giovedì 23 agosto 2012

Maestro di cucina Fabio Tira

Talune attività o professioni, a causa delle loro peculiari caratteristiche sociali, si pensi a medici, psicologi, avvocati, ristoratori, chef, potrei continuare, devono rispettare un determinato codice comportamentale, il cui scopo è impedire di ledere con la dignità, la salute di chi sia oggetto del loro operato. Per questo molti ordini professionali hanno elaborato codici di deontologia di cui 
diventano tutori nell'esercizio delle proprie funzioni.
Purtroppo in Italia i grandi, per meglio dire Guru, pur nutrendo amore per la propria terra, disponibili a qualche riduzione economica, stranamente si vedono costretti ad emigrare per esprimere il proprio valore. Porto ad esempio Fabio Tira. Executive chef, maestro di cucina, per amor di patria aveva accettato la richiesta di un ristoratore ad Ansedonia (GR), salvo accorgersi dopo due giorni che lo stesso (purtroppo ce ne sono molti osti saltimbanchi, come di cuochi che si adattano a legare il cavallo dove vuole il padrone) speculando sull’ignoranza del consumatore mirava solo a far numero o, meglio dire incasso. Inutile significargli la qualità. Eccolo allora per principi insiti nel proprio DNA, mollare tutto e volare a Kampala per guidare la cucina prettamente italiana del Ristorante Mediterraneo di proprietà del toscano Stefano Giannetti. Questa l’etica deontologica da emulare.
BiGi

Nessun commento:

Posta un commento