venerdì 19 ottobre 2012

Celiaci al Ristorante con un Sensore...


Un dispositivo con due elettrodi permetterà di identificare gli alimenti che contengono gliatina, la molecola del glutine

MILANO - Un minuscolo sensore che fa "bip" se misura negli alimenti una minima quantità di gliatina, la molecola del glutine nemica dei celiaci. Utile e, in certi casi, salvavita soprattutto se utilizzato al ristorante. Metterebbe infatti al sicuro le persone esposte alle reazioni più pericolose. «Contiamo di rendere disponibile lo strumento entro un anno, un anno e mezzo», spera Gianluca Bleve, ricercatore dell’Istituto di Scienze della produzione alimentare del Cnr di Lecce. Il prototipo innovativo gli è valso il premio Montana, istituito dal Gruppo Cremonini, condiviso col collega Giovanni Potente istituto di Nanoscienze, sempre a Lecce, e con Fabio Cimaglia (Bio Tecgen). Bleve è doppiamente motivato perché soffre di una forma attenuata di celiachia: «Una minima contaminazione non mi manda in ospedale, come invece può succedere a chi ha una situazione più grave. Per noi mangiare fuori casa è un problema in quanto non abbiamo mai la certezza che gli alimenti siano sicuri. Pensiamo a una macchinetta capace di segnalare la presenza di tracce, in commercio a prezzi moderati».
IPERSENSIBILE - La giuria del Premio ha «valorizzato i progetti indirizzati alla prevenzione dei problemi connessi a una malattia autoimmune che nel nord Europa colpisce una persona su 100 e per la quale si prevede la diagnosi di 5 milioni di casi nell’area mediterranea nei prossimi dieci anni». I sintomi includono diarrea, carenza di rifornimento di nutrienti come le vitamine, dolori intestinali e altri disturbi seri anche neurologici. Attualmente l’unico trattamento è la dieta senza glutine che permette il recupero e il mantenimento della funzionalità intestinale. L’immunosensore è costituito da due elettrodi e si basa sulla tecnica elettroscopica. La sua caratteristica è l’ipersensibilità. «Lo abbiamo sperimentato su alimenti contaminati con gliadina, presente nel grano — spiega Potente —. L’obiettivo è un oggetto miniaturizzato usa e getta. I sistemi oggi disponibili si limitano ad analisi di laboratorio che vengono compiute all’origine del prodotto», successivamente esposti al rischio di contaminazione incrociata. L’Associazione italiana celiaci segue con attenzione gli sviluppi della ricerca.

2 commenti:

  1. Questa è una bellissima notizia, conosco tante persone celiache che purtroppo non possono mangiare
    spesso fuori proprio per il pericolo di contaminazioni.

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