sabato 25 agosto 2012

Salute: barrette cereali snack sano? E'solo un mito Secondo studio Gb contengono alti livelli di zuccheri e grassi


(ANSA) - MILANO, 20 AGO - L'immagine delle barrette di cereali come snack sano e' solo una 'leggenda'. In realta' questi alimenti, secondo uno studio finanziato dal gruppo inglese di consumatori 'Which?' e di cui parla oggi la Bbc, conterrebbero parecchi grassi e zuccheri. In particolare, dei 30 diversi tipi di barrette esaminate, solo una non aveva alti contenuti di zuccheri, mentre 16 ne avevano piu' del 30%. In una c'era l'equivalente di 4 cucchiaini di zucchero - piu' di quanto ne contenga una piccola lattina di cola e pari al 20% della soglia giornaliera di zuccheri raccomandata. Negli altri snack analizzati sono state riscontrate anche alte quantita' di grassi e grassi saturi. Ad esempio, delle sette barrette vendute per i bambini, sei contengono alti livelli di grassi saturi.

L'associazione inglese dei consumatori ha messo a confronto il contenuto nutritivo delle barrette usando le informazioni delle aziende produttrici e usato una sorta di semaforo, apponendo luci rosse, gialle o verdi, quando i livelli di grassi, grassi saturi, zuccheri e sali erano alti, medi o bassi.

''Le aziende devono ridurre il contenuto di zuccheri e grassi nei prodotti destinati ai bambini - commenta Richard Lloyd, direttore esecutivo di 'Which?' - e fare controlli piu' rigidi nel modo in cui sono pubblicizzati. La gente spesso sceglie le barrette di cereali, pensando che siano piu' sane di cioccolato o biscotti, ma la nostra ricerca dimostra che questo e' solo un mito''. (ANSA).

Dentisti Usa, non lavarsi i denti subito dopo pranzo Accelera l'azione corrosiva del cibo. Meglio aspettare 30 minuti


(ANSA) - ROMA, 21 AGO - Lavarsi i denti immediatamente dopo aver finito di mangiare può giocare brutti scherzi. Parola di dentisti americani, i più grandi specialisti del settore a livello mondiale. Il contrordine si basa sui risultati di una ricerca pubblicata dal New York Times in cui si dimostra che passare subito dalla forchetta allo spazzolino a stretto giro, può danneggiare i denti. "Se li si strofina entro trenta-quaranta minuti dalla fine del pasto si accelera l'azione degli acidi corrosivi contenuti nel cibo - ha detto Howard R.

Gamble, presidente dell'Academy of General Dentistry - Il movimento delle setole dello spazzolino facilita la penetrazione in profondità di queste sostanze, che bruciano lo smalto e lo strato sottostante chiamato dentina". La ricerca ha dimostrato che i denti si intaccano più velocemente se vengono strofinati nel lasso di tempo immediatamente successivo al pasto o dopo aver bevuto un caffè o una bevanda gassata che praticamente li 'spoglia' dello strato superficiale demineralizzandoli. Lo studio, da cui è risultato che molte persone si lavano i denti molto più del necessario, è stato compiuto da un gruppo di volontari che ha 'indossato' sull'arcata dentale campioni di dentina umana e ha testato differenti 'strategie' di spazzolatura venti minuti dopo aver bevuto una bibita gassata. I denti sono risultati danneggiati. Lo stesso si è verificato dopo aver assunto cibo e aver atteso lo stesso periodo di tempo. Le prove, poi, sono state ripetute dopo un'ora ed è emerso che i denti apparivano molto meno usurati. Da qui la conclusione dei ricercatori che presto ha compiuto il giro del mondo : per proteggere le superficie dentali dall'attacco delle sostanze corrosive non occorre catapultarsi a lavarsi denti dopo pranzo o eccedere con lo spazzolino, ma è meglio aspettare almeno mezz'ora prima di procedere. Ma gli studi riguardo a una scorretta igiene orale non finiscono qui. Pare che un'altra cattiva abitudine sia quella di sciacquarsi i denti dopo averli lavati. Secondo Phil Stemmer del Fresh Breath Centre di Londra, il risciacquo lava via il rivestimento protettivo al fluoro del dentifricio, che svolge una funzione protettiva ulteriore.

Addirittura bisognerebbe evitare tutti i liquidi (acqua compresa ) per almeno mezz'ora dopo il lavaggio. Il dottor Stemmer ritiene che un altro errore molto diffuso sia quello di bagnare lo spazzolino prima dell'uso: diluisce l'effetto del dentifricio. La bocca è un ambiente sufficientemente umido, non è necessario aggiungere ancora altra acqua. (ANSA).
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La memoria migliora con bevande ricche flavonoli cacao Frena declino cognitivo e riduce pressione sangue



MILANO - Il cacao fa bene alla memoria e previene il declino cognitivo. Consumare infatti ogni giorno i flavonoli del cacao, all'interno di una dieta bilanciata e controllata dal punto di vista calorico, puo' frenare il declino cognitivo che interessa ogni anno oltre il 6% degli over 70, con problemi di memoria, anticamera dell'Alzheimer. Lo ha scoperto uno studio italiano pubblicato sulla rivista 'Hypertension' e sul sito dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco). L'indagine, condotta dai ricercatori del team di Giovambattista Desideri, direttore della Divisione geriatrica dell'universita' dell'Aquila, ha coinvolto 90 anziani con lieve declino cognitivo. I partecipanti sono stati suddivisi a caso in 3 gruppi, e hanno ricevuto ogni giorno per 8 settimane dosi diverse di bevanda con flavonoli del cacao: 990 milligrammi (dose alta), 520 mg (media) o 45 mg (bassa). Per ottenere risultati piu' attendibili, dalla dieta degli anziani e' stata eliminata ogni altra fonte di flavonoli, sostanze antiossidanti contenute per esempio in te', uva, vino rosso e mele.

Dal test e' cosi' emerso che chi assumeva dosi medio-alte di flavonoli del cacao mostrava performance migliori in termini di funzionalita' cerebrale, memoria a breve e a lungo termine, velocita' di pensiero e capacita' cognitiva complessiva, rispetto a chi ne consumava meno. Si e' inoltre osservata una riduzione della pressione sanguigna, dello stress ossidativo e dell'insulino-resistenza, cioe' la ridotta reattivita' all'ormone controlla-zuccheri, condizione legata al rischio di diabete. I ricercatori devono ancora capire pero' se questi benefici sul profilo cognitivo sono una conseguenza diretta del consumo di flavonoli del cacao, oppure un effetto secondario al miglioramento della funzione cardiovascolare.
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venerdì 24 agosto 2012

Una zanzara spaventa gli Stati Uniti Gia' una quarantina le vittime del 'virus del Nilo occidentale



ROMA  - E' la più vasta ondata di contagi con il 'virus del Nilo occidentale' mai vista in America. Un virus trasmesso dalle zanzare. L'epicentro è nel Texas ed in Mississipi, ma le infezioni sono destinate a crescere: ad ammettere senza mezzi termini la serietà della situazione sono gli esperti di salute pubblica statunitense, dopo che sono stati resi noti altri due decessi causati dal virus. Al 21 agosto, secondo gli ultimi dati dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), i casi riportati erano 1.121, i decessi 41. 

Le ultime due morti sono avvenute una nell'area di Dallas, la più colpita dall'infestazione di zanzare infette, e l'altra nella contea di Fresno, in California. Quest'ultima una località sinora risparmiata dal virus. "Il picco delle malattie causate dal virus del Nilo occidentale è usualmente a metà agosto - ha detto Lyle Petersen, dei Cdc - ma usualmente l'incubazione dura una paio di settimane e quindi ci aspettiamo una nuova impennata dei contagi". La stessa ricercatrice ha ammesso che gli esperti non capiscono il perché dell'epidemia, ma tra le cause sospette c'é l'eccessiva ondata di calore. Il 75% dei casi sono in Texas, Mississipi, Oklahoma, Lousiana. Nella contea di Dallas è stata dichiarata emergenza sanitaria. Da lunedì insetticidi vengono spruzzati da aerei speciali e la popolazione è invitata a cautele particolari, come evitare di uscire al tramonto e cospargersi di sostanze repellenti anti-zanzare.

giovedì 23 agosto 2012

Maestro di cucina Fabio Tira

Talune attività o professioni, a causa delle loro peculiari caratteristiche sociali, si pensi a medici, psicologi, avvocati, ristoratori, chef, potrei continuare, devono rispettare un determinato codice comportamentale, il cui scopo è impedire di ledere con la dignità, la salute di chi sia oggetto del loro operato. Per questo molti ordini professionali hanno elaborato codici di deontologia di cui 
diventano tutori nell'esercizio delle proprie funzioni.
Purtroppo in Italia i grandi, per meglio dire Guru, pur nutrendo amore per la propria terra, disponibili a qualche riduzione economica, stranamente si vedono costretti ad emigrare per esprimere il proprio valore. Porto ad esempio Fabio Tira. Executive chef, maestro di cucina, per amor di patria aveva accettato la richiesta di un ristoratore ad Ansedonia (GR), salvo accorgersi dopo due giorni che lo stesso (purtroppo ce ne sono molti osti saltimbanchi, come di cuochi che si adattano a legare il cavallo dove vuole il padrone) speculando sull’ignoranza del consumatore mirava solo a far numero o, meglio dire incasso. Inutile significargli la qualità. Eccolo allora per principi insiti nel proprio DNA, mollare tutto e volare a Kampala per guidare la cucina prettamente italiana del Ristorante Mediterraneo di proprietà del toscano Stefano Giannetti. Questa l’etica deontologica da emulare.
BiGi

mercoledì 15 agosto 2012

Scienziati inventano il cioccolato salutare con -50% grassi Gocce di frutta al posto di burro e latte



(ANSA) - Roma, 13 ago - Gli scienziati della Warwick University, in Inghilterra, hanno inventato la prima tavoletta di cioccolato con il 50% in meno di grassi rispetto alla tradizionale sostituendo il burro ed il latte con microgoccioline di succo di arancia e mirtilli rossi dal diametro inferiore ai 30 micron. La scoperta e' pubblicata oggi sul Journal of Materials Chemistry.

"Impiegando una tecnica particolare di emulsionamento, la Pickering, abbiamo inserito i succhi nell'impasto del cioccolato al latte, nero o bianco e, a sorpresa, la polvere del cioccolato non si e' separata dalla parte liquida. Al contrario si e' emulsionata perfettamente e senza perdere il sapore originale che piu' da' soddisfazione al palato, generalmente dovuto alla presenza di grassi che in questo caso sono stati notevolmente ridotti", spiega Stefan Bon, autore della scoperta e direttore del dipartimento di chimica dell'universita' inglese. Il nuovo procedimento prevede l'impiego di particelle di silicio e di chitosano, sostanze autorizzate per l'uso alimentare, da inserire in una micro emulsione di tipo 'acqua in olio', in cui la fase grassa e' formata da olio di girasole e dalla stessa massa di cioccolato fuso e la fase acquosa dai succhi di frutta.

"La tecnica di emulsionamento ha permesso ai succhi di inglobare e cristallizzare le materie prime fra loro agendo loro stessi da emulsionanti fornendo cosi' al cioccolato un aspetto molto goloso, una texture ed un sapore del tutto simili alle tavolette tradizionali. Il prodotto finale ha anche un sapore di succo di frutta ma, se si desidera, si puo' anche sostituire i succhi direttamente con acqua o vitamina C, l'acido ascorbico, per lasciare solo il sapore della cioccolata". Il ricercatore prevede che tale scoperta cambiera' le tecniche di produzione dell'industria dolciaria verso prodotti idonei anche a chi non puo' mangiare grassi o derivati del latte. "La nostra scoperta pone le basi per la messa a punto del cioccolato piu' salutare al mondo e anche di bell'aspetto perche' il sistema di emulsionamento impiegato non lascia affiorare lo zucchero in superficie, evento invece che si riscontra spesso nelle tavolette a basso contenuto di grassi in commercio e di quelle conservate a lungo" dichiara entusiasta il chimico Bon. (ANSA).
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lunedì 13 agosto 2012

Salute: disidratazione, a rischio 2 milioni di italiani Esperti, molto importanti acque ricche di calcio e magnesio


Una corretta idratazione è fondamentale per il naturale svolgimento delle reazioni biochimiche e dei processi fisiologici che ci assicurano la vita. Non tutti però sono a conoscenza del fatto che bere adeguatamente sia una strategia per prevenire diversi disturbi.Come ha evidenziato una recente ricerca Eurisko, gran parte delle persone infatti non beve abbastanza: il 5% degli italiani, ovvero circa 2 milioni di persone, non beve acqua perché non sa quanto sia importante il ricambio di questo elemento nell’organismo, ignorando gli straordinari effetti sul nostro benessere.

Per informare e sensibilizzare in primis i medici, e quindi anche i cittadini, rispetto all’importanza di una corretta idratazione e sui benefici che questa può avere sull’organismo il Gruppo Sanpellegrino insieme alla SIMG, Società Italiana di Medicina Generale hanno deciso di promuovere una campagna informativa (link al testo correlato) “La Salute inizia da un bicchier d’acqua. Acqua è vita”. L’iniziativa che è stata lanciata a luglio ha l’obbiettivo di promuovere una cultura idrologica, tema tanto fondamentale quanto trascurato, è dunque opportuno che il medico sia informato e sia chiamato a sensibilizzare i suoi pazienti sull’importanza di una corretta idratazione per vivere in salute.

Questo è fondamentale per il naturale svolgimento delle reazioni biochimiche e dei processi fisiologici che ci assicurano la vita. Bere adeguatamente, è una strategia importante per prevenire diverse malattie e disturbi.

In condizioni di riposo, il nostro corpo necessita giornalmente di circa 8 bicchieri di acqua, ma il fabbisogno idrico può variare anche sensibilmente in base al sesso, all’età e allo stile di vita. Le proprietà “benefiche” che un’acqua minerale naturale può vantare sono da attribuire alla quantità e al rapporto fra i sali in essa disciolti e all’assenza di sostanze indesiderabili. Ad ognuno quindi la giusta acqua!

Per i bambini, per esempio, sono consigliabili acque bicarbonato-calciche.

“Per i bambini è importante bere molto in generale, a maggior ragione nei mesi caldi estivi – afferma il Prof. Alessandro Sartorio, Primario presso l’Istituto Auxologico Italiano di Milano. Negli anni della crescita e dello sviluppo corporeo, le acque ricche di calcio contribuiscono ad un adeguato apporto di questo elemento, fondamentale per determinare la massa ossea, favorendo uno sviluppo sano.

”Infatti, quando si beve, non solo ci si disseta, ma si assumono importanti micronutrienti, come calcio, sodio, ferro, magnesio, zolfo, bicarbonato, fluoro.

“Le acque ricche di calcio e magnesio, sono particolarmente adatte in particolari periodi della vita di una donna, come la gravidanza e la menopausa” - spiega il Prof. Umberto Solimene dell’Università degli Studi di Milano e membro dell’Osservatorio Sanpellegrino. “soprattutto in età avanzata il calcio infatti influisce sul decorso dell’osteoporosi e l’acqua minerale, grazie al suo contenuto in sali minerali - oltre all’alimentazione - può rivelarsi un utile alleato contro questa patologia.

”Particolare attenzione poi agli anziani. Un aspetto tipico della terza età è la difficoltà a mantenere un adeguato equilibrio idroelettrolitico a causa anche di un alterato senso della sete“

La parola d’ordine è quindi prevenire” – dichiara il Dott. Alessandro Zanasi docente presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli studi di Bologna e membro dell’Osservatorio Sanpellegrino,. “E’ necessario cercare di misurare la quantità di acqua assunta quotidianamente e per garantire un apporto idrico sufficiente, basta moltiplicare il peso corporeo per 30. Ad esempio: una persona di 70 kg è opportuno che assuma 2,1 l di acqua.”

sabato 11 agosto 2012

Nuova influenza suina in diffusione in Usa,bimbi piu'colpiti 10 agosto, 17:42


(ANSA) - WASHINGTON, 10 AGO - Una nuova forma di influenza che arriva direttamente dai maiali si sta diffondendo negli Stati Uniti piu' del previsto: a rivelarlo sono gli esperti dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta (Cdc), che invitano alla cautela soprattutto durante le tradizionali fiere estive americane, con la presenza di suini e altri animali.

Secondo gli ultimi dati, questa estate, sono stati registrati 145 casi di contagi con il virus 'H3N2' apparso per la prima volta lo scorso anno: i piu' colpiti risultano i bambini, ma sinora tutti tranne 2 pazienti si sono ripresi senza bisogno di ospedalizzazioni.

I Cdc precisano a chiare lettere che non siamo in una situazione pandemica, ma invitano alla cautela: "Non abbiamo prove di contagi da persone a persone, l'influenza appare essere stata trasmessa direttamente dai suini a persone che visitavano le fiere o si occupavano del bestiame" ha spiegato Joseph Breese dei Cdc in una teleconferenza con i giornalisti.

Breese ha invitato la popolazione ad avvicinarsi agli animali con attenzione e lavarsi le mani ripetutamente, ed ha ricordato che il vaccino antinfluenzale utilizzato sinora non protegge dalla nuova razza virale.

Il virus della nuova influenza e' composta da 8 geni - hanno spiegato i Cdc - 'H3N2' ha 7 geni tipici di una influenza circolata tra i suini da tempo, ma 1 singolo gene proviene dalla piu' temibile influenza 'H1N1' che causo' pandemia nel 2009.

(ANSA)

venerdì 10 agosto 2012

Cibi scaduti nei ristoranti dei lidi balneari Operazione della Capitaneria e dei funzionari dell’Asl. Denunciati i titolari di due stabilimenti




Lidi balneari che si sono trasformati nel tempo in piccoli ristoranti e che offrono gustose pietanze spesso a base di pesce - in particolare novellame - vietato dalla legge. Per tentare di arginare il dilagante utilizzo nei ristoranti di pesce “giovane” cucinato in mille varianti golose che attirano gli amanti della buona tavola, il capitano Andrea Agostinelli comandante della Guardia Costiera-Capitaneria di porto di Salerno ha disposto controlli a tappeto dalla Costiera Amalfinata fino alla zona Sud della provincia.
Negli ultimi due giorni i militari hanno visitato i lidi di Salerno città, in collaborazione con il personale dell'Asl di Salerno Dipartimento di Prevenzione Servizio igiene degli alimenti e nutrizione.
In particolare le ispezioni sono state effettuate presso cinque strutture. In seguito alle quali sono stati sequestrati complessivamente oltre 50 chilogrammi di alimenti - in particolare prodotti ittici - detenuti in cattivo stato di conservazione, congelati abusivamente e senza la relativa tracciabilità per risalire al fornitore. Tanti anche i prodotti scaduti che sarebbero finiti su tavole imbandite di noti lidi di città. I prodotti sottoposti a sequestro penale saranno avviati a distruzione.
Complessivamente sono stati denunciati a piede libero i due responsabili della ristorazione presso le strutture balneari non inregola ed elevati dal personale sanitario tre verbali per una sanzione di oltre 6mila euro.
Sicuramente i titolari dei lidi balneari sono pressati dalle tasse e, quest’anno, da una crisi di vaste proporzioni che ha registrato un evidente calo di prenotazioni sia per consumare un pasto veloce al mare che per cenare. Basta dare un’occhiata ai lidi per accorgersi che a pranzo il classico picnic è ritornato sulle spiagge. Verso l’ora di pranzo non si vedono più camerieri ai tavoli, sempre più occupati da gruppi di amici e famiglie muniti di contenitori di plastica stracolmi di pasta fredda e succulenti secondi. Questo non giustifica gli imprenditori dei lidi - ristorante che pur di attirare clientela offrono pietanze a base di pesci ricercati da proporre a prezzi convenienti. Dunque pugno duro degli uomini della Capitaneria che proseguirà nei controlli presso i lidi per tutta l’estate. Gli uomini della Guardia Costiera saranno costantemente impegnati anche su altri fronti. Nell’ambito dell’operazione “Mare sicuro”, per la tutela della navigazione e, in generale, dei bagnanti. (m.c.)
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Salute: attenti a cocktail, ricchi di zuccheri




(ANSA) - ROMA, 09 AGO- Fare pasti leggeri a pranzo e mangiare un po' di piu' la sera, preferendo i secondi piatti meglio se accompagnati da acqua oligominerale, e concedersi un pezzo di torta o un cornetto a colazione, aggiungendo latte o yogurt e un frutto. L'aperitivo dopo una giornata di mare va bene, purche' non si abbiano gia' problemi di peso e non facendolo comunque diventare un'abitudine, mentre sui cocktail nelle calde sere estate meglio stare attenti: oltre agli effetti negativi dell'alcol che in parte sono gia' noti bisogna ricordare che queste bevande sono ricchissime di zuccheri e contengono qualcosa come 300-400 calorie a bicchiere. Questi i consigli per l'estate della dottoressa Monica Germani, dietista, nel consiglio direttivo della Societa' italiana di scienze dell'alimentazione (Sisa). "A pranzo scegliamo cose leggere e semplici come la bresaola, le insalate di mare, il prosciutto e melone, un panino farcito con prosciutto o la pizza rossa- spiega la dottoressa- in questo modo a cena potremo permetterci di mangiare qualcosa di piu' , soprattutto se stiamo in vacanza". "Sostituire il pranzo con la sola frutta non va bene- prosegue la dottoressa- magari meglio associarvi un pacchetto di crackers, mentre il gelato puo' sostituire il pasto e contiene un minimo di calcio, se poi ne mangiamo una bella coppa con due o tre cialde meglio ancora perche' forniscono carboidrati complessi". Ai succhi di frutta meglio preferire un frutto interi o un frullato, perche' le vitamine si ossidano al momento stesso dell'apertura e allora "e' come se bevessimo acqua e zucchero, perche' non ci forniscono sali minerali, vitamine e zuccheri". Per i bimbi meglio non scegliere pietanze condite soprattutto a pranzo, facendoli aspettare almeno tre ore prima di fare il bagno, mentre la merenda ideale se non amano la frutta e' il gelato.
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Dalle patate un valido aiuto contro ulcera stomaco Microbiologi hanno isolato e raccolto potato juice




Dalle patate puo' venire un valido aiuto contro le ulcere dello stomaco. E' quanto emerge da una ricerca dell' Universita' di Manchester, secondo la quale la variante bianca del tubero conterebbe delle molecole antibatteriche valide per curare questo disturbo. Queste molecole, che i microbiologi inglesi hanno isolato e raccolto in un "potato juice"', cioe' un vero e proprio succo di patata, potrebbero oltre che curare l'ulcera senza effetti collaterali anche prevenirla, perche' i batteri dello stomaco che la provocano non sviluppano resistenza. La scoperta e' stata fatta dal professor Ian Roberts, che ha guidato la sperimentazione in laboratorio- '' io stesso ero scettico, ma in fondo non ero particolarmente sorpreso: molti prodotti botanici hanno componenti interessanti, tutto sta a scoprirli".
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mercoledì 8 agosto 2012

Smettere di dire bugie, anche piccole, migliora salute Adulti mentono in media almeno 11 volte settimana


WASHINGTON, 7 AGO - Attenzione bugiardi, abituali o occasionali. Smettere di raccontare fandonie, siano esse di grosso calibro o piccole piccole e poco maliziose, migliora la salute fisiologica e psicologica. Parola di scienziati.

Un nuovo studio della universita' Notre Dame dell'Indiana ha sottoposto 110 individui tra i 18 ed i 71 anni di eta' ad un curioso esperimento durato 10 settimane: ogni settimana meta' dei volontari veniva istruito a non dire nemmeno una bugia - "Non potete mentire per alcuna ragione", era l'ordine - mentre l'altra meta' non riceveva alcuna indicazione al riguardo.

Nel corso dell'indagine il legame tra bugie e salute e' risultato sempre piu' forte: "Ogni volta che il tasso delle bugie saliva, la salute dei partecipanti scendeva, quando le bugie scendevano la salute migliorava", ha spiegato Anita Kelly, professore di psicologia ed autore principale della ricerca.

Quando i partecipanti nel gruppo che non doveva mentire hanno detto in media tre bugie in meno la settimana - ha specificato Kelly - la loro salute e' migliorata in ben 4 aree in media.

Secondo il rapporto illustrato alla conferenza della American Psycholagical Society, meno menzogne sono risultate in meno mal di gola, raffreddori, mal di testa. E dal punto di vista psicologico: meno sensi di malinconia e tensione.

Mentire e' associato ad un aumento dello stress, hanno spiegato gli esperti. Secondo i quali in media, almeno in America, ogni adulto dice almeno 11 bugie a settimana. (ANSA).
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Caldo: contro i colpi calore un pizzico sale aiuta Esperti, diminuisce rischio malore


(ANSA) - ROMA, 7 AGO - Scipione, Caronte ed ora Nerone hanno surriscaldato l'Italia e gli Italiani negli ultimi giorni creando disagi anche per la salute. Con le temperature da bollino rosso il primo pericolo e' sicuramente il colpo di calore: ''si presenta quando la temperatura esterna è molto alta ma la persona non riesce a disperdere il calore dal corpo'', spiega il Professore Niccolò Marchionni, ordinario di gerontologia e geriatria all'Università di Firenze. ''I soggetti più a rischio sono sicuramente i bambini, gli anziani ma anche le donne durante il ciclo mestruale'' Sono soggette a colpi di sole e di calore anche le persone che praticano un'attività fisica molto impegnativa durante le ore più calde e '' chi non fa colazione al mattino rischia di piu' a causa di una carenza di zuccheri nel sangue che unita al caldo rende l'organismo molto più vulnerabile'', prosegue il professore, che suggerisce, qualora vi siano i primi sintomi si spossatezza abnorme, disorientamento, confusione mentale acuta, tipici del colpo di calore, di recarsi immediatamente in un luogo fresco, ombrato e ventilato ''con il colpo di calore si perdono anche molti liquidi, dunque fondamentale e' bere molta acqua evitando bibite zuccherate'' precisa il professore Marchionni.

Cosa nota e' che con l'afa bisogna evitare cibi grassi e zuccherosi, mentre e' assolutamente consigliato mangiare frutta e verdura.

Meno noto invece e' l'uso di sale, come spiega la dottoressa Maria Antonia Fusco, nutrizionista di ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica) ''la dieta estiva degli adulti , ma anche dei bambini, sopratutto in estate e' scarsa di sale e potassio, con il caldo afoso bisogna invece aumentare sopratutto nei bambini l'uso del sale''.

Via libera dunque, con la dovuta moderazione, ad alimenti che in genere sarebbero sconsigliati, come le patatine fritte, magari fatte in casa, o il prosciutto crudo, che di solito sopratutto nell'alimentazione dei piu' piccoli viene sostituito dal prosciutto cotto. Spesso in estate si avverte piu' stanchezza del solito '' con un pizzico di sale in piu' per tutti , questo sintomo puo' facilmente attutirsi'', spiega la dottoressa Fusco.(ANSA).
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martedì 7 agosto 2012

Nell’antica Grecia, Socrate era stimato per la sua saggezza.

Nell’antica Grecia, Socrate era stimato per la sua saggezza.
Un giorno, un conoscente lo avvicino’ e gli disse: sai cosa ho sentito a proposito di quel tuo amico?

Aspetta un attimo, lo interruppe Socrate.

Prima di dirmelo, vorrei ti sottoponessi ad un piccolo test che ho chiamato il test del triplo filtro.

Triplo filtro?

Proprio cosi continuo’ Socrate.

Prima che tu mi parli del mio amico, potrebbe essere una buona idea
di filtrare quello che andrai a dire. Percio’ lo chiamo il test del triplo filtro.

Il primo filtro e’ la verita’. Sei assolutamente sicuro che quello che stai per dirmi e’ vero? (Sathyam)

No disse l’uomo. Veramente ne ho solo sentito parlare e……..

Bene disse Socrate, percio’ non sai se e’ proprio la verita’ o no. Ora passiamo al secondo filtro, il filtro della virtu’. E’ qualcosa di buono che stai per dirmi a riguardo del mio amico? (Priyam)

No al contrario………

Bene continuo Socrate, vuoi dirmi qualcosa di negativo su di lui, ma non sai se e’ proprio vero.

Devi comunque sottoporti all’ultimo test, quello dell’utilita’. Quello che stai per dirmi a proposito del mio amico potrebbe essermi utile? ( Hitham)

Beh, non realmente…………….

  1. Ora, concluse Socrate, se vuoi dirmi qualcosa che non e’ vero, ne buono e neppure utile perche farlo?

lunedì 6 agosto 2012

Una trentenne: «Non sono più bulimica» E ingoia un coltello per dimostrarlo Ha infilato la lama in gola e le è andata giù per sbaglio in un attacco di risa. È stata operata con laparotomia





MILANO - Ha infilato in gola un coltello per dimostrare alla sorella di non avere più conati di vomito. Una donna trentenne americana, che aveva molto sofferto a causa della bulimia, ha scelto il modo peggiore per dimostrare di essere guarita, rischiando la vita. Perché mentre si cimentava nella folle impresa ha riso, ingoiando involontariamente il coltello che le si è piantato nella parte inferiore dell'esofago (esofago distale), causandole un forte dolore all'addome ed emorragia, come hanno raccontato sul New England Journal of Medicine i medici che l'hanno curata: Alda Venado e Sarah Prebil dell'Emory School of Medicine dell'Università di Atlanta.
LAPAROTOMIA - La donna è corsa al pronto soccorso dove i medici, dopo aver visto il "corpo estraneo" nelle radiografie hanno fatto una esofagogastroduodenoscopia d'urgenza con laparotomia per toglierlo. Il risultato è stato migliore del previsto: il coltello non aveva danneggiato lo stomaco o altri organi interni e la donna dopo l'intervento ha potuto riprendere a mangiare regolarmente. Non prima però di essere sottoposta a un controllo nel reparto psichiatrico. Anche perché il marito della 30enne ha rivelato che quattro anni prima la donna aveva ingoiato un altro coltello, poi rimosso chirurgicamente con laparotomia.

Prodotti ittici: qualità e conservazione Quelle che bisogna sapere per consumare correttamente gli alimenti



Nel termine «prodotti ittici» vengono compresi pesci, crostacei (gamberi, mazzancolle, aragoste, granchi) e molluschi (cozze, vongole, telline, seppie, calamari, polpi).
I prodotti ittici, nazionali o di importazione, reperibili sul mercato e presso la grande distribuzione, provengono sia da attività di pesca in mare, in alcuni casi in acqua dolce sia da acquacoltura. Naselli, alici, sardine, sgombri, seppie sono le specie ittiche più abbondanti dei nostri mari, derivano da piccola pesca o pesca a strascico che prevedono l’uscita in mare al massimo di 24 ore, di conseguenza, vengono sbarcati in tempi molto rapidi tali da garantirne la freschezza. Spigole o branzini, orate, salmoni, provengono per la maggior parte da impianti di acquacoltura di tipo intensivo in vasca a terra o gabbia in mare aperto, di conseguenza, vengono alimentati con mangimi bilanciati adatti per le singole specie. Spigole ed orate possono anche provenire da pesca in mare (pesca occasionale) ma soprattutto da lagune (Orbetello, Valli venete, Lesina) o stagni costieri (es: Cabras e Tortolì in Sardegna) dove coesistono sia pesci risaliti dal mare sia pesci seminati allo stadio giovanile (allevamento estensivo), che in questo caso sfruttano per la loro alimentazione solo le risorse offerte dall’ambiente. La trota, bianca e salmonata, pesce di acqua dolce di cui l’Italia è il primo produttore europeo, viene allevata in vasche in zone particolarmente idonee per il rifonimento di acqua molto fresca e pulita. Coregone o lavarello, persico, anguilla sono pesci di acqua dolce presenti soprattutto nei laghi dove sono anche oggetto di ripopolamento. I molluschi bivalvi, cozze e vongole, derivano anch’essi da allevamento basato semplicemente nella semina delle forme giovanili di origine selvatica in aree marine o lagunari particolarmente idonee, anche dal punto di vista igienico, al loro accrescimento. Le Normative europee prevedono la classificazione delle acque dove i bivalvi vivono, in base alle loro caratteristiche igienico-sanitarie, permettendo quindi la raccolta solo in acque salubri o la depurazione in appositi centri per quelli provenienti da acque leggermente inquinate. La Normativa prevede inoltre l’obbligo del confezionamento in retine di plastica da kg.1 munite di bollo sanitario.
I prodotti ittici hanno una grande importanza nella dieta dell’uomo: hanno un elevato valore nutrizionale, forniscono proteine di elevata qualità, sono ricchi di elementi minerali (selenio importante per la protezione delle cellule dai danni ossidativi, lo iodio nei pesci di mare il fosforo, il potassio), ma soprattutto hanno una composizione dei grassi che li differenzia dalle altre carni. Questi grassi sono ricchi di molecole insature, acidi grassi polinsaturi, rivestono una grande importanza quelli della serie Omega3: una parte di essi sono contenuti solo nelle specie ittiche.
Le Società Internazionali che si occupano di alimentazione e salute dell’uomo raccomandano tra le regole alimentari che contribuiscono a prevenire le malattie cardiovascolari ed alcuni tumori il consumo di pesce almeno 2 volte a settimana proprio per l’apporto di queste molecole. Per quanto riguarda il valore nutrizionale spesso si crede che sia più elevato nelle specie ritenute “pregiate” (merluzzi, sogliole, spigole etc..) mentre spesso si sottovaluta la ricchezza in nutrienti delle specie dei nostri mari come alici sardine sgombri (pesce azzurro) ricchi di Omega3, ferro, fosforo, selenio.
I prodotti di acquacoltura, un po’ più grassi della specie selvatica, a torto ritenuti più poveri in Omega 3 sono invece ricchi di queste molecole.
Molluschi e crostacei sono specie molto magre, contengono infatti 1-2% di grassi in 100 grammi di parte edibile (polpa privata dallo scarto), caratterizzati dalla stessa composizione in acidi grassi e Omega 3 del pesce. La loro qualità e composizione varia con le stagioni, essendo legata ai periodi riproduttivi. Esistono perciò periodi in cui le valve sono più piene di polpa. Vongole, cozze ostriche sono anche ricche di zinco, distribuito nel nostro corpo in tutti i tessuti, in particolare muscoli ed ossa, magnesio e ferro. Contengono inoltre 2-3% di zuccheri (glicogeno) importanti come riserva energetica per queste specie.
Ciascuna specie ittica è caratterizzata poi da uno specifico aroma, odore, consistenza, colore della pelle e delle carni(qualità organolettica) importanti nel determinare la scelta del consumatore. Tali caratteristiche permettono ad un occhio attento il riconoscimento di un’orata selvatica da una allevata. Il colore della pelle dotato di iridescenza, la banda giallo acceso sul muso caratterizzano la specie selvatica da quella allevata che presenta una colorazione della pelle grigio-argento. Anche la spigola allevata ha una colorazione della pelle più scura, tendente al nero, rispetto alla selvatica. Basandosi propreio suo parametri organolettici, la Ue ha fissato norme comuni per la valutazione della freschezza dei pesci freschi e refrigerati valide per tutti i Paesi dell’Unione europea.
Per acquistare un prodotto fresco, è importante prestare attenzione ad alcune caratteristiche facilmente individuabile del pesce esposto sui banconi. Il suo odore deve essere tenue di mare, di alga. L’occhio deve essere convesso, sporgente, e brillante con pupilla nera brillante. La consistenza della carne deve essere soda ed elastica. Le branchie devono avere un colore vivo che può variare da rosso scuro a porpora. I molluschi bivalvi devono essere venduti vivi e vitali. Le valve si devono dimostrare tenacemente chiuse ed apribili solo dopo averne tagliato i muscoli adduttori con un coltello. Se le valve sono socchiuse ad ogni minimo stimolo si devono richiudere all’istante dimostrando la vitalità dell’animale. Il liquido all’interno deve essere limpido e incolore e deve emanare odore gradevole di salmastro. Il corpo dell’animale, inoltre, deve essere ben aderente al “guscio”. E’ consigliabile acquistare cozze e vongole confezionate nell’apposito sacchetto munito di bollo CEE che consente di identificare l’origine certa del prodotto, la data di confezionamento e garantisce la sua sicurezza igienico-sanitaria. Gamberi, scampi, aragoste, astici, i crostacei più presenti sui nostri mercati, quando sono freschissimi presentano una vitalità accentuata evidenziabile al tocco dell’animale a livello degli occhi o degli arti. Non è comunque una caratteristica richiesta per la commestibilità. I colori della corazza (carapace) dei crostacei devono essere intensi, lucidi e brillanti, mentre l’occhio è nero, lucente turgido e prominente.
Una volta operata la scelta oculata del pesce, è necessario prestare attenzione alla sua conservazione.I prodotti ittici, infatti, proprio per la loro composizione chimica sono altamente deperibili.Già al momento dell’acquisto sarebbe buona norma portarsi una borsa o un sacchetto termico per poter mantenere il pesce, che nei banchi del supermercato si trova coperto di ghiaccio, ad una bassa temperatura al fine di rallentare la moltiplicazione dei microrganismi e le altre reazioni causa di deterioramento. A livello domestico sono necessarie alcune regole generali per trattare e conservare i prodotti ittici garantendone l’aroma e le proprietà nutrizionali. Una volta acquistato il pesce o i frutti di mare (crostacei o molluschi bivalvi) dobbiamo innanzitutto stabilire quando vogliamo consumarli. Se diventerà una pietanza sulla nostra tavola entro nell’arco di due giorni, il pesce fresco deve essere immediatamente eviscerato, lavato in acqua corrente, e posto in frigorifero nella parte più fredda, su di un piatto, coperto con una “pellicola per alimenti” sia per evitare la disidratazione, nel caso di frigorifero ventilato, sia per evitare di trasmettere l’odore di pesce agli altri alimenti. Se si vuole conservare il pesce, più a lungo, solo se freschissimo, lo si può congelare. In tal caso, una volta eviscerato, eliminate le pinne e altri parti sporgenti e lavato, il pesce è pronto per essere confezionato e conservato in congelatore a - 18 °C. L'accuratezza della confezione è importante, si deve scegliere un involucro impermeabile all'aria, all'umidità e all'odore come ad esempio i sacchetti di polietilene, adatti per congelare e conservare. E' importante che il sacchetto venga ben chiuso cercando di eliminare il più possibile l'aria dalla confezione. Poichè il tempo di conservazione varia a seconda dal contenuto in grassi delle diverse specie di pesce è importante porre un'etichetta sulla confezione indicando la data di congelamento. Un pesce grasso - come sgombro, tonno, salmone - è consigliabile non tenerlo in congelatore più di tre mesi mentre un pesce magro come merluzzo, sogliola si conservano bene per oltre sei mesi. Se abbiamo invece acquistato delle cozze o delle vongole fresche, quindi vive, e non dobbiamo consumarle subito, è buona norma avvolgerle in un panno bagnato, per evitare la loro disidratazione, poi metterle in frigorifero però nel ripiano meno freddo: dovrebbero essere conservate a + 6°C per evitarne la morte. Se invece le vogliamo cucinare subito le dobbiamo lavare sotto acqua corrente per eliminare residui di sabbia o fango, eliminare cozze e vongole rotte e quelle leggermente aperte che non si richiudono quando vengono battute leggermente. Per eliminare la sabbia eventualmente accumulata all’interno delle vongole è necessario porle in un catino con acqua e aggiunta di sale da cucina (il quantitativo necessario dovrebbe essere intorno ai 30 grammi per litro di acqua che equivale alla concentrazione marina di sale). Spesso nei supermercati si possono trovare vongole “spurgate” vuol dire che già sono state sottoposte ad eliminazione della sabbia.

Alghe, insetti, carne in vitro Ecco il cibo dei prossimi vent'anni Carne sintetizzata in laboratorio, cibo migliorato dai suoni e alghe potrebbero sostituire ciò che non potremo più acquistare


MILANO – Il prezzo del cibo aumenta in maniera galoppante, la crescita demografica è esponenziale e l’ambiente è sempre più compromesso. Questi fattori porteranno, secondo 
futurologi e scienziati, a ripensare ciò che mangeremo: lo sostengono in un editoriale pubblicato dalla Bbc alcuni esperti, pronosticando ciò che presto arriverà sulle nostre tavole. «Nel mondo occidentale eravamo abituati a cibo abbondante – ha dichiarato Morgaine Gaye, futurologa alimentare –, ma ora i costi crescenti ci suggeriscono di incominciare a pensare nuovamente al cibo come a un lusso. E a questo punto è necessario ideare nuovi modi per riempire il vuoto alimentare». Questo significa che nei nostri piatti stanno per arrivare strane cose, capaci di risolvere la scarsità di risorse e l’impatto ambientale. L’importante è non impressionarsi.
GLI INSETTI – Gli insetti saranno presto aggiunti ai menu, secondo le previsioni, e anche se nel Vecchio Continente esiste indubbiamente un blocco psicologico bisogna prepararsi e farsene una ragione. Fanno bene, non inquinano e magari sono anche buoni. Sarebbero circa 1.400 infatti le specie di insetti commestibili per l’uomo ed è solo questione di abituarsi all’idea. Gli scienziati dell’olandese Wageningen University sostengono che questi animaletti abbiano valori nutrizionali più elevati della comune carne, oltre a contenere molte proteine. Allevarli costa meno rispetto ai bovini, richiede un minor consumo di acqua e non danneggia l’ambiente con emissioni gassose. Il governo olandese sta finanziando ricerche con l’obiettivo di introdurre gli insetti nella dieta giornaliera dei cittadini e una larga fetta della popolazione mondiale ne fa già un consumo significativo: i bruchi e le locuste sono molto popolari in Africa, i giapponesi hanno un debole per le vespe e in Thailandia è abbastanza frequente mangiare grilli. Certo gli europei non hanno questa tradizione e i loro palati sono probabilmente più raffinati, ma un’idea potrebbe essere quella di confezionare hamburger o salsicce a base di insetti.
CIBO E SUONI - Un’area di ricerca in espansione è quella che riguarda l’associazione tra cibo e sonorità. Un recente studio della Oxford University, denominato Bittersweet Study (studio agrodolce), dimostra che esistono melodie in grado di cambiare il cibo, facendolo sembrare più dolce o più amaro o più fresco (per esempio le note alte rendono i sapori più dolci). In uno dei più rinomati ristoranti inglesi, il Fat Duck, il famoso chef Heston Blumenthal propone infatti un piatto chiamato "Sound of the Sea" che viene servito con un iPod che riproduce le sonorità marine. Molti giurano di aver trovato il cibo più fresco in questo modo, che sia suggestione o meno.
CARNE PRODOTTA IN LABORATORIO - Carne in vitro: l’hanno prodotta recentemente i ricercatori olandesi, stimolando la crescita di strisce del tessuto muscolare con l’uso di cellule staminali di provenienza bovina. Entro l’anno arriverà il primo hamburger di laboratorio e l’obiettivo, come specifica Mark Post della Maastricht University, è quello di arrivare a rendere la carne da laboratorio impossibile da distinguere rispetto alla carne normale. Questo tipo di alimento favorirebbe la riduzione delle emissioni gassose e comporterebbe una diminuzione del consumo di acqua e corrente elettrica. Senza contare che manipolandola si potrebbero ridurre i grassi o aggiungere nutrienti.
ALGHE – Esistono diecimila tipi di alghe nei mari del mondo e rappresentano una grande speranza (e un grande business) per l’umanità futura: nutrirebbero uomini e animali, potrebbero essere coltivate negli oceani (supplendo in questo modo alla crescente mancanza di terre coltivabili e di acqua) e servirebbero anche per produrre bio-carburanti, riducendo il fabbisogno di fossili inquinanti come petrolio e carbone. Ancora una volta del resto Asia docet: da lungo tempo le alghe rappresentano infatti un caposaldo del sistema alimentare asiatico. E come nel caso degli insetti potranno venire inserite nella nostra dieta sotto mentite spoglie, come hanno fatto gli esperti della Sheffield Hallam University che hanno usato granelli di alghe in sostituzione del sale nel pane e negli alimenti industriali.
IL PARERE DELL’ESPERTO – Abbiamo sentito il parere del ricercatore dell'INRAN (Istituto nazionale Ricerca Alimenti e Nutrizione) Andrea Ghiselli, per capire come e quanto cambierà effettivamente il nostro menu nei prossimi decenni e quali saranno le ripercussioni di questa nuova alimentazione. «La demonizzazione del bovino da parte degli ambientalisti talvolta è esagerata – esordisce subito Ghiselli – e va comunque precisato che la carne non è solo bovina, ma proviene anche dai polli o dai maiali, che necessitano di meno acqua e hanno un minore impatto sull’ambiente. Per quanto riguarda gli insetti il loro potenziale nutrizionale è indubbiamente alto, ma va comunque tenuto presente che in zone dove esiste una minor quantità di insetti sciamanti allevarli e trasformarli in cibo non è assolutamente facile. Tipicamente infatti le società che hanno sviluppato una cultura della dieta a base di insetto si trovano in zone geografiche ad alta densità di insetti. Le alghe invece potrebbero essere veramente il cibo del prossimo secolo e sono indubbiamente ricche di fattori preziosi», continua Andrea Ghiselli, che fa notare come esistano tipi particolari di alghe, come la spirulina, considerata un eccellente integratore alimentare naturale con un altissimo contenuto proteico.

La (giusta) dose di soia per evitare il mal di testa


MILANO - Nel 25% circa dei casi un certo tipo dieta può contribuire allo scatenamento di crisi emicraniche e anche il digiuno può provocarle. Alla già lunga lista di sostanze incriminate presenti nell’alimentazione di tutti i giorni (cioccolata, formaggi fermentati, aceto, cibi grassi, würstel, insaccati, dadi, pesce o carne affumicata, pomodori, alcuni legumi, fragole) se ne aggiunge un’altra, la soia, individuata da un neurologo di Singapore che ha pubblicato un insolito studio sulla rivista Neurology. In genere i soggetti in cui il mal di testa viene scatenato da qualche alimento o da qualche bevanda (spesso il vino rosso perché più ricco di tiramina) riescono con l’esperienza a individuare da soli l’alimento incriminato, arrivando a evitarlo senza nemmeno l’aiuto del medico.
PROSTATITE - In questo caso è stato lo stesso autore dello studio a sperimentare su sé stesso gli effetti emicranici della soia che l’hanno indotto a svolgere un’attenta indagine sul suo caso clinico con l’aiuto dei colleghi del reparto di neurologia del Singapore General Hospital, poi pubblicata dalla famosa rivista scientifica. Il medico 57enne aveva iniziato a introdurre grosse quantità di soia nella sua dieta a scopo terapeutico per curare un’ingravescente prostatite che non rispondeva ad altri trattamenti. Per altri aspetti in ottime condizioni di salute generale, il dottor Peter Engel è arrivato ad assumere ogni giorno fino a 177 mg di supplenti a base di soia in aggiunta a soia naturale ottenendo nell’arco di 6 mesi il miglioramento del quadro prostatico. A un certo punto però ha iniziato ad accusare una cefalea temporale bilaterale sotto sforzo che, successivamente, si presentava anche a riposo. Al dolore si sono poi associati i classici sintomi dell’emicrania con aura: fotofobia e comparsa di scotomi visivi, soprattutto al risveglio.
PRESSIONE ALTA - L’insorgenza di grave mal di testa in un’epoca della vita in cui tale fenomeno notoriamente decade, soprattutto in un soggetto che non ne aveva mai sofferto prima, deve far sempre sospettare l’eventuale presenza di una causa organica sottostante. Infatti il paziente, agevolato anche dall’essere un addetto ai lavori, ha effettuato tutti gli accertamenti del caso e ha scoperto che l’unico parametro mutato era un aumento della pressione arteriosa. Ipotizzando che la causa fosse la nuova cura ha allora ridotto la soia a 62 mg al giorno ed è stato bene per 10 mesi. Poi ha avuto solo fenomeni di aura visiva senza dolore e allora l’ha ridotta ulteriormente a 60 mg e per i 5 mesi precedenti alla pubblicazione dello studio non ha più avuto problemi, con il vantaggio di un effetto benefico sulla prostatite.
FITOESTROGENI - Questa esperienza ha portato a stabilire il miglior dosaggio di soia da usare per la cura della prostata e per segnalare il possibile ruolo di questa sostanza nei casi di emicrania che si verificano in chi se ne nutre, magari in maniera eccessiva per vocazione vegetariana. La spiegazione che si sono dati i ricercatori è che gli isoflovanoidi della soia agiscono un po’ come gli estrogeni esogeni della pillola contraccettiva che, notoriamente, scatena cefalea in donne predisposte e ciò spiegherebbe anche l’efficacia della soia per l’azione che esercita a livello dei recettori prostatici estrogenici di tipo beta. E d’altro canto i fitoestrogeni della soia sono usati anche in menopausa. A livello cerebrale, invece, questi isoflovanoidi modulerebbero la dilatazione dei vasi cerebrali e agirebbero sui neuroni del grigio periacqueduttale, il principale centro di controllo del dolore emicranico. Perciò, se vi piace la soia, non esagerate: fino a un certo punto vi può far bene alla prostata (se siete maschi), ma attenzione alla testa. Di qualsiasi sesso siate.

domenica 5 agosto 2012

Per un pranzo 56 mila euro lo scontrino che indigna la Rete Il conto di una quindicina di funzionari olimpici pubblicato sul sito di un aggregatore online


La copia di uno scontrino di un ristorante di lusso a Londra sta facendo il giro della Rete: una quindicina di funzionari olimpici avrebbero pranzato per un totale di 44.660 sterline, cioè quasi 56 mila euro. Solo per una bottiglia di cognac avrebbero speso 24 mila euro. «Un’indecenza» protestano gli utenti di Internet. Il comitato olimpico non commenta. E la storia è piena di punti interrogativi.
IL CONTO - Al momento non ci sono conferme e anche la fonte (anonima) si è chiusa nel silenzio. Il pranzo si sarebbe svolto al China Tang nell’hotel Dorchester a Londra. Sul popolare aggregatore online Reddit un utente ha pubblicato nei giorni scorsi la copia della ricevuta. Con la seguente spiegazione: «Un mio amico è cameriere e questo è il conto di un pranzo ufficiale per 15 boss delle Olimpiadi a Londra. Ecco dove vanno a finire tutti i soldi». Accanto ai piatti tipici per un ristorante cinese quali «pollo speziato» e «riso cantonese», salta subito all’occhio quanto speso dal gruppo di burocrati olimpici per una bottiglia di Hennessy del 1853 (da 35 cl): l’equivalente di 24.000 euro.
INTERROGATIVI - Molti giornali hanno rilanciato la notizia. Tuttavia è troppo presto per puntare il dito contro qualcuno, annota The Atlantic. I Giochi, inoltre, si finanziano con soldi pubblici e privati, pertanto non si può sapere chi davvero paga il conto per questi pranzi. In ogni caso, sottolinea The Atlantic: «È una storia che vale la pena approfondire».

Salute:solo 1 ristorante su 30 indica alimenti con allergeni Vita dura 3 mln italiani. Per vegetariani e vegani non va meglio


(ANSA) - ROMA, 1 AGO - Il 5% degli italiani ha almeno un'allergia o intolleranza alimentare ma, secondo una stima dell'Adoc, solo il 3% dei locali informa correttamente della presenza di allergeni, rendendo di fatto estremamente complicato evitare prodotti pericolosi per la propria salute. "Solo un ristorante su trenta segnala la presenza di eventuali allergeni nel menu, mettendo a rischio la salute, se non la vita, di circa 3 milioni di italiani che hanno un'allergia agli alimenti - dichiara Lamberto Santini, presidente dell'Adoc - basti pensare che il 60% dei casi di shock allergici avviene fuori casa. In Italia il 5% dei cittadini, di cui un quarto sono giovani sotto i 18 anni e circa 200mila sono bambini sotto i 5 anni, presenta forme di allergia alimentare, in particolare per uova, grano, soia, crostacei e frutta secca, mentre il 40% ha un'intolleranza al lattosio più o meno importante". Nonostante ciò, rileva Santini, "mangiare fuori casa è tuttora un rischio, dato che sono pochissimi i locali in cui sono chiaramente indicati gli allergeni presenti nelle pietanza offerte. L'attuale D.lgs.

114/2006, noto come 'normativa allergeni' - rileva - non prevede l'obbligo per i ristoratori di indicare la presenza di ingredienti allergenici, in quanto si riferisce esclusivamente all'etichettatura dei prodotti immessi in commercio. Ma dal 2014, con il Regolamento 1169/2011 di matrice europea, anche i ristoranti avranno tale obbligo". Non è, secondo il presidente dell'Adoc, solo una questione di informazione al consumatori, ma anche di educazione degli stessi operatori del settore. Di allergia si può morire, occorre prestare la massima attenzione e adottare tutte le misure più idonee per prevenire questa eventualità".

Non presentano problemi di salute ma vengono lo stesso ignorati dal settore della ristorazione anche gli oltre 9 milioni di italiani vegetariani e vegani presenti in Italia. "Ad oggi il 15% della popolazione ha scelto di essere vegetariana o vegana, una percentuale in crescita del 3% l'anno - continua Santini - la maggioranza, 8,5 milioni, sono vegetariani, mentre circa 750 mila sono vegani, questi ultimi a differenza dei primi hanno eliminato dal proprio menu qualsiasi alimento di derivazione animale e non solo carne e pesce. Un numero sempre maggiore, ma anche in questo caso c'è poca attenzione da parte dei ristoratori. Solo il 5% dei locali indica tutti i componenti e l'origine delle pietanza, rendendo difficile la scelta a chi ha scelto di non mangiare prodotti di origine animale. Come Adoc - conclude - crediamo che non si possano ignorare i desideri e le scelte di circa 10 milioni di consumatori, che devono essere perfettamente informati di ciò che mangiano fuori casa". (ANSA).
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Estate:gastroenterologo, attenzione al ghiaccio nelle bibite Puo' provocare intossicazioni, come pesce e dolci al cucchiaio


(ANSA) - ROMA, 31 LUG - Le intossicazioni alimentari possono rovinare le vacanze estive: per questo meglio stare attenti alle creme e ai dolci al cucchiaio che tendono a deteriorarsi rapidamente, al pesce (in particolare cozze e vongole), e a frutta e verdura, accertandosi che sia lavata bene, se possibile con limone o bicarbonato. Sono questi i consigli del professor Stefano Bellentani, vice presidente della Societa' italiana di Gastroenterologia. "Se vogliamo mangiare a casa cozze e vongole, dopo averle acquistate teniamole a lungo sotto l'acqua corrente e consumiamole cotte", e' il consiglio del professor Bellentani, mentre se beviamo una bibita occorre fare attenzione al ghiaccio. "Soprattutto all'estero non sappiamo se l'acqua locale con la quale il ghiaccio e' stato prodotto sia buona - spiega infatti lo specialista - quindi se ci troviamo al bar meglio optare per una semplice bevanda non troppo fredda, facendola se possibile aprire al tavolo". I piu' fragili, quindi maggiormente soggetti alle gastroenteriti, sono i bambini: per loro il consiglio e' lavare spesso le mani (visto che tendono a metterle in bocca) e idratarsi - meglio se con acqua e zucchero - nel caso in cui insorgano i disturbi, curabili con una terapia medica. "Le intossicazioni alimentari- spiega ancora il professor Bellentani- hanno uno sviluppo abbastanza rapido: si riconoscono per l'insorgenza di diarrea e in alcuni casi di febbre, entro sei ore". "Chi ha la febbre - conclude la specialista - dovra' assumere anche degli antibiotici". (ANSA).
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