sabato 1 ottobre 2011

Dopo aver dato i numeri, la Brambilla assegna anche le stelle


Dunque, sia pure tra molte critiche e con un percorso tortuoso e per nulla trasparente, il ministro del Turismo sembrerebbe avere portato a casa, col consenso della Fipe, un abbozzo di premio alla Ristorazione su cui si potrebbe finalmente costruire quello spirito di squadra capace di dare valore aggiunto alla Cucina italiana e al comparto. Usiamo il condizionale perché il risultato ottenuto (l’ennesimo topolino partorito dalla montagna) è lontano anni luce da quel Festival della ristorazione che Michela Vittoria Brambilla ci aveva annunciato suonando come suo solito la marcia dei bersaglieri. E lo è perché, come gran parte delle cose che fa, l’iniziativa risulta arrangiata e senza alcun coinvolgimento con chi in qualche modo rappresenta il settore. Cinque giorni prima della premiazione il vicepresidente della Fipe si diceva certo che non ci sarebbero stati premi perché lui non ne sapeva ancora nulla: e il risultato è un premio ai soliti dieci stellati (tutti bravissimi per carità), quasi che la ristorazione che ha un ruolo nel turismo non fosse fatta "anche" di buone osterie o belle pizzerie. Per non parlare dello scandalo dell'assenza di qualche ristoratore italiano all'estero, proprio mentre il Governo cerca di certificarli insieme all'Unioncamere e all'Isnart, come gli ambasciatori dell'italian style a tavola.

A questo punto, a costo di sembrare ripetitivi, ci chiediamo con chi si è consultata allora la Brambilla? Che criteri ha seguito? Su questo resta l'omertà totale salvo la "voce" che ci sarebbe stata la benedizione di Gualtiero Marchesi. Come dire, tante parole di maniera e inutili (come nello stile del Ministro...), ma nessuna spiegazione convincente. Se si trattasse del premio di qualche privato poco male, anche se tutti indicano criteri e giuria per tempo. E lo facciamo anche noi col nostro premio Personaggio dell’anno che nasce da un sondaggio in Internet.

Ma ciò che infastidisce è la volontà di escludere gli altri Ministeri, che hanno magari più titoli del suo ad occuparsi di Ristorazione. Ciò fa dei riconoscimenti un bel lavoretto di bricolage a livello di immagine, ma che non riesce in alcun modo ad avere spessore e a rappresentare, come abbiamo sempre auspicato, un atto politico forte del Governo italiano. Basti pensare a quello che fa invece il ministro della Cultura di Parigi per la cucina francese per capire l’abisso di povertà di idee e progetti in cui ci troviamo. Oltralpe si lavora in grande e noi ci limitiamo all’ennesima targa farlocca senza valore vero... Salvo pensare che la Brambilla (rifacendosi comunque alla Michelin), abbia voluto dare anche lei le sue stelle ad amici e supporter, escludendo magari qualcuno perchè iscritto alla Confesercenti (i Cerea ad esempio) o perchè "amico" di D'Alema (Gianfranco Vissani).

Un premio speciale è andato a Gualtiero Marchesi, di cui da anni sosteniamo la necessità di una valorizzazione come il vero innovatore del Rinascimento della nostra cucina. E ne siamo convinti al punto che in più occasioni abbiamo suggerito anche allo stesso ministro Brambilla di proporlo come Cavaliere del lavoro. In tutto questo ci resta però l’amaro in bocca perché il Divino merita un riconoscimento da parte del Governo e non solo di questo Ministro, di cui (ennesima caduta di stile della Brambilla) è in fondo uno stretto collaboratore quale presidente della Commissione del turismo enogastronomico...

Un'ultima osservazione. Nella giornata in cui la Brambilla ha dispiegato la sua ruota di penne, convinta di avere fatto del bene alla ristorazione, abbiamo registrato la forte e decisa presa di posizione del presidente della Fipe, Lino Stoppani, che dopo i troppi distinguo di alcuni suoi collaboratori, ha pubblicamente criticato il Ministro per le troppe cose sbagliate che fa e per i troppi annunci a cui non seguono fatti concreti. Dichiarazioni apprezzate dai suoi associati che non a caso hanno riservato alla Brambilla molte critiche e pochi applausi.

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net

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