domenica 26 maggio 2013

LA CINA IMPONE PESANTI DAZI AL VINO ITALIANO, L'ITALIA IMPORTA QUALSIASI SCHIFEZZA DALLA CINA SENZA BATTERE CIGLIO.


Milano - La spada di damocle dei dazi si abbatte sull'aumento record del 42 per cento nel primo bimestre delle esportazioni di vino italiano in Cina dove si e' registrato il piu' elevato tasso aumento del pianeta nei consumi che hanno raggiunto i 18 milioni di ettolitri, con il gigante asiatico che si classifica al quinto posto tra i maggiori paesi bevitori. E' l'allarme lanciato dalla Coldiretti in occasione della conclusione di Cantine Aperte nel sottolineare che il boom del vino e' il frutto dell'aumento delle importazioni dell'8 per cento per un valore di 3,4 milioni di ettolitri nel 2012 ma soprattutto della produzione interna che la Cina ora intende tutelare con l'avvio di una indagine antidumping nei confronti del vino di provenienza europea che rappresenta il 58,7% del totale delle importazioni nei primi due mesi del 2013, secondo il China Security Journal.
La decisione - continua la Coldiretti - nascerebbe da una pressante richiesta dei produttori di vino cinesi che, attraverso la Chinese Alcoholic Drinks Association, lamentano che i vini europei arrivano in Cina a prezzi molto bassi tramite sussidi continentali, andando ad inficiare il mercato del prodotto interno. La mossa cinese - spiega la Coldiretti - e' considerata da molti una sorta di ritorsione nei confronti della decisione dell'Unione europea di indagare per misure antidumping, i produttori cinesi dei pannelli solari importati in Europa. Si tratta in ogni caso - afferma la Coldiretti - di un duro colpo per la produzione vitivinicola europea che e' costretta a fare i conti con consumi che sono cresciuti leggermente solo in Francia, sono stabili in Germania, Portogallo e Grecia mentre calano, oltre che in Italia, anche in Spagna di ben 60 milioni di litri in un anno. 
Gli italiani - rileva la Coldiretti - dicono addio ad un bicchiere di vino su quattro con il crollo record del 22 per cento in dieci anni dei consumi nazionali che sono scesi a minimo storico dall'Unita' d'Italia ad appena 22,6 milioni di ettolitri, rispetto ai 29 milioni di ettolitri bevuti negli Stati Uniti e ai 30,3 milioni di ettolitri della Francia che detiene il primato mondiale. E la situazione - continua la Coldiretti - del primo luglio, quando, se non interverranno modifiche, l'Imposta di valore aggiunto passera' dal 21 al 22 per cento su alcuni prodotti tra cui, appunto, il "nettare di bacco". A salvare il bilancio del settore - conclude la Coldiretti - sono le esportazioni con l'Italia che detiene il primato a livello mondiale e ha fatto segnare un aumento del 15 per cento nel primo bimestre del 2013 dopo aver fato segnare il record di 4,7 miliardi nel 2012.
Redazione Milano

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