domenica 11 novembre 2012

Mandara: ''Le nostre mozzarelle sono pulite, ora scrivetelo'' Il Riesame ha smontato le accuse, la produzione è ripresa, e l'azienda scrive ai giornali.


“L’azienda è stata dissequestrata a luglio, il titolare Giuseppe Mandara scarcerato dal tribunale del Riesame, i fornitori hanno ripristinato i contratti di fornitura, ma il danno d’immagine per l’arresto di luglio resta, e chiediamo che chi ha portato in prima pagina la notizia, tratti con la stessa rilevanza gli sviluppi dell’inchiesta”. Sono queste le ragioni che hanno spinto l’azienda di Giuseppe Mandara , il “re delle mozzarelle”, a scrivere ai giornali tra cui il Salvagente.
 

L'arresto e le cosneguenze

A metà luglio la Mandara, azienda campana leader tra i produttori di bufala (milioni di fatturato all’anno, 200 quintali di mozzarelle esportate ogni giorni  tra Usa, Giappone, Russia e Nuova Zelanda) finisce al centro di un’inchiesta giudiziaria per collusione con ambienti della criminalità organizzata e reati legati alla produzione.
Lo stabilimento di Mondragone viene sequestrato, Giuseppe Mandara finisce in manette con due suoi collaboratori, l’azienda continua la produzione sotto l’amministrazione un commissario straordinario, ma il consorzio Dop espelle il marchio e i grossi fornitori della Gdo sospendono le forniture.

La svolta del Riesame: "L'imprenditore obbligato a pagare il pizzo"

Quindici giorni dopo, però, la svolta: il tribunale del Riesame annulla i provvedimenti di sequestro e di custodia cautelare per Mandara, smontando l’impianto accusatorio: l’imprenditore, scrivono i giudici, è stato per anni vittima del clan camorristico, e avrebbe versato soldi non come contributo “volontario”, bensì perché costretto a pagare il pizzo.  “L’imprenditore”, si legge nella motivazione della sentenza, è “vittima soggiogato dalla forza di intimidazione del vincolo associativo (...) non tenta di venire a patti con la mafia per rivolgere a proprio vantaggio il relativo apparato strutturale strumentale basato sull’intimidazione, ma cede all’imposizione mafiosa (versando tangenti  o piegandosi a prestazioni anche illecite di altro tipo), e subisce il relativo danno ingiusto limitandosi a perseguire - se mai - un’intesa con il sodalizio criminale al solo fine di limitare il danno”. 

 

La parola alla Cassazione

Su questo si dovrà ora esprimere a febbraio la Cassazione, a cui la procura di Napoli si è rivolta in appello alla decisione del Riesame, ma è certo che la sentenza del Riesame ha messo fortemente in discussione l’impianto accusatorio.

Di nuovo nella grande distribuzione

Nel frattempo, da fine luglio il Consorzio di tutela del marchio Dop ha riammesso la Mandara tra gli associati e due grossi clienti, Coop e Conad, dopo accurate visite ispettive hanno ripristinato la fornitura di mozzarelle, così Auchan e Carrefour, per cui Mandara fornisce mozzarelle “a marchio”.

L'azienda: "Smontate tutte le accuse"

“ I legali”, spiegano dall’azienda, “hanno smontato punto per punto l’impianto accusatorio, anche per quanto riguarda i presunti reati commessi a danno della qualità dei prodotti, cosa che ha persuaso il tribunale del Riesame ad annullare le misure cautelari”.

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