Dopo il Nordamerica, dove si sta registrando un boom con la moltiplicazione delle ditte produttrici e delle etichette “falsificate”, i wine kit sono arrivati in Europa dove non solo si possono acquistare via internet o in molti negozi, ma è stato aperto uno stabilimento di lavorazione in Svezia |
È il presidente della Coldiretti SergioMarini (nella foto) a denunciare quello che è un vero scandalo nel corso del Forum internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio (Co), dove è stata inaugurata la più ampia esposizione di falsi prodotti alimentari Made in Italy con gli ultimi, nuovi e pericolosi esempi di inganno a danno dei più prestigiosi vini delle diverse regioni italiane. «Dopo la diffusione in Nordamerica, dove si sta registrando un vero boom con la moltiplicazione delle ditte produttrici e delle etichette “falsificate” (tra esse California Connoisseur e Beaverdale), i wine kit - afferma Marini - sono arrivati anche in Europa dove, non solo si possono acquistare via internet o in molti negozi, ma è stato addirittura aperto uno stabilimento di lavorazione. In un Paese che fa parte dell’Unione europea come la Svezia abbiamo scoperto una fabbrica che a Lindome, vicino a Goteborg, produce e distribuisce in tutto il continente e del tutto indisturbata oltre 140mila wine kit all’anno dai quali si ottengono circa 4,2 milioni di bottiglie. I wine kit della società Vinland vengono venduti con i marchi Cantina e Doc’s che fanno esplicito riferimento alla produzione italiana, ma anche ad un marchio di qualita’ tutelato dall’Unione Europea, e promettono in soli 5 giorni di ottenere in casa vini come Valpolicella, Lambrusco, Sangiovese o Primitivo, per i quali vengono addirittura fornite le etichette da apporre sulle bottiglie». Con una spesa compresa tra i 30 e i 40 euro per un kit da 30 bottiglie secondo la ditta produttrice, è possibile realizzare anche a casa un processo che anche in 5 giorni porta alla produzione di vini delle più note denominazioni. Il risultato di un processo in più tappe da realizzare a partire da un liquido che sembra essere mosto concentrato e da diversi tipi di polveri che sembrano essere il lievito necessario per la fermentazione, la bentonite per la chiarificazione del vino, il metabisolfito di potassio, il sorbato di potassio come antifermentativo e il liquido chiarificatore, ai quali a volte nei kit si aggiunge anche segatura per dare il sapore del legno. Le istruzioni per l'uso contenute nei “wine kit” sono dettagliate e si chiudono con dei curiosi consigli per i “produttori” come: “conservare il vino in luogo fresco e buio”; “Il vino rosso va aperto alcune ore prima di servirlo a temperatura ambiente, mentre il vino bianco può essere refrigerato in frigorifero”; “Un bel bicchiere di vetro valorizza al meglio le caratteristiche del vino per cui è opportuno impiegare tale bicchiere per il “produttore” padrone di casa e bicchieri in plastica per gli altri commensali, in modo da non correre il rischio che gli ospiti siano troppo entusiasti del vino e ne chiedano ancora”. |
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mercoledì 24 ottobre 2012
Allarme finti vini in polvere Uno stabilimento anche in Svezia
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