domenica 28 aprile 2013

Red bull perde le ali. Stop alla pubblicità che incoraggia comportamenti pericolosi e basta con il coinvolgimento dei bambini


redbull-mette-aliRed Bull ha perso le ali e non potrà più trasmettere spot pubblicitari che vantino virtù improbabili e immagini che incoraggino comportamenti pericolosi. La società ha accettato di cambiare i testi e i filmati di molte promozioni in seguito ad un accordo stipulato con l’Autorità garante della concorrenza e del mercato.

Il testo del provvedimento dice che i prossimi spot della bibita non potranno usare parole forti negli slogan, non dovranno proporre modelli impossibili e immagini studiate ad hoc per vantare la capacità della bevanda di “mettere le ali”. La decisione è stata estesa anche alla versione senza zucchero “Red Bull Sugarfree”.

La decisione risponde agli allarmi lanciati dalla comunità scientifica italiana e internazionale sui rischi legati all’abitudine molto diffusa tra i giovani di miscelare energy drink e alcol, considerata una concausa di alcuni incidenti mortali registrati negli USA. In Italia il dossier è firmato dal Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare del Ministero della Salute che evidenzia i rischi del consumo di Red Bull abbinato alle bevande alcoliche (un argomento  trattato più volte da Il Fatto Alimentare). Piuttosto che subire una probabile condanna per pubblicità ingannevole, Red Bull ha accettato di rivoluzionare il modello pubblicitario e di cambiare sia testi sia le  immagini.

Non è la prima volta che Red Bull vienesanzionata dall’Autority. Nel marzo 2009 l’azienda ha pagato una sanzione di 80.000 euro perché invitava a consumare la bevanda per vincere la stanchezza, e in particolare la sonnolenza durante la guida.

L’ultima decisione dell’autorità prevede che siano eliminate dalla pubblicità e dal sito (a partire dal 31 marzo) le frasi riferite alla capacità del Red Bull di neutralizzare gli effetti dell’alcol. Si potrà fare riferimento solo al consumo della bibita pura, che comunque nel sito continua ad essere presentata come un prodotto che aiuta “a migliorare la concentrazione”, “a incrementare l’attenzione” e “a ridurre stanchezza e fatica” (1).
Il sito inoltre dovrà  riportare un avviso che evidenzia l’elevato tenore di caffeina, sconsigliando il consumo alle donne in gravidanza e durante l’allattamento.

redbull-sugarfreeMa l’elemento di novità riguarda l’eliminazione di tutti i messaggi , le parole e le immagini rivolti più o meno direttamente a bambini e giovanissimi,  che possono suggerire comportamenti pericolosi, come l’uso nelle pubblicità di termini quali “schianto”, “incidente”, “kamikaze” e simili.

Anche i filmati e le frasi riferite ai giovanissimi sono state tolte dal sito e quando si parla dell’utilizzo “durante lo studio” , si deve fare riferimento a studenti universitari. L’azienda non potrà inoltre utilizzare spot con cartoni animati, e diffondere messaggi in programmi televisivi o film destinati ai più piccoli. Inoltre è stata vietata la distribuzione gratuita di Red Bull ai minorenni o in prossimità di scuole.

Il Fatto Alimentare da anni segnala le scorrettezze dei messaggi e plaude alle decisione dell’Antitrust. Purtroppo il cambiamento di strategia pubblicitaria imposto a Red Bull è stato ripreso poco dai media. Molti giornali preferiscono evitare notizie scomode che potrebbero precludere la possibilità di ospitare le nuove campagne pubblicitarie programmate per la bibita.

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