rispettando le regole secondo cui per cui la percentuale di riduzione vantata  era inferiore rispetto a  quella consentita”.

C’è di più, tre aziende hanno dato una particolare enfasi grafica alla presenza di olio d’oliva  (“Autentica trattoria all’olio di oliva” di San Carlo; “Eldorada la tradizionale con olio d’oliva” di Amica Chips; “Da Vinci chips: con olio extra vergine d’oliva”), anche se la percentuale di olio  risultava  più basso ad altri oli vegetali.

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La censura ha colpito anche la patatina “Rustica” pubblicizzata dal famoso cuoco Carlo Cracco

La censura ha  colpito anche  la patatina  “Rustica” pubblicizzata dal  famoso cuoco Carlo Cracco e  “La patatina” di Amica Chips, entrambi  condannate per pubblicità  ingannevole in quanto “hanno presentato in maniera ambigua e omissiva  le caratteristiche reali e distintive di alcuni prodotti  ingenerando così nei consumatori l’erronea convinzione che queste confezioni fossero nettamente diverse dal prodotto base”. Questo problema era stato segnalato  da ilfattoalimentare   il 5 maggio dell’anno scorso sottolineando la scorrettezza del messaggio, che poi l’azienda ha promesso di modificareE infine, Ica Foods hanno accreditato al prodotto “Crik Crok & Blue” proprietà salutistiche che sono risultate ancora controverse nella comunità scientifica e comunque non autorizzate dalla Commissione europea.
Sara Rossi
http://www.ilfattoalimentare.it/patatine-fritte-multa-carlo-cracco.html

martedì 3 febbraio 2015

Multe a chi promette di dimagrire, in tempi rapidi e senza fatica: sanzione dell’ Antitrust a Perfoline di 650 mila euro

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I prodotti delle società Perfoline SA e SAS promettevano dimagrimenti facili, rapidi e senza rinunce o attività fisica, con claim accattivanti
Help Consumatori riferisce della multa  presa dall’Antitrust contro le società Perfoline SA e Perfoline SAS.

Perdere peso velocemente, senza particolari sforzi e diete, attraverso l’aiuto di prodotti naturali a base di carciofo, di caffè verde o di cavolo. Una promessa esaltante che fa leva sugli “incredibili poteri dimagranti” di una serie di prodotti dall’efficacia spacciata per certa. Secondo l’Antitrust si tratta di promesse ingannevoli, che ha deciso multe per 650 mila euro. Le due società sanzionate sono Perfoline SA e Perfoline SAS, operanti  nella vendita di prodotti dimagranti e per la cura della persona. La censura riguarda la diffusione di messaggi e claim, attraverso siti mono-prodotti e anche attraverso giornali, youtube e social network, email e newsletter inviate ai consumatori, per la vendita di  prodotti dimagranti. La promozione – recita la sentenza evidenziava “risultati immediati, semplici e duraturi in termini di perdita di peso, ottenibili per effetto della mera assunzione dei prodotti in questione, non essendo necessario intraprendere alcuna attività sportiva o un regime alimentare ipocalorico ed equilibrati».

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Cafè form è uno dei prodotti di Perfoline condannato per pubblicità ingannevole dall’Antitrust
Secondo quanto riferito dall’agenzia i  prodotti sotto accusa sono diversi: si tratta di Carcioforte, CaféForm, Cavolo Forte, Decaburner, Maggie Drozd, Total Fit 2020, GlucoBurner, Slim 5, Abrelax 3, Caffè Verde Forte Plus, Ketomang Express Forte. «La condotta oggetto di analisi – spiega l’Antitrust – si sostanzia nella diffusione di informazioni ingannevoli e omissive per la promozione di numerosi prodotti con efficacia dimagrante, idonee ad alterare il processo volitivo del consumatore medio cui sono rivolte.

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I prodotti commercializzati vantavano l’utilizzo di ingredienti “naturali” come carciofo, zuppa di cavolo o frutta
La promessa di ottenere un effetto dimagrante attraverso prodotti composti da sostanze come carciofo, caffè verde, cavolo, peperoncino, aceto di sidro di mele e maté verde è stata veicolata attraverso affermazioni e diciture ricche di enfasi. “Perdere peso velocemente: con gli incredibili poteri dimagranti del carciofo in una capsula iper-concentrata” è per esempio la promessa di Carcioforte, presentato come “un vero distruttore di grassi, il migliore mai offerto a tutti coloro che soffrono a causa dei chili di troppo e per i quali prima nulla aveva funzionato”. Viene vantato, con lo stesso stile enfatico e allettante, anche “il potere dimagrante della zuppa di cavolo finalmente in una capsula”. E c’è infine la promessa di poter dimagrire semplicemente aiutandosi con l’assunzione di “capsule iperconcentrate a base di caffè verde”.

Un altro aspetto ritenuto censurabile riguarda «I contenuti informativi riportati principalmente nei Siti, ma anche a mezzo stampa, youtube e social network, email/newsletter, che lasciano intendere nel loro complesso che l’assunzione dei prodotti è sufficiente, di per sé, a dimagrire in modo considerevole e in breve tempo, senza necessità di ricorrere ad un regime alimentare ipocalorico e/o ad un esercizio fisico controllato e senza alcun rischio per la salute (ad es.15 kg in 9 settimane/34 kg in 5 mesi/22 kg in 4 mesi)».
L’Antitrust ha multato Perfoline SA con una sanzione di  250 mila euro mentre per  Perfoline SAS  si arriva a 400 mila euro.
http://www.ilfattoalimentare.it/dimagrire-antitrust-perfoline.html

giovedì 22 gennaio 2015

Produceva mozzarelle senza latte: sequestro in un caseificio del salernitano


Avete presente le contraffazioni alimentari? Beh, qui siamo oltre. A Serre (Salerno), i carabinieri dei Nas hanno sequestrato un caseificio cheproduceva mozzarelle senza approvvigionarsi di latte. Nell'operazione sono stati sequestrati anche 700 chili di prodotti caseari non tracciati e di prodotti in corso di lavorazione.
Nel caseificio i militari hanno trovato ingenti quantitativi di cagliata proveniente dall'est Europa e vari tipi di prodotti caseari provenienti da altri caseifici e dalla grande distribuzione alimentare. Alcuni di questi prodotti erano scaduti e altri rovinati. Secondo gli investigatori, vista l'assenza di latte da utilizzare come materia prima nel caseificio si produceva mozzarella mescolando alla cagliata i latticini ritirati dal mercato, aggiungendo prodotti chimici (come acido citrico e ipoclorito di sodio, anch'essi trovati dai carabinieri nel caseificio) per rendere le mozzarelle artificiosamente più presentabili e gustose.
Sempre secondo i carabinieri l'affumicatura di alcuni prodotti avveniva utilizzando il retro di un furgone in disuso nel quale venivano sistemati gli alimenti e poi convogliati i fumi prodotti in fusti metallici bruciando cartone stampato e altro materiale di rifiuto. Il titolare del caseificio è stato denunciato alla magistratura per detenzione di prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione e destinati alla frode commerciale in quanto preparati con ingredienti non più genuini e provenienti da attività produttive altrui. All'imprenditore si contestano anche i reati ambientali relativi allo smaltimento dei rifiuti e all'attività di affumicatura degli alimenti.
http://www.quotidiano.net/salerno-i-nas-scoprono-caseificio-che-produce-mozzarelle-senza-latte-1.597503

lunedì 12 gennaio 2015

Cina, carne di maiale contaminata Oltre mille tonnellate sotto sequestro

La polizia cinese ha posto sotto sequestro oltre mille tonnellate di carne di maiale contaminata proveniente da animali morti per malattia; 75 persone responsabili della frode sono già state perseguite penalmente

È di oltre 110 arresti il bilancio di un'operazione di polizia in Cina che ha colpito undici gruppi ritenuti responsabili della vendita di carne di maiale contaminata proveniente da animali morti per malattia. Nell'operazione, le forze dell'ordine hanno anche confiscato oltre mille tonnellate di carne e 48 tonnellate di olio da cucina di origine animale. Lo riferisce un rapporto del ministero della Pubblica sicurezza cinese.



I gruppi all'origine dello scandalo alimentare sono accusati di avere acquistato a basso prezzo i maiali malati da allevatori compiacenti a partire dal 2008, e di avere pagato tangenti alle autorità sanitarie per ottenere in cambio certificati di qualità del prodotto, poi rivenduto in undici province dell'area centro-meridionale del Paese. Le indagini sullo scandalo alimentare erano cominciate nel 2013.

Settantacinque persone responsabili della frode sono già state perseguite penalmente, scrive l'agenzia Xinhua, e la carne prodotta è all'attenzione degli inquirenti. La carne di maiale è uno dei più importanti cibi nella dieta cinese ed è stata nel recente passato al centro di altri scandali: nel 2013, i resti di oltre diecimila maiali sono stati ritrovati nel fiume Huangpu, dopo che un'operazione di polizia aveva sgominato una banda che rivendeva le carcasse sul mercato nero.

Uno degli scandali più noti di carne avariata è avvenuto la scorsa estate e ha coinvolto il gruppo di Shanghai Husi, controllata della statunitense Osi, che secondo un reportage mandato in onda sull'emittente cinese Dragon tv, utilizzava carne avariata o di cattiva qualità per rifornire le grandi catene di fast food, come McDonald's, presenti in Cina. A seguito della scandalo, i fast food che si rifornivano dall'azienda di Shanghai hanno per alcuni giorni ritirato i prodotti a base di carne dai propri punti vendita.

In Italia nessuna traccia di carne contaminata
L’Italia non ha importato carni di maiale fresche, refrigerate, congelate e neanche salami o frattaglie dalla Cina che si conferma essere il Paese con maggiori rischi per la sicurezza alimentare. È quanto emerge da un analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’ultimo anno, in riferimento all’ultimo scandalo alimentare in Cina. La spinta verso la crescita dell’economia cinese ha determinato conseguenze sul piano della sicurezza alimentare ed ambientale i cui effetti si fanno sentire.

Lo scandalo della carne di maiale che segue di qualche anno quello della presenza di melanina nel latte che ha portato morti per avvelenamento e paura nei diversi continenti, è la conseguenza di una politica di contenimento esasperato dei costi, legittimati sull’altare di un libero mercato senza regole.

Le importazioni di prodotti agricoli ed alimentari cinesi in Italia sono stimate in oltre mezzo miliardo di euro nel 2014 e riguardano tra l’altro concentrato di pomodoro, miele, riso ed aglio. Secondo i dati del sistema di allerta comunitario, il gigante asiatico si classifica al primo posto nella commercializzazione di cibi a rischio per la salute con ben 446 allerte pari al 14% del totale.
http://www.italiaatavola.net/articolo.aspx?id=37809

Arriva la pasta in formato 3D. Barilla sceglie i boccioli di rosa, le lune e gli alberelli. Per il momento sono solo allegri prototipi

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La Rosa di Loris Tupin durante la fase di cottura diventa una rosa.
Thingarage ha indicato i tre modelli di pasta 3D, ottenuta con stampanti tridimensionali, che hanno vinto il concorso promosso qualche mese fa da Barilla. Al concorso hanno partecipato più di 500 designer di 20 paesi, con circa 200 progetti.

La società di Parma da noi interpellata non ha ancora deciso se e quale sarà il futuro dei prototipi. Una cosa è certa, riuscire a trasformare i modelli 3 D in linee di prodotto è un’operazione complicata. O si inventa un nuovo sistema di produzione oppure  bisogna trovare il modo di “modificare”  la trafilatura  tradizionale.

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Vortipa assomiglia ad un vortice
La lista dei vincitori vede ai primi posti la Rosa di Loris Tupin. Un designer francese che ha proposto un modello a forma di bocciolo, che durante la fase di cottura diventa una rosa.

 Il secondo modello si chiama Vortipa ed è firmato da Danilo Spiga e Luis Fraguarda, un team di product designer cagliaritani. Il prototipo assomiglia ad un vortice, che capovolto sembra un albero di Natale .
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La pasta Lune ha la forma di una palla con dei crateri per legare meglio il sugo
Il terzo modello si chiama Lune ed è firmato da  Alessandro Carabini, un designer italiano che lavora a Parigi. La pasta è una palla con dei crateri  creati per legare meglio il sugo.

Sara Rossi

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lunedì 5 gennaio 2015

Brescia, al nido alimenti destinati ai profughi



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Alimenti destinati alla mensa dei profughi e degli indigenti sono finiti sulle tavole di una scuola dell’infanzia.
La partita di cibi è stata posta sotto sequestro dall’Asl di Brescia che ha anche depositato in Procura una notizia di reato per truffa aggravata.
Cosa è successo?L’Asl di Brescia, nei giorni scorsi, durante i controlli ordinari in tema di prevenzione nell’ambito del l’igiene degli alimenti, ha rinvenuto nella mensa dell’asilo nido di una scuola dell’Ovest bresciano, il cui rifornimento alimentare e gestione sono in capo ad una società cooperativa, una partita di pasta e riso, perfettamente commestibile, riportante la dicitura “Aiuto UE prodotto non commerciabile”.
Gli accertamenti prontamente avviati hanno previsto la collaborazione con l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura e sono terminati il 22 dicembre scorso con il deposito alla Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario di Brescia di notizia del reato nei confronti della cooperativa che gestisce la mensa per “Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”, previsto dall’articolo 640 bis del Codice Penale, in quanto, si legge nella nota dell’ Asl bresciana,  venivano utilizzati alimenti provenienti dalla Comunità Europea e destinati alle persone indigenti per la preparazioni dei pasti nella mensa scolastica.
“Nel corso dell’ispezione”- continua la nota dell’Azienda sanitaria locale, il personale di vigilanza della Direzione Gestionale Distre ttuale n.4, ritenuta anomala la pre senza degli alimenti presso la mensa, ha provveduto al sequestro cautelativo degli stessi e ha avviato accertamenti per appurare la sussistenza di eventuali illeciti amministrativi e penali collegati alla fornitura ed utilizzo degli alimenti rinvenuti”.
“Gli alimenti sequestrati sono prodotti destinati al consumo, rispettano tutti i requisiti igienico sanitari ma fanno parte di derrate alimentari provenienti da aiuti comunitari destinati a strutture caritative senza fini di lucro.
L’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura, Organismo italiano con competenza per l’erogazione di aiuti, contributi, premi ed interventi comunitari, stabilisce le modalità di distribuzione di questi aiuti”, chios ala nota di via Duca degli Abruzzi. L’indagine dell’Asl si è concentrata sul fatto che “gli alimenti sono stati rivenuti e utilizzati in una struttura diversa da qu ella a cui sono stati destinati”.
http://www.quibrescia.it/cms/2014/12/31/brescia-al-nido-alimenti-destinati-ai-profughi/