mercoledì 19 ottobre 2011

Le false recensioni danneggiano l'Horeca Sul web servono nomi e cognomi



Il caso specifico è quello della troppa confusione (con relativi imbrogli) fra siti di informazione e siti commerciali di prenotazione alberghiera, ma è indubbio che la sentenza con cui il Tribunale di Parigi ha di fatto messo alla berlina il mondo della critica taroccata sul web spalanca una porta che potrebbe creare effetti a cascata, forse positivi, per tutta l’Horeca. Non si può infatti pensare che sia irrilevante che nell’era della pretesa “libera informazione” su Internet, colossi come Expedia, TripAdvisor e Hotels.com siano stati costretti a pagare una multa per l’imbroglio di fornire informazioni sbagliate sulle condizioni di un albergo o sulla sua disponibilità di camere, spingendo ovviamente verso altri hotel presenti a pagamento su quei portali.

La decisione dei giudici francesi mette una parola di certezza rispetto al vero caos che si è creato nella rete, dove giudizi senza data e senza firma restano magari per anni ad infangare, o incensare, immeritatamente imprese che l’estensore magari non ha mai nemmeno visitato. Sotto accusa è un mondo di critici di professione o improvvisati che, rispetto alle Guide cartacee, che hanno ormai fatto il loro tempo, sul web è diventato senza alcun controllo per quanto riguarda fonti o credibilità. L’avvocato o il postino, la casalinga o lo studente (con tutto il rispetto per ogni categoria) che si inventano blog o siti di pretesa informazione (ma senza alcun rispetto della minima deontologia giornalistica) sparano sentenze su alberghi o ristoranti, senza tenere conto delle conseguenze nel lungo periodo. E ancor di più lo fa chi commenta o scrive post.

Senza entrare nei dettagli, sgradevoli, ricordiamo solo che, rispetto ad un giudizio positivo o negativo di una guida cartacea, si può almeno avere la speranza che l’anno dopo ci possano essere delle modifiche. La vecchia guida si esaurisce in un anno e in ogni caso i “guidaioli” almeno un minimo di preparazione la debbono avere. Sul web ciò non vale nella maniera più assoluta e chiunque si sente nel diritto di scrivere quel che vuole, a volte senza nemmeno firmare la sua sentenza inappellabile. E spesso fra i commenti anonimi raccolti sui vari blog ci sono magari quelli dei concorrenti di un ristorante o di un albergo che in maniera vile cercano di falsare le regole di una corretta concorrenza. Bene ha dunque fatto il Tribunale di Parigi a cominciare a porre dei limiti ad un abuso che ha anche degli evidenti riscontri economici.

Detto ciò, non vogliamo certo sollecitare una sorta di censura preventiva o che venga messo il bavaglio a chi vuole esprimere il suo giudizio su un locale. Ci mancherebbe altro. Evitando interventi dei Tribunali, sarebbe utile regolamentare la situazione imponendo almeno che chi esprime dei giudizi sul web che possono avere valenze economiche (su qualunque tema) debba qualificarsi. E nel caso ad esempio di valutazioni su ristoranti o alberghi dimostri di aver pagato il conto esibendolo, anche solo per avere una data certa della visita.

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net

1 commento:

  1. Salve sono Massimo Cavalieri,

    un albergatore di Cattolica. Ho letto il post del sign. Alberto e sono pienamente d'accordo su quanto scritto. Il problema anche per il nostro settore inizia a pesare, ma la cosa più preoccupante che le associazioni di categoria invece di tutelarci iniziano a fare vere e propri promozione sull'uso di questi strumenti web 2.0. Ecco se state pensando, ma questo cosa dice ve lo spiego subito; Tripadvisor e expedia (stessa proprietà) ora patrocinati dalle associazioni dispensano seminari gratuiti su tutta Italia, bè vi chiederete cosa c'è di strano? I seminari sono una sorta di porta a porta, il responsabile Italia tripadvisor Vittorio Deotto invita a rispondere a tutte le recensioni e a comprare il profilo aziendale (se acquistato da lui sconto 20% quindi sui 1000,00 euro). Lo trovo un ricatto ingiusto e antidemocratico. Sono riuscito anche a replicare tramite il Corriere (Quotidiano regionale), ma sembra di parlare con il vento!!!!

    Vi posto il link del giornale così magari si capisce meglio cosa volevo esprimere:

    http://www.corriereromagna.it/rimini/riccione/2011-11-23/albergatori-scuola-di-reputazione-line#comment-1158

    L'evento è stato curato da Mauro Santinato (Teamwork Rimini) spacciandolo come si legge dall'articolo per seminario. Io mi chiedo, ma è possibile che noi non siamo più in grado di fare gli albergatori senza questi consulenti?

    Grazie Massimo Cavalieri

    RispondiElimina