sabato 26 maggio 2012

Agricoltura moderna 'avvelena' la nostra salute e la Terra Libro nero dell'agricoltura,l'impatto su di noi e sull'ambiente




(ANSA) - ROMA, 25 MAG - L'agricoltura su scala industriale, fatta di serre, coltivazioni intensive, agrofarmaci, rischia di ''avvelenare'' la nostra salute e l'ambiente: molte delle sostanze usate finiscono direttamente nei nostri piatti o nell'acqua che beviamo, mentre i prodotti coltivati in serra di fatto sono meno ricchi di vitamine e minerali.

Sono solo alcuni dei rischi che emergono dal libro-inchiesta dell'agronomo Davide Ciccarese, 'il libro nero dell'agricoltura' (Ponte alle Grazie).

La salute dei consumatori e' messa a rischio dal massiccio uso di agrofarmaci (pesticidi, concimi etc): ''i nitrati usati come concimi - spiega l'esperto all'ANSA - sono cancerogeni sopra determinate dosi''. Il rischio non e' remoto se pensiamo che ''le piante coltivate in serra sono concimate con soluzioni liquide che abbondano di azoto. Per di piu' se le piante non ricevono luce adeguata (come in serra) accumulano molti nitrati nelle foglie''. Altre sostanze vengono aggiunte (per esempio conservanti) a frutta e verdura lungo la filiera che porta i prodotti sul mercato. Quindi noi consumatori assorbiamo nitrati da diverse fonti: almeno il 37% della frutta e verdura che mangiamo presenta sostanze chimiche e da studi Usa emerge che dei circa 300 agrofarmaci in uso (che spesso finiscono dispersi in ambiente, acqua, aria e frutta e verdura) oltre 50 sono cancerogeni e interferiscono col sistema endocrino.

E al rischio potenziale delle sostanze nocive, si aggiungono carenze di sali minerali, vitamine e altri elementi nutritivi che le piante in serra non riescono a generare a causa della crescita veloce, della scarsa disponibilita' di luce e di tutti i microelementi che offre un terreno di coltura normale.

Anche la salute della Terra e' messa in pericolo dall'agricoltura industriale, conclude: ''nel mondo il 25% delle terre emerse risulta eroso gravemente (il 30% in Italia), la terra coltivabile nel 1970 disponibile era di 0,38 ettari procapite, di 0,23 nel 2000, e' la proiezione per il 2050 e di 0,15''. (ANSA).
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