sabato 24 novembre 2012

Falso olio extravergine: 8 milioni di litri sequestrati a Siena pari all'1% del prodotto commercializzato. La frode dell'anno



Dopo il sequestro di 8 milioni di litridi finto olio extravergine d'oliva, ottenuto miscelando olio vergine e olio lampante opportunamente deodorato per eliminare i cattivi odori, qualcuno parla di frode dell'anno. La storia non finisce qui perchè in alcuni casi sulle etichette veniva dichiarata un'origine "100% italiana", anche se le  bottiglie contenevano il 30-40% di olio proveniente da: Spagna, Grecia e Tunisia.

È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza presso l'Azienda Olearia Valpesana, situata a Monteriggioni, una manciata di chilometri da Siena. Il nome dell'impresa non dice nulla ai consumatori perchè commercializza olio destinato a confezionatori che lo imbottigliano con il loro marchio. La società infatti, con i suoi 110 milioni di euro di fatturato annuo, rivende olio sfuso ad una serie di aziende imbottigliatrici tra le più importanti a livello nazionale, ubicate in diverse regioni italiane, che provvedevano al successivo confezionamento e distribuzione ai supermercati in Italia e oltre confine. Si tratta di una quantità rilevante, pari circa al'1% dell'olio commercializzato dall'Italia sul mercato domestico e all'estero. Non è la prima volta che la Gdf pizzica qualche imprenditore un po' troppo disinvolto.  

L'aspetto rilevante di questa operazione chiamata "Arbequino", è che sono stati sequestrati 8 milioni di litri di falso extravergine in parte destinato ad aziende ben note ai consumatori (anche se i nomi restano ancora top secret). 
Il capo di imputazione contestato all'imprenditore Francesco Fusi, adesso agli arresti domiciliari, è "truffa in commercio".

Il meccanismo andava avanti dal 2010 e il materiale sequestrato ha permesso di scoprire una doppia contabilità aziendale. Da una parte le fatture e i contratti di acquisto con i parametri chimici nella norma, dall'altra una nota a matita con i veri valori. Sono stati trovati anche numerosi “manoscritti” con le indicazioni dei parametri chimici dell'olio da cui emergevano valori riferiti agli alchil esteri, ai perossidi e all'acidità al di fuori di quelli previsti dalla normativa per classificare un olio come extravergine di oliva.

 
Come avviene per tutte le frodi che si sono susseguite numerose negli ultimi 30 anni in Italia, anche in questo caso l'olio sequestrato non crea alcun problema alla salute dei consumatori, perchè si tratta di adulterazione, ovvero di miscelazione con materia prima di qualità inferiore  frode in commercio art. 515 codice penale). Questo però non vuol dire che l'episodio abbia scarsa rilevanza.

Grazie a queste furberie si riesce a influire sui prezzi del mercato, offrendo agli imbottigliatori listini particolarmente vantaggiosi. È facile immag inare queste 8 milioni di bottiglie esposte sugli scaffali dei supermercati sotto forma di offerta promozionale, a un prezzo di 2,50 euro/litro o anche meno. Si tratta di concorrenza sleale nei confronti di olivicoltori, frantoiani e commercianti seri e onesti che non possono adottare listini così stracciati.

Il pubblico ministero Aldo Nataliniche ha coordinato l'operazione, sta facendo ulteriori accertamenti su tutte le aziende in affari con Francesco Fusi, per comprendere «il quadro complessivo della frode olearia che contempla non soltanto aspetti di natura penale, ma anche evidenti ed interessanti profili d i natura economico-finanziaria, suscettibili di ulteriori sviluppi».
Vi terremo aggiornati.  

Alberto Grimelli

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