Per rendesi conto di quanto sia diffusa la pubblicità sessista e del livello che riescono a raggiungere i pubblicitari, proponiamo alcuni esempi di pubblicità censurate dal Comitatodi controllo perché ledono la dignità della donna e mercificano il corpo femminile, proprio come la foto di Cracco.
La Illva ha pubblicato sulla rivista Wired di gennaio 2012 (vedi foto a sinistra) un'immagine tratta dalla copertina della rivista "Toiletpaper Magazine", che ritrae il fondoschiena di una signora, con una carta da gioco infilata in mezzo alle natiche, affiancata dalla foto del famoso liquore Disaronno.
Il secondo caso (vedi foto a destra) riguarda un manifestoapparso in provincia di Foggia che reclamizza l'attività dell'azienda Co.Se.Me, specializzata nella vendita di cereali. L'immagine mostra una donna a torso nudo che in una mano tiene un fascio di spighe e con l’altra cerca di coprire il seno. La frase abbinata dice "Molto più di una prima..." alludendo alle misure del seno.
Purtroppo in Italia non esiste una legge che vietal'utilizzo di immagini che calpestano la dignità della donna per pubblicizzare un prodotto alimentare o un vestito. Le aziende possono fare quello che vogliono. Le poche intercettate anche se vengono censurate non subiscono grandi danni, visto che quando arriva la sentenza le campagne il più delle volte sono finite.
Roberto La Pira
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