martedì 30 agosto 2011

Medicina: il cioccolato fa bene al cuore




(ANSA) - ROMA, 29 AGO - La cioccolata riduce di un terzo il rischio di malattie cardiache. Ne basta poco, un cioccolatino al giorno (7,5 grammi). Lo studio, pubblicato dal British medical Journal, conferma quanto messo a fuoco gia' da altre ricerche sul potenziale beneficio per gli amanti di questo apprezzatissimo alimento in tutto il mondo. Ma le preparazioni dolciarie con cioccolata sono troppo caloriche e per ottenere veramente un beneficio a 360 gradi sarebbe necessario elaborare ricette con meno grassi e zuccheri.

lunedì 22 agosto 2011

PESCATORI VONGOLE DI VENEZIA E CHIOGGIA CHIEDONO STATO DI CRISI




Stato di crisi del settore vongole e disarmo delle imbarcazioni: questo l’appello lanciato dal mondo della pesca, in particolare dai pescatori di vongole, è stato accolto dal Consiglio regionale. I rappresentanti delle tre associazioni, Lega pesca, Federcoopesca e A.G.C.I. e i presidenti del Co.Ge.Vo. di Venezia e Chioggia, Giovanni Stival e Paolo Tiozzo, sono stati ricevuti a palazzo Ferro-Fini dal Presidente del Consiglio Clodovaldo Ruffato e dai consiglieri Carlo Alberto Tesserin (PdL), Giovanni Furlanetto (Lega), Lucio Tiozzo e Graziano Azzalin (PD). Come detto, sono state due le richieste avanzate dai rappresentanti dei pescatori: la dichiarazione dello stato di crisi della categoria per far fronte ad una situazione drammatica, che ha già costretto alcune imprese di pesca a mettere in disarmo le proprie imbarcazioni e lasciato molti operatori senza reddito; una ricerca tecnico scientifica per determinare le cause della grave moria di vongole, iniziata nel 2008 e che ha già ridotto notevolmente i banchi naturali. Durante l’incontro è stato evidenziato che la fascia costiera veneta in questi ultimi anni è stata interessata da diversi interventi, come il rifacimento del litorale, il Mose, il tubo a mare del PIF, il terminal gasiero, opere – com’è stato ribadito – che hanno influenzato l’ecosistema costiero, che verrà ulteriormente influenzato da quelle previste come la riconversione della centrale ENEL di Porto Tolle e l’Off shore portuale al largo di Venezia. Da parte del presidente Ruffato e di tutti i consiglieri presenti, è stato evidenziato che, pur in presenza di una situazione difficile, dove ad una crisi generale si viene ad aggiungere questa crisi particolare, è necessario intervenire come possibile per salvaguardare soprattutto l’occupazione e la tradizione di un settore.

Caldo: vademecum ministero Salute per difendersi da calore
Non uscire di casa nelle ore piu' calde (dalle 11 alle 18), bere almeno due litri di acqua al giorno, anche quando non se ne sente il bisogno, e consumare pasti leggeri e frazionati durante la giornata, mangiando quotidianamente frutta e verdura fresche. Sono tre delle dodici regole per affrontare la calura estiva "con intelligenza" ed evitare rischi per la salute, dettate dal ministero della Salute che ha anche attivato il numero verde 1500 per fornire consigli per prevenire il rischio di colpi di calore o altri malesseri legati al caldo eccessivo. Dal 9 luglio sono pervenute circa 23 mila telefonate da tutto il Paese. Nel suo vademecum, il ministero suggerisce di evitare di bere alcolici e limitare l'uso di bevande contenenti caffeina. Inoltre si consiglia di limitare l'attivita' fisica, specialmente nelle ore piu' calde, di indossare indumenti leggeri e di schermare le finestre esposte al sole, e di mantenerle chiuse di giorno. Le altre regole sono rinfrescare gli ambienti con ventilatori o condizionatori, che vanno usati con attenzione, e in auto usare le tendine parasole ed evitare di lasciare anche per poco tempo persone o animali nell'auto in sosta. Infine va prestata attenzione alla corretta conservazione dei farmaci. Il ministero invita anche a prestare sempre molta attenzione alle persone più vulnerabili che vivono in casa come bambini molto piccoli, anziani con malattie croniche, persone non autosufficienti e di prendersi cura dei vicini di casa anziani che vivono da soli. In caso di bisogno la prima persona da consultare è il proprio medico di famiglia o la guardia medica. (ANSA).

La Spezia – la ristorazione del bracconaggio


GEAPRESS – Dietro vi è probabilmente la solita, pericolosa, vendita di carne ad esercizi commerciali ed al settore della ristorazione. Il risvolto, oltre all’uccisione degli animali, è la preoccupazione dei numerosi cittadini che, nei giorni scorsi, avevano segnalato al Corpo Forestale dello Stato la presenza di numerosi colpi di arma da fuoco che, in piena notte, si udivano nei boschi di Levanto (SP).

Per questo i Forestali dei Comandi Stazione di Sesta Godano e Deiva Marina, avevano predisposto numerosi appostamenti notturni ed una intensa attività investigativa che la notte del 18 agosto ha portato al fermo dei due cacciatori di frodo. Le loro vittime erano caprioli e cinghiali ed i loro clienti, probabilmente, esercizi commerciali e il settore della ristorazione. Per i due, fermati nei boschi di Sella Mereti, la denuncia per esercizio di caccia in periodo di divieto generale, ed il sequestro del fucile. La Forestale ha annunciato che i controlli continueranno nei prossimi giorni, e saranno altresì indirizzati anche contro la vendita illecita di carne. Un pericolo, oltre che per la salute del consumatore (.. e per gli animali), anche per l’incolumità delle persone, specie se a cacciare ci si va di notte.

Quello che però contrasta è la leggerezza con il quale sono puniti questi comportamenti illeciti. Per l’esercizio di caccia in periodo non consentito, la legge prevede l’arresto da tre mesi ad un anno o l’ammenda sino a duemila euro. Impossibile, per il tipo di reato, sia l’arresto in flagranza ma anche a condanna passata in giudicato. Il resto, infatti, è di natura contravvenzionale (come tutti i reati venatori, ivi compreso uccidere specie rarissime), ovvero quasi una sanzione amministrativa appena macchiata di penale. Con tale bassa previsone di pena, non cambierebbe granchè neanche con i più potenti reati-delitti. E’ un reato delitto, ad esempio, il furto al patrimonio indisponibile dello Stato, e la sua pena è significativamente più alta. Questo reato, però, non può essere contestato ad un cacciatore sorpreso in atto di bracconaggio. La legge sulla caccia ha previsto l’inapplicazione per tutti i seguaci di Diana.

domenica 21 agosto 2011

I tagli.....importante conoscerli!



Con il termine "taglio" si intende la specifica porzione di muscolo dell'animale macellato.
Conoscere i tagli di carne è fondamentale perché ogni taglio ha una funzione diversa in base alle sue caratteristiche, questo è particolarmente vero nel bovino, che a causa della stazza imponente, presenta decine di tagli differenti.
La carne è composta da tessuto muscolare, connettivo e adiposo. In base alla quantità di tessuto adiposo distunguiamo tra carni magre, semigrasse e grasse, in base al contenuto di tessuto connettivo in carni a breve, media e lunga cottura.
Le categorie dei tagli di carne bovina
I tagli della carne bovina sono classificati in tre categorie, che tengono conto della percentuale di tessuto connettivo, muscolare, osseo e adiposo presenti nelle diverse parti dell’animale: le carni di prima categoria sono quelle con la percentuale di tessuto connettivo più bassa, seguono le carni di seconda categoria e quelle di terza categoria.
La categoria dei vari tagli di carne ne influenza il costo ma non le qualità organolettiche. Questo aspetto è troppo spesso sottovalutato. Infatti attualmente c'è molta ignoranza in materia di carne bovina, si tende a privilegiare i tagli magri a breve cottura, molto costosi e poco saporiti, e si tendono a snobbare i tagli a lunga cottura, anche per una questione di praticità.
Grazie alle categorie si può eseguire una prima classificazione delle carni bovine.

Tagli di carne di prima categoria: massa muscolare della coscia e della regione lombare.

Tagli di carne di seconda categoria: spalla, regione costale.

Tagli di carne di terza categoria: petto, garretto, collo, muscoli addominali.

In molti Paesi europei esistono regolamentazioni chiare e precise su qualità e categoria dei tagli. In Italia denominazioni, categorie e persino le sezioni anatomiche dei tagli differiscono da città a città. La classificazione francese, per esempio, è molto chiara perché suddivide i tagli del bovino in due gruppi: muscoli a cottura rapida e muscoli a cottura lenta.
I tagli di carne bovina

TAGLIO
1-2 Collo
3 Sottospalla
4 Fesone di spalla
5 Copertina di spalla o cappello di prete
6 Brione
7 Geretto anteriore
8 Punta di petto
9-12 Pancia
10 Biancostato di pancia
11 Biancostato di reale o della croce
13 Scalfo o doppione
14 Tracoscio o spinacino
15 Geretto posteriore
16-17 Noce
18 Fesa interna o rosa
19 Fesa esterna o fetta di manzo
20 Girello o magatello
21 Coda
22 Scamone
23 Filetto
24 Lombata, roast-beef, controfiletto
25 Coste della croce
26 Girello di spalla o fusello
27 Reale


Dal sushi alle ostriche: pesce crudo senza rischi Ecco cosa sapere.





Un`irresistibile tentazione. Bocconcini di tonno, di sgombro, di salmone, rigorosamente crudi. Dilaga la sushimania: appetizer orientali (ma guai a chiamarlì così in presenza di giapponesi) sempre più comuni anche negli happy hour nostrani. Gli italiani sono grandi (ma non grandissimi) consumatori di pesce: ne mangiano più di 21 chili pro-capite all`anno. Anche se i giapponesi, con i loro 70 chili sono lontani anni luce, l`Italia è pur sempre il 5° importatore europeo. Dal sashimi ai boquerones en vinagre, variante iberica delle nostre alici marinate, passando per i carpacci di tonno e pesce spada: un unico comun denominatore, vitamine, minerali, omega-3 e sapore restano intatti. Ecco cosa bisogna sapere prima di acquistare, mangiare o preparare pesce crudo.
Anisakis vade-retro - Il rischio di parassiti, anche se marginale, c`è. "L`Anisakis è una famiglia di parassiti che può infestare con le sue larve numerose specie ittiche, come sardine, aringhe, acciughe, sgombri, totani e calamari", spiega a Salute24 Giuseppe Arcangeli, del Laboratorio igiene prodotti della pesca dell`Istituto zooprofilattico sperimentale delle venezie. Simili a vermicelli filiformi, visibili anche a occhio nudo, lattiginosi e lunghi pochi millimetri. "Una volta ingerita, la larva spesso muore e non dà sintomi - continua l`esperto - in altri casi può provocare nausea, vomito, dolori addominali e febbre". I rischi, quando le larve sono tante, può aumentare, fino a dar luogo, in casi estremi, alla perforazione della parete gastrica.
Casi eccezionali. Parassiti e batteri, infatti, non sopportano il caldo e il freddo. Esiste una normativa europea (CE 853/2004) che obbliga i produttori e i negozianti a congelare tutto il pesce commercializzato (quindi anche il crudo) a -20 gradi per almeno 24 ore. Il trattamento del freddo vale anche per i prodotti che subiscono un`affumicatura "light", come aringhe, salmone e sgombri. Sicuri al 100%? Nel dubbio meglio saperne di più.

L'anisakis e' un nematode (ovvero, un piccolo verme) che puo' misurare da uno a tre centimetri, dal colore bianco o rosato, sottile e che tende a presentarsi spesso arrotolato su se stesso; e' un parassita normalmente presente nello stato adulto all'interno dell'intestino di numerosi mammiferi marini come i delfini e le foche; attraverso le feci vengono eliminate le uova, che si schiudono nel mare dando origine alle larve; quest'ultime vengono ingerite da piccoli crostacei, e i pesci che se ne cibano ne vengono infestati; con il consumo di pesce crudo o poco cotto o in salamoia, il parassita viene trasmesso all'uomo.

Le larve si possono cosi' impiantare sulla parete dell'apparato gastrointestinale, dallo stomaco fino al colon, e per difendersi dai succhi gastrici attaccano le mucose con un'incredibile capacita' perforante. I sintomi dell'anisakidosi (infezione da anisakis) si manifestano immediatamente: trascorse soltanto 6-8 ore dall'ingestione del pesce crudo, compaiono intensi dolori addominali, nausea e vomito, febbre e diarrea; sintomi che in molti casi si prestano ad essere scambiati per altre patologie gastrointestinali, quali la rettocolite ulcerosa, il Morbo di Crohn, la neoplasia intestinale o l'appendicite acuta; nei casi piu' gravi puo' provocare un'occlusione intestinale e l'unico rimedio e' l'intervento chirurgico, con il rischio anche dell'asportazione di un tratto d'intestino invasa dai parassiti. In altri casi, le sostanze biochimiche lasciate dalle larve all'interno del pesce che le ospita, possono provocare nell'uomo delle manifestazioni allergiche (orticaria, angioedema, shock anafilattico, episodi di asma allergica, congiuntivite e dermatite da contatto).

I prodotti ittici piu' a rischio sono il pesce spada, il tonno, il salmone, le sardine, le alici, l'aringa, il merluzzo, il nasello, la rana pescatrice, lo sgombro, i molluschi e i cefalopodi.

Per risolvere il problema sarebbe sufficiente l'immediata eviscerazione del pesce non appena viene catturato, al fine di evitare la migrazione dei nematodi dalle loro viscere alle loro carni; ma cio' non sempre viene praticato; si e' pero' scoperto che il parassita, pur essendo molto resistente agli acidi (come l'aceto, il limone e l'acido cloridico dello stomaco), muore se sottoposto ad alte temperature (dopo 15 minuti a 60°C), oppure ad un congelamento (dopo 24 ore a -20°C) .

Come forma di prevenzione, il Ministero della Sanita' gia' dal 1992 obbliga per legge a chi somministra pesce crudo o in salamoia ad utilizzare esclusivamente pesce congelato o a sottoporre a congelamento preventivo il pesce fresco da somministrare crudo; per conservare il pesce marinato, la marinatura deve essere fortemente salata e prolungata per almeno 70 giorni. I controlli sanitari vengono effettuati presso i mercati ittici, negli stabilimenti addetti alla lavorazione del pesce e durante la fase di commercializzazione. In seguito, anche l'Unione Europea ha emanato il Regolamento n. 853/2004, che stabilisce norme specifiche in materia d'igiene per gli alimenti di origine animale.

mercoledì 17 agosto 2011

Menù, dopo il Senato tocca alla Camera


Sul web spunta anche il listino del ristorante di Montecitorio, prezzi stracciati. Due euro
per un primo, 5 per un secondo
CARLO DI FOGGIA
“Guardi, in fondo al Senato non si mangia così bene…io preferisco il ristorante della Camera. La carne lì è ottima e costa poco”. Riccardo Villari non teme le feroci critiche scoppiate in questi giorni per i prezzi poco onorevoli praticati al ristorante del Senato. Intervistato dall’Espresso, il sottosegretario ai Beni Culturali si è infatti mostrato candidamente controcorrente. Non poteva però immaginare la vendetta virtuale del web, dove oggi è spuntato anche il menu del ristorante a disposizione della Camera. Per i deputati i prezzi sono un po’ più alti rispetto ai colleghi di palazzo Madama ma certamente non siamo neanche vicini a quelli di un discount: difficile infatti, quando si fa la spesa, trovare sugli scaffali un piatto di pasta a 2 euro; per i palati più fini il conto sale fino a toccare la cifra record di 5,30 euro della pietanza ammiraglia: il risotto ai gamberi e pachino. Per la verità sotto la voce “pesce del giorno” la cifra può variare dai 4 ai 17 euro ma ci vuole davvero uno sforzo per immaginare - in un posto dove l’agnello al forno costa 5,30 euro - quale bestia marina possa raggiungere una cifra così alta.

“Attenzione al pesce - avverte Villari - non è certo appena pescato”. Sarà…, ma la rete è ormai inondata dai commenti furiosi dei cittadini che proprio non hanno mandato giù quest’ennesima fuga di notizie sui privilegi degli onorevoli. “Non se ne può proprio più”, scrive su facebook Annalisa; “questi non vivono nel mondo reale” gli fa eco Michela e c’è chi punta il dito anche contro i giornalisti, visto che per la stampa parlamentare valgono gli stessi prezzi degli deputati. Il coro è unanime: i costi della politica certo sono altri ma è chiaro che da qualche parte bisognerà pur cominciare. Un pasto che al ristorante costa in media 15 euro, nei palazzi della politica si può pagare davvero molto poco e la differenza ovviamente non è a carico degli onorevoli ma dei contribuenti. Se al senato la spesa è di 1 milione e 200mila euro, a Montecitorio, visto anche il maggior numero di deputati, il costo dell’operazione sale. La sola chiusura della mensa di palazzo San Macuto - sede delle commissioni parlamentari - ha fatto risparmiare al bilancio della Camera quasi un milione di euro e non tutti scelgono la via Villari per affrontare il problema. Dopo la promessa del presidente del Senato Schifani di rivedere i costi della ristorazione anche da Montecitorio arrivano le prime reazioni: “Resta valida e confermo la mia proposta - spiega Antonio Mazzucchi, questore della Camera in quota Pdl - di sostituire tutte le mense con un unico self service con i relativi costi dei pasti a carico di chi ne usufruisce”. Un risparmio che secondo il deputato “sarebbe almeno di 4-5 milioni di euro l’anno”.

E c’è chi si spinge ancora più in la: “Rinnovo la mia proposta - spiega Raffaele Lauro (Pdl) - di trasformare tutti i centri di spesa del Senato (ristorante, mensa, barberia, banca, infermeria) relativi ai servizi resi a senatori ed ex-senatori, in centri di utili affidati con regolare gara a società esterne e con prezzi, per i parlamentari, adeguati al mercato”. Il termine più gettonato è “rinnovo” ma non si capisce perché allora non si sia fatto prima. Difficile credere che questo basterà a placare l’ondata di rabbia che sembra montare sul web soprattutto dopo che i termini della stangata in arrivo saranno chiariti nel decreto del governo. A farne le spese – si fa per dire, visto i tagli in arrivo - saranno certamente i politici ma non solo. Sulla rete infatti, dopo SpiderTruman, è apparso un altro anonimo “collaboratore parlamentare pagato in nero” - così si presenta sul suo blog - che chiede a nome dei precari del Senato di non chiudere la mensa, “perché con 5-6 euro possiamo mangiare”. La mensa infatti è frequentata anche dalla maggior parte dei collaboratori parlamentari “che con 7-800 euro al mese - spiega il precario - non possono certo permettersi di andare al ristorante. Forse è l’unico ‘privilegio’ dei senatori che può essere sfruttato da chi si fa sfruttare da loro”. Tanti privilegi, ma in questi giorni non sembra tirare una bella aria per i nostri politici, o forse, semplicemente, “adda passà ‘a nuttata”.

venerdì 5 agosto 2011

Risotto allo Champagne........


Risotto allo Champagne e rucola.......spirale di parmigiano croccante!

mercoledì 3 agosto 2011

Gdf Chieti scopre ristorante mascherato da circolo privato



CRONACA | CHIETI - La Guardia di Finanza di Chieti, nel corso di un controllo in un circolo privato di Francavilla al Mare, che aveva pubblicizzato un'attivita' di ristorazione su carta stampata e su un sito internet, ha accertato che la somministrazione di bevande e alimenti, istituzionalmente accessoria alle attivita' del circolo, era invece non solo quella principale ma svolta al fine di lucro.
Proprio durante le attivita' ispettive e' stato infatti constatato che vi era un rilascio immediato ed indiscriminato di tessere con le quali gli avventori acquisivano la qualifica di socio del circolo, senza particolari procedure ed accorgimenti, in realta' un semplice espediente per eludere l'obbligo di munirsi della prescritta licenza. Tutti i locali dove avveniva la manipolazione e la conservazione degli alimenti nonche' quelli della somministrazione erano sprovvisti di idoneita' sanitaria rilasciata dalla ASL. Le attivita' di controllo hanno permesso di constatare e di contestare al titolare del circolo diverse violazioni amministrative: mancanza di certificazione di idoneita' sanitaria dei locali; mancata rappresentanza non autorizzata alla somministrazione;

somministrazione di pasti e bevande a non soci; mancato titolo abilitativo alla somministrazione e manipolazione di alimenti; pubblicita' dell'attivita' di somministrazione su carta stampata e sito internet; mancato pagamento canone RAI. L'importo complessivo delle sanzioni ammonta ad 81.516 euro con 3 proposte di chiusura quali sanzioni accessorie. E' stato inoltre rilevato l'utilizzo di 2 lavoratori irregolari sanzionati con la maxisanzione introdotta dalla recente legge 183/2010. Il comune di Francavilla al Mare ha emesso l'ordinanza di cessazione per la somministrazione di bevande ed alimenti.

Chef Adria chiude 'ristorante migliore del mondo'



Considerato un genio e un innovatore da alcuni, pretenzioso ed elitario da altri, lo chef catalano Ferran Adria ha deciso di chiudere, dopo 20 anni, il suo celebre ristorante sulla Costa Brava, ritenuto da influenti riviste il migliore del mondo. Una notizia che con ogni probabilità ha gettato nello sconforto la comunità internazionale dei gourmet. Da sabato prossimo non sarà più possibile infatti tentare di prenotare un posto a 'El Bulli' per assaggiare le specialità della cosiddetta cucina 'molecolare' o 'destrutturata', che piega gli alimenti alle leggi della chimica e della fisica con la volontà di stupire, più che di nutrire: un'avanguardia gastronomica fatta di piatti come la schiuma di patate, il gelato al parmigiano, i petali di rosa marinati ai carciofi, il caffé solido. Ricette che hanno reso Adria famoso nel mondo, tanto da essere ribattezzato il 'Salvador Dali' della cucinà, anche se non sono mancate le critiche, soprattutto per l'uso di additivi e aromi di laboratorio.

'El Bulli', con i suoi appena 50 posti a sedere, riceveva milioni di richieste di prenotazione, tanto che i coperti, per un totale di 8.000 pasti serviti all'anno, dovevano essere assegnati a sorte. Numeri che non hanno impedito al locale di registrare perdite da mezzo milione di euro all'anno, come lo stesso Adria aveva rivelato. Per cercare di risistemare i conti, lo chef si era dato alle conferenze, aveva commercializzato una serie di prodotti con il marchio del ristorante, come libri e accessori da cucina, e prestato il suo nome a oli d'oliva e gamme di coltelli.

Ora è arrivata la decisione di chiudere i battenti di 'El Bulli', premiato con le tre stelle Michelin e classificato come il migliore ristorante del mondo dal magazine britannico Restaurant per cinque volte, nel 2002 e dal 2006 al 2009. "Non esiste il migliore ristorante al mondo - diceva Adria appena la settimana scorsa -, ma senz'altro il mio è il luogo più influente per la cucina, soprattutto per quanto riguarda la creatività". Il nome 'El Bulli', ha annunciato lo chef, riapparirà nel 2014 con una fondazione a vocazione ecologica, dedicata alla ricerca culinaria. Distribuirà anche borse di studio, per diffondere il verbo di Adria tra i giovani