giovedì 1 dicembre 2011

Morti 3 giovani, inchiesta su sostanza anti-obesita'


ROMA - La procura di Roma ha aperto un'inchiesta per accertare l'eventuale omesso controllo sulla commercializzazione, l'utilizzo e la prescrizione di una sostanza anoressizzante per combattere l'obesità, la Fendimetrazina, vietata nei mesi scorsi dal ministero della Salute in quanto ritenuta pericolosa. Gli accertamenti hanno preso spunto dal decesso, nel giro di alcuni anni, di tre giovani: un uomo e due donne, una delle quali Silvia Lolli, il cui caso fu seguito con attenzione dai media.

La Fendimetrazina, sostanza che si accompagna ad altri farmaci, è stata al centro di vari esami a livello ministeriali culminati, il 2 agosto scorso, nel decreto che ne ha sancito la pericolosità. Non solo, l'anoressizzante é stato inserito nella tabella 1 delle sostanze stupefacenti. L'associazione dei farmacisti ha impugnato il provvedimento al Tar del Lazio, ma il procedimento non è stato ancora incardinato. Quindi il divieto d'uso è tuttora in vigore.

A provocare, in particolare , l'inchiesta del pm Francesco Dall'Olio, con il coordinamento del procuratore aggiunto Leonardo Frisani, sulla sostanza, è stato l'ultimo decesso in ordine di tempo: quello di una giovane (al vaglio di un altro magistrato) avvenuto il 9 settembre scorso. Le indagini puntano a verificare se l'uomo abbia reperito la sostanza durante il periodo di divieto di commercializzazione o se ne fosse in possesso da prima. Gli altri due casi riguardano quello di un giovane, vicenda sfociata nel rinvio a giudizio del medico curante (processo per omicidio colposo fissato a marzo) e, come detto, quello di Silvia Lolli, morta nell'aprile 2003 in seguito ad un attacco d'asma provocato dall'assunzione di sostanze dimagranti. Una ginecologa e due farmacisti finiti sotto processo furono condannati in primo grado ad un anno ed otto mesi di reclusione.

Nessun commento:

Posta un commento