venerdì 23 novembre 2012

Padova - REC, certificati falsi per aprire bar, ristoranti e pizzerie



http://www.pupia.tv - Padova - REC, certificati falsi per aprire bar, ristoranti e pizzerie. L'indagine della Guardia di finanza di Padova sulla truffa dei Rec falsi torna prepotentemente alla ribalta con gli ultimi sviluppi giudiziari; coinvolte ulteriori 127 persone, di cui 6 per associazione a delinquere, avviato l'iter per abbassare le saracinesche di oltre 100 attività commerciali. Lo scorso novembre, le Fiamme Gialle avevano reso pubblici i dati relativi ad una complessa indagine in materia di Rec falsi. In sostanza, centinaia di Comuni italiani erano stati truffati con certificati, abilitazioni professionali e libretti formativi falsi per aprire e/o gestire bar, ristoranti e pizzerie, tutti esercizi per lo più facenti capo a cittadini extracomunitari. Un'inchiesta a tutto tondo, condotta con il supporto della Sala Situazioni, Analisi Investigative e Progetti Operativi del Comando Regionale Veneto, che aveva fatto segnare numeri di assoluto rilievo: 18 regioni interessate, oltre 1.600 denunciati, più di 200 tra bar, ristoranti e pizzerie chiusi o in fase di chiusura, ulteriori 2.000 esercizi sotto la lente e 552 Comuni truffati.
Di che documentazione si tratta e chi ne beneficia?
I cd Rec (Registro Esercenti il Commercio) sono necessari se si vuol iniziare e/o gestire un'attività di somministrazione pasti e bevande. Andrebbero conseguiti al termine di corsi professionali di 120 ore ma, per un extracomunitario che ha problemi di lingua o per un italiano che non vuole perdere tempo, la soluzione è pronta. Come? Pagando, in contanti, una somma fino ai 1.800 euro.
La "cupola" che gestiva il business del Rec falso, era costituita da un veneziano, titolare di una società di servizi alle imprese, 3 studi commercialistici con sede nella città del Santo e provincia e 4 veri e propri "caporali", per lo più asiatici, incaricati di raccogliere le adesioni all'illecito commercio di attestati e cercare nuovi clienti.
Quello che hanno fatto i finanzieri, in questi ultimi mesi, è stato il non limitarsi ad accertare le responsabilità di chi tirava le fila del business, ma continuare a ricostruire capillarmente anche la catena di comportamenti penalmente rilevanti ascrivibili ad ogni soggetto beneficiario del traffico di documenti fasulli. Gli sviluppi delle ultime settimane hanno consentito di snidare e denunciare all'Ag ulteriori 127 persone, di cui 6 per associazione a delinquere (facenti parte di due distinti sodalizi criminosi) e 4 "caporali".
9 sono i deferiti per falso ideologico (in pratica formavano atti falsi nel contenuto usando modulistica originale) e 108 quelli segnalati alla competente Procura della Repubblica per falso materiale (documenti falsi in termini di contenuto e modulistica). Le investigazioni, coordinate dal Pm Sergio Dini, hanno puntato a smascherare fino alle radici il meccanismo grazie al quale centinaia di comuni sul territorio nazionale sono stati ingannati.
Nelle maglie dell'inchiesta anche un consulente del lavoro, intermediario con i gestori di locali soggetti alla disciplina dei REC interessati ad entrare in possesso dell'indispensabile certificato senza affrontare l'iter burocratico e formativo necessario al suo conseguimento.
Non solo. Il lavoro degli investigatori, di fatto, ha scoperchiato un malaffare diffuso a più latitudini sul territorio nazionale, con imprenditori (perlopiù orientali) di province anche fuori dal Veneto che non hanno avuto remore nell'aggirare la normativa di riferimento pur di iniziare ad operare nel settore della somministrazione di alimenti e bevande senza "intralci burocratici" di alcun genere. Grazie al "passaparola" tra gli interessati compratori di certificati falsi, il commercio dei medesimi è divenuto assai florido in breve tempo, con incassi di alcune centinaia di migliaia di euro, se si pensa al numero di operatori della ristorazione coinvolti e al costo del singolo documento falso. Un giro d'affari oscillante attorno ai 200.000 euro solo con la tornata degli ultimi 127 indagati.

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